Dom. Set 1st, 2024

“Oggi, dalla Calabria, vogliamo lanciare un messaggio alle istituzioni regionali e a quelle nazionali: il comparto della Forestazione può e deve trasformarsi in un pilastro dell’economia del nostro Paese”. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Fai Cisl, di fronte a oltre mille lavoratori in occasione della manifestazione unitaria del comparto Forestale calabrese, a Lamezia Terme. “Va rilanciata la questione delle politiche e delle strategie forestali – ha aggiunto – verso modelli multifunzionali che uniscano prevenzione, protezione e produttività, che cioè siano capaci di proteggere i nostri territori e di generare occupazione, crescita e ricchezza diffusa. Va poi sbloccata una questione contrattuale che tiene ostaggio da anni i lavoratori. Va soprattutto richiamata e valorizzata la centralità di un
lavoro dignitoso, ben formato, retribuito e tutelato”. Ecco perché, ha sottolineato il leader della Fai Cisl, “il primo
obiettivo è il rifinanziamento in Legge di Stabilità del comparto Forestale in Calabria e nelle altre Regioni”. Sbarra ha poi ricordato come nei giorni scorsi le Federazioni di categoria abbiano consegnato alla Regione Calabria un documento unitario “che contiene un Piano operativo di rilancio solido, coerente, sostenibile che punta a vera programmazione,
progettualità, investimenti, salvaguardia dei posti di lavoro, certezza delle retribuzioni”. Sia al livello regionale che
nazionale, “chiave di volta della sfida resta un migliore coordinamento tra tutti i soggetti, con un maggiore contributo delle parti sociali”. Per questo la Fai Cisl approva e promuove “un piano nazionale che affronti in un unico sguardo difesa del suolo, risanamento idrogeologico, riscatto delle zone interne, contrasto allo spopolamento, valorizzazione del patrimonio naturalistico e boschivo, implementazione di politiche ambientali”. Tutto questo va poi raccordato “con le filiere produttive del legno, dell’energia, del turismo”. All’interno di questo progetto, ha sostenuto Sbarra, “va affrontato con la massima urgenza il tema prettamente contrattuale, dal momento che da anni oltre 60 mila lavoratori aspettano di rinnovare il Ccnl a causa anche della assurda assenza della controparte pubblica al tavolo della trattativa, che priva le persone del diritto a contrattare le proprie condizioni di lavoro”. Governo e Conferenza delle Regioni, dunque, “individuino una controparte pubblica credibile che permetta la ripartenza dei negoziati”.

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