Gio. Nov 7th, 2024

Torna di attualità il “caso Riace” e non per il suo “fantastico” brand nel mondo dei “flussi migratori” bensì per una nuova “tegola” sui suoi conti, sempre più nella bufera nonostante la solidarietà mondiale che pive sul suo sindaco qualsiasi cosa egli combini. Dopo i tanti rilievi mossi dalle ispezioni prefettizie – rammentiamo brevemente che si tratta di “gravi e chiarissimi” arbitri ed elementi di reato; di amici, compagni, parenti e “fidanzate” del sindaco e degli altri componenti della sua amministrazione che hanno creato associazioni che gestiscono il business e sono stati assisi ai vertici delle stesse o sono stati assunti come loro dipendenti; degli stessi che gestiscono tutti i servizi resi agli immigrati; gli fittano case a canoni che definire esosi è un eufemismo; prendono i soldi dell’accoglienza rilasciando agli immigrati solo dei “preziosi” Bonus Sociali e Pocket Money da spendere in paese (magari solo nei negozi degli appartenenti alle categorie sopra enunciate); di almeno un terzo degli immigrati per i quali si ricevono i contributi che non ne avrebbero più diritto da anni e delle presenze degli stessi immigrati che vengono attestate in modo palesemente irregolare e tant’altro ancora – il tutto sinora mai chiarito nella sua fattispecie ma respinto celandosi dietro la fama di paladino dell’accoglienza guadagnata con anni di operazioni di tal fatta.

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Oggi Riace assurge agli onori della cronaca per la dichiarazione di dissesto che il Comune è stato costretto a fare a seguito “di una disfunzione formale che non riflette la realtà” colpa, probabilmente, dello stesso “destino cinico e baro” per cui il “Nostro Eroe” si è trovato invischiato nelle stesse vicende giudiziarie che nel resto d’Italia e del mondo vanno sotto il nome di “traffico di carne umana” ovvero “business dell’immigrazione”. Un destino così cinico e baro che ha fatto si che, per come attestato dalla relazione dello stesso Revisore dei Conti del Comune, l’Area Amministrativa del Comune – il cui Dirigente è, per autonomina intervenuta, lo stesso Mimmo Lucano – che doveva procedere ad attestare eventuali debiti fuori bilancio ovvero la loro inesistenza a ciò non aveva provveduto , il che non ha permesso di elaborare il piano di riequilibrio, mentre il Consiglio Comunale – guidato sempre da Mimmo U Curdu – che poteva procedere per ovviare a tale mancanza nel termine di 90 giorni (a partire da Agosto 2017) si è, a sentire il Nostro, “distratto” e non vi ha provveduto, per cui adesso – la spiegazione tecnica fornita è scritta in politichese ma la sostanza è “per pararsi il c…” – si è dovuto dichiarare il Dissesto Finanziario del Comune.

Ma pure qua i conti, come spesso accade a Riace, non tornano! L’Amministrazione dichiara debiti per circa 900.000 €uro, cui pare debbano aggiungersi, secondo i dati elencati in un documento presentato dalla opposizione in Consiglio Comunale, e letto in aula dal Segretario Comunale stante la deliberata assenza dei Consiglieri in aula per protestare contro la protervia con cui il sindaco e la maggioranza portano avanti i loro disegni senza alcun riguardo per le regole e le norme che presiedono all’azione amministrativa dei consessi pubblici nel nostro Paese.

La Segreteria Regionale del MSI-Fiamma Tricolore, precursori ancora una volta nel denunciare pubblicamente queste anomale manovre ritiene, oggi più che mai davanti alle tante situazioni che vengono a presentarsi quotidianamente, che occorre sempre tenere alta l’attenzione sull’Affare Immigrazione, causa ed effetto di tanti problemi e del sorgere di grossi appetiti economici negli ambienti della malapolitica ed in quelli malavitosi (spesso non distinti tra loro), augurandosi soprattutto che oggi cambi l’atteggiamento della “nuova” delegazione leghista in Parlamento, soprattutto quella locale in cui annoveriamo anche la presenza di Salvini, rispetto alla situazione di Riace ove, finora, si è registrato solo un generico interesse, sfociato in una interrogazione parlamentare del senatore Volpi rimasta lettera morta e cui non è seguito alcun concreto intervento, al contrario di quanto è stato fatto dai nostri militanti con la manifestazione dell’1 luglio dello scorso anno e con una serie di pubbliche denuncie e di note ai mass-media che hanno sollecitato altre ispezioni e l’intervento degli uomini della Guardia di Finanza a mettere il naso negli “affari” che si svolgono a Riace, sotto lo splendido sole e davanti alle meravigliose coste della nostra Calabria.

 

Certi di cortese divulgazione, porgiamo i nostri distinti saluti.

 

Segreteria  Regionale del  Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore

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