Mar. Ago 13th, 2024

Passa il decreto del governo che prevede tagli al bando destinato alle aree più deboli. Il Pd insorge. Viscomi: «Tolti soldi già assegnati»

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Il decreto milleproroghe, che taglia circa 100 milioni di euro destinati alle periferie calabresi, ha ottenuto la fiducia della Camera con 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti. Si tratta della prima fiducia ottenuta dal governo Conte.
Il Milleproroghe prevede il taglio di oltre un milione di finanziamenti del bando periferie. La Calabria perderebbe circa 100 milioni:  58 per le periferie di Reggio Calabria, 6 per quelle di Vibo Valentia, 17 per quelle di Cosenza e Catanzaro e oltre 3 e mezzo per quelle di Crotone.
Nel decreto è inoltre rispuntata l’autocertificazione per l’ammissione a scuola dei bambini. Resta quindi l’obbligo vaccinale in linea di principio, ma con la possibilità di autocertificarsi sarà evidentemente più semplice eludere l’obbligo.

 

IL PD E VISCOMI Nei giorni scorsi il gruppo del Pd calabrese alla Camera aveva protestato vivacemente contro la misura, considerata un vero e proprio «scippo» ai danni della regione.
Il deputato dem Antonio Viscomi, sul suo profilo Facebook, ha spiegato i motivi per i quali non ha votato la fiducia: «Ho appena votato no alla richiesta di fiducia che il governo ha posto sul decreto chiamato “milleproroghe”. Al di là del dato politico connesso alla questione di fiducia, e quindi al ruolo di opposizione svolto ora dal Partito democratico, credo sia impossibile dare una valutazione positiva di questo decreto, per almeno due motivi. Il primo e più importante è relativo alla questione dei vaccini. È veramente assurdo porre a rischio la salute dei bambini più deboli, cioè dei bambini che non possono vaccinarsi per particolari condizioni di salute e che per questa ragione sono costretti a stare lontano e non possono entrare nella stessa classe dove invece sono presenti bambini che i genitori non vogliono vaccinare. Il diritto alla salute per me è da mettere al primo posto, sempre, comunque e per chiunque. E non è poi possibile pensare di scaricare tutti i problemi del controllo e delle responsabilità conseguenti addosso agli operatori scolastici, ai quali si chiede ora di controllare che quanto scritto nelle autocertificazioni dei genitori sia corrispondente al vero. Ero presente ai lavori in Commissione quando medici, associazioni, ricercatori, dirigenti scolastici, hanno – tutti all’unisono – “implorato” (proprio così è scritto nei resoconti parlamentari) di non modificare la legge Lorenzin sulla base della quale oggi entra in classe solo chi è vaccinato e i certificati sanitari devono essere presentati a scuola entro il 10 luglio. Per la verità, In tarda serata, in commissione, avevamo convinto la maggioranza; quella stessa maggioranza che però il giorno dopo ha cambiato di nuovo idea ed è ritornata sui suoi passi consentendo ancora la sola autocertificazione dell’avventura vaccinazione con tutto quello che ne consegue».
«C’è poi – aggiunge Viscomi – un secondo motivo. Non credo sia possibile apprezzare un decreto che toglie ai comuni i soldi già assegnati per intervenire sulle periferie, interrompendo non solo attività già avviate sul piano procedurale, ma anche processi di partecipazione sociale e istituzionale sui territori in grado di innalzare il livello di ciò che più serve alla Calabria: cioè quella merce preziosa che si chiama “capitale sociale”. Per questo, e per chiedere garanzie sulle risorse già assegnate ai comuni di Catanzaro, Vibo, Reggio Calabria e della città metropolitana di Reggio Calabria, ho presentato un ordine del giorno che discuterò più tardi e che pubblicherò in un post successivo. La procedura di fiducia alla Camera è un po’ particolare. Prima si vota nominalmente la fiducia al governo, poi si presentano gli ordini del giorno; poi si votano i singoli ordini del giorno, solo dopo si vota il decreto nella sua interezza. Finiremo domani, perché di ordini del giorno ne sono stati presentati proprio tanti. Sia chiaro però: dietro ogni “no” c’è, ci deve essere un “sì”: sì alla salute, sì alla sicurezza, sì alla conoscenza, sì alla crescita, sì alla partecipazione, sì alla fiducia e alla lealtà tra le amministrazioni e i cittadini».

Print Friendly, PDF & Email