Mer. Lug 17th, 2024

La sorveglianza speciale è stata revocata dalla Corte d’appello di Reggio

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«Questa Corte ritiene non persistano gli elementi che giustificano la permanenza della misura di prevenzione, non riscontrando l’attualità della pericolosità sociale». È quanto scrivono i giudici della sezione misure di prevenzione della Corte di Appello di Reggio nel decreto con il quale hanno revocato il decreto di applicazione della sorveglianza speciale per 4 anni emesso a carico di Sebastiano Romeo (cl. 1977) di San Luca. I magistrati reggini hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Vincenzo Nico D’Ascola e Antonio Femia che nell’interesse del Romeo hanno sostenuto l’insussistenza dei presupposti alla base della misura di prevenzione personale perché in contrasto con i principi giurisprudenziali in materia di attualità della pericolosità sociale.

I fatti su cui è stato fondato il giudizio di pericolosità sono risalenti al 1991 «con condotta permanente sino al 2011». Il 43enne Romeo ha scontato un lungo periodo di detenzione carceraria nell’ambito del processo nato dall’operazione “Fehida” dal 2007 al 2014 in custodia cautelare e dal 2016 al 2019 in espiazione pena (12 anni) che gli è stata inflitta per partecipazione a un’associazione mafiosa.

«Tenuto in debito conto del lasso temporale dai fatti sintomatici di pericolosità – rilevano i giudici dell’appello – della lunga detenzione e della relativa funzione rieducativa, del buon comportamento carcerario, rilevata l’assenza di qualsivoglia elemento concreto comprovante una persistenza della pericolosità, questa Corte ritiene di dover superare quella premessa presuntiva di pericolosità sociale del soggetto riconosciuto in via definitiva partecipe ad associazione mafiosa, in quanto non più attuale». Viene meno, quindi, «la valutazione delle condizioni contestate in precedenza», con accoglimento del ricorso e la revoca del decreto di applicazione della misura di prevenzione.

r.m. – gazzetta del sud

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