Mar. Ago 6th, 2024

La Giunta per le elezioni del Senato conferma gli errori nel conteggio delle schede. A Forza Italia 2.916 voti in più e due seggi, anziché uno. Rinviata la decisione finale. Il ministro dell’Interno salvo grazie alla legge voluta da Renzi

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«I due seggi assegnati in sede di proclamazione dall’Ufficio elettorale regionale alla Lega e al Movimento politico Forza Italia, a seguito dell’attribuzione al Movimento politico Forza Italia di 2.916 voti in più rispetto ai dati di proclamazione, risultano assegnati entrambi a quest’ultimo». Il verbale della Giunta per le elezioni del Senato riferito ai collegi plurinominali, per quanto burocratico, è chiarissimo: il ricorso di Fulvia Caligiuri, candidata di Fi al Senato collocata al secondo posto del listino, è fondato. E il posto assegnato in Calabria a Matteo Salvini spetterebbe, in effetti, all’imprenditrice cosentina. Il condizionale dipende dalle complesse procedure che seguiranno. Dopo l’analisi dei numeri, infatti, la Giunta ha rinviato il seguito dell’esame a una successiva seduta. La formula conclusiva, «si riserva di sottoporre alla Giunta una proposta conclusiva al termine della discussione generale» lascia presagire che i tempi non saranno strettissimi, ma la strada è tracciata. In soldoni, il ministro dell’Interno non sarà più un senatore “calabrese”. E probabilmente dovrà ringraziare la legge elettorale “pensata” dal Pd di Matteo Renzi se non perderà del tutto il posto. La norma, infatti, prevede l’attribuzione automatica dei collegi: un tempo erano i parlamentari a optare (e a perdere, eventualmente, sia la poltrona che il ricorso), Salvini, invece, ha dovuto scegliere la circoscrizione in cui la Lega ha ottenuto il quoziente minore. E dunque sarà semplicemente ricollocato in un altro collegio.

IL RICORSO L’errore, secondo quanto hanno sollevato gli avvocati di Caligiuri, starebbe nella compilazione dei verbali elettorali della Corte d’appello di Catanzaro. I difensori della candidata, gli avvocati Oreste e Achille Morcavallo, hanno chiesto «il riconteggio dei voti al fine di ottenere la proclamazione alla carica di senatore della loro assistita e la consequenziale decadenza del leader della Lega Matteo Salvini». Nel ricorso si parlava di «gravi irregolarità nel dato complessivo conseguito da Caligiuri» e di «notevole divario tra i voti effettivamente conseguiti e i risultati dei verbali».

COSA SUCCEDE ORA Il “Capitano” non rimarrà fuori da Palazzo Madama, sarà costretto a trasmigrare come senatore eletto nel Lazio. Dove il seggio è scattato a favore della Bonfrisco: la senatrice può sperare che l’aula ribalti la decisione che si profila nella Giunta per le elezioni a Palazzo Madama. O che almeno venga assunta il più tardi possibile. In questo caso, i precedenti non sono a favore di Caligiuri: in alcuni casi è stata necessaria un’attesa di tre anni perché l’Aula rimettesse a posto le cose. Lo conferma al Fatto quotidiano il senatore Alberto Balboni, che ha istruito la pratica. «La surroga è un iter molto lungo che richiederà un’istruttoria approfondita in Giunta. Poi sarà comunque l’aula, che è sovrana, a dire l’ultima parola. In un caso nel 2001 per determinare il subentro di un parlamentare a un altro ci vollero 2 o 3 anni».

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