Mer. Lug 17th, 2024

“…e poi dici che uno non si deve Incazzare”, ripeteva come fosse un mantra
laico-casalingo, l’immenso Turi Ferro, -nell’Anno Domini 1989- in una miniserie televisiva made in RAI (con Virna Lisi, coprotagonista), dal titolo apoditticamente e perentoriamente, esplicativo: ” E non se ne vogliono andare”.
Ora, parliamoci chiaro e fuori dai denti, perché, sennò la gente non capirebbe un tubo (o giù di li), pur mettendo nel conto che qualcuno abbia l'improvvida idea di replicarmi e poi qualora lo facesse, si ritroverebbe -politicamente parlando- in un reparto ospedaliero specifico, segnatamente quello di traumatologia (sempre che non ci vada per altri motivi, a seguito di sempre prevedibili delusioni, da gennaio in avanti, benché il tal costui, smerci sicurezze da indovino). Difatti se al mio dire e al mio pensiero -notoriamente reale, strutturato, ed anche e soprattutto dimostrato- si tentasse di replicare con ricostruzioni fallaci e lanciare insulti, non esiterei per nulla al mondo a rispedire ogni cosa al mittente, per di più accompagnato il siffatto 'corriere espresso', con una tara aggiuntiva, cioè al netto di qualcuna delle mie sane, eppur vere, perfidie. Insomma, potremmo trovarci innanzi a miserrimi bla bla bla, che tentano di accreditare falsità in luogo a vittorie date per scontate -ma che scontate non sono!- oppure ricorrenti desideri piegati ad una realta, ben diversa dalla vita e dai relativi sviluppi.
Cosa aggiungere, dunque, alle cautele comportamentali da tenere, opportunamente (con un low profile conseguenziale), in attesa di lieti eventi, se non un all’uopo ‘fate vobis, ma adelante pedro’?
E si, perché, come si ribadisce a piè sospinto, ma saggiamente, in quel di Napoli e dintorni (potenza della sapienza popolare!)…’accanisciuno è fessa! Bene, premesso, precisato e ribadito ciò o il tutto, che dir si voglia, entriamo in argomento, senza se e senza ma, epperò ammettendo quanto il sottoscritto sia, ancora una volta -per l'ennesima volta- costernato innanzi ad atti incomprensibili, circa la materia che pratico da prima di nascere, grazie alla genetica e alle genealogia -ovviamente per interposta persona di mio nonno e del mio bisnonno- cioè la politica, per l'appunto. Prendiamo ad esempio il Consigliere Comunale di Catanzaro, nonché Segretario Provinciale di Azione, Raffaele Sero, brillantissima persona, sguardo furbo ed arguto, insomma uno che qualunque capopartito italiano avrebbe desiderato avere tra le sue fila, in quanto sarebbe, persino un apprezzato Principe del Foro e sul quale, laicamente parlando -benché la locuzione ci riporta alle sacre scritture, ma in tal caso la possiamo applicare, senza blasfemia alcuna, pure in politica- dicevo un qualunque capopartito italiano di cui prima, potrebbe, tranquillamente affermare, rivolgendosigli estasiato: “…su questa pietra edificherò…la mia organizzazione partitica”!
Vi è però, un aspetto che mi sfugge, un certo non so che o non so cosa, da non riuscire ad afferrare, cogliere e spiegare, ovvero il come mai, a distanza di quasi cinque mesi -dico, cinque mesi- ancora il nostro erede politico di Mazzini, Gobetti, De Gasperi e Schumann, non abbia costituito il Gruppo Consiliare del Partito di cui è -al pari di quanto ricordavo poc’anzi- Segretario Provinciale ed anche rappresentante, egli stesso, in Consiglio Comunale a Catanzaro.
Sero, difatti, se la memoria non mi inganna -e non mi inganna affatto- siede, legittimamente ma non comprensibilmente e men che mai coerentemente (rispetto alla disciplina di Partito, in uso, nella fintamente e strumentalmente, vituperata prima repubblica)- affermavo Sero è ‘acquartierato’ tra i banchi del Gruppo civico, facente capo all’Avv. Antonello Talerico, a sua volta, dirigente nazionale, in qualità di Responsabile delle Professioni, di Noi con l’Italia (come riportano le svariate note stampa dello scorso 3 Agosto).
Ma Talerico, pur essendo uno dei ‘leaders’ nazionali di questo (micro)Partito -per di più in disfacimento elettorale (basti vedere le percentuali bonsai racimolate da Lupi, alle recenti passate elezioni politiche)- ha preferito, altrettanto legittimamente, seppur discutibilmente dal punto di vista dell’appartennza, non iscriversi al Gruppo di Noi con l’Italia, quasi in barba al concetto classico e naturale, delle leadership (o presunte tali), in generale.
Insomma un apparente guazzabuglio, che potrebbe cagionare più imbarazzi, molti lazzi e tanti scazzi, proprio e per prima al Sindaco Nicola Fiorita, il quale è (e sarebbe?) espressione di un’alleanza di centrosinistra riformista, quindi per forza di cose -cioenaturalità di eventi e compatibilità di origini- non può sopportare senza troppo soffrire, la paraorganicita con spezzoni del centrodestra ufficiale, quale è il partitino lupiano (con lo stesso Lupi in predicato di esser ministro con la Meloni, ma solo nella testa dell’aspirante Ministro, non certo in quella della Presidente del Consiglio).
No, Nicola caro, questo non lo puoi fare proprio e lo sai benissimo, come lo sanno perfettamente ed altrettanto bene alle latitudini di un qualsivolglia PD locale, per non parlare di quello nazionale, che ogni giorno marca le distanze con la maggioranza ‘destracentrica’, di cui Noi con l’Italia è parte.
Per fortuna ci siamo noi del Terzo Polo, i quali siamo stati ben lieti di questa richiesta di corresponsabilità a favore della città, formulata dal Sindaco -di cui sono amico, dai tempi dell’infanzia e con cui sono leale, al pari di come lo sono con chiunque, a meno che non mi si insolentisca e si cerchi di non fare le cose giuste e buone- quindi si potrà pensare una volta costituito il nostro Gruppo Consiliare al Comune -poco importa se Sero` sia d’accordo o meno e lo sia chi è con lui (al momento, però non vi è traccia, di tale moltitudine orgnigrammatica)- dicevo una volta costituito il Gruppo, avanzeremo richiesta (come il Sindaco sa, benissimo), di un incontro ufficiale, per definire aiuti, supporti e proposte, a favore della città, sulla base di un accordo che abbia come interesse essclusivo i cittadini e solo i cittadini.
Per essere chiari, la nostra responsabilità è fuori discussione, come è fuori discussione -da qualunque discussione- l’irriverente (verso il Sindaco, in primis!) formulazione di esiziali veti, da parte di probabili e disdicevoli portatori di disturbo psicotico e paranoico, che si indirizzano a bramosie di potere effimero, attraverso arguzie ed attitudini riconducibili a Troia.
Ovviamente quella omerica, non intesa ad altro, benché di film (ci sono che raccontano di tali geste, tutte le gesta!), ve ne sono molti.
E tanti li vedono pure!

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Vincenzo Speziali

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