Dom. Ago 11th, 2024

Non solo la security nei locali e le estorsioni. L’indagine della Dda ha fatto emergere anche che i cugini Cristello, Umberto e Carmelo, trafficavano hashish e marijuana con la Spagna. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’organizzazione aveva la disponibilità di sette auto per il trasporto e box e capannoni tra Giussano, Desio e Mariano Comense. Tuttavia, i due eredi della famiglia di ’ndrangheta, “per paura di essere nuovamente implicati in indagini”, sono sempre rimasti in seconda fila, mandando avanti il fido Igor Caldirola, compagno della figlia di Rocco Cristello, assassinato il 27 marzo 2008 a Verano Brianza. Era lui a tenere i rapporti con lo sloveno Zihnija Alimanovic, il tramite con i fornitori iberici. I due sembrano andare d’amore e d’accordo, tanto che il narcos di origine balcanica molla i suoi soci per fare coppia fissa con Igor: “Viene da me Orso (Caldirola, ndr) – dice Alimanovic al telefono – e mi dice “Dai, lavoriamo noi, compriamo la macchina“. Perché lui ha un giro di vendita buono… Allora abbiamo comprato una piccola Mercedes. E allora abbiamo caricato 10 pezzi e fatto la consegna, così abbiamo fatto 30mila, capito”. I guadagni vengono equamente divisi tra i due: “E io lavoro con Orso, è tutto super. Adesso abbiamo guadagnato 25mila. Cioè 25 io, 25 lui… Io metto 5, in macchina ci stanno 10 chili, 5 io, 5 Orso”. Poi, però, succede che incrina pesantemente e all’improvviso i rapporti: Alimanovic accusa Caldirola di non aver pagato una partita di droga. Lo sloveno è deciso a farlo fuori, forse non sapendo chi ci sia dietro il venticinquenne nativo di Giussano: “Vado a prendere le utoke, i fucili, le bombe e vado là e gli faccio saltare la famiglia in aria!”.

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C’è bisogno di un summit per appianare le divergenze ed evitare che la situazione precipiti. A organizzarlo è proprio Umberto Cristello, che, annota il gip, “vuole rendersi conto di persona di quali siano le reciproche pretese”. All’incontro, che avverrà il 16 novembre 2018 in un locale di via Pellegrino Rossi a Milano, si fa accompagnare da un pezzo da novanta, Francesco Pelle alias “Ciccio Pakistan”, il feroce boss della ’ndrangheta all’epoca “in attesa del passaggio in giudicato della sentenza che l’ha condannato all’ergastolo” e oggi tra i latitanti più ricercati al mondo. La situazione è molto complicata, tanto che Caldirola e il fido Luigi Manno si presentano all’appuntamento armati di pistola. Durante la riunione non mancano i momenti di tensione tra i due litiganti, anche se alla fine resta tutto come prima. Lo si capisce dalla conversazione intercettata tra Manno e Caldirola. “Adesso glieli devi dare tutti? Ah”, dice il primo. “Gli faccio l’assegno! In bianco”, sorride il secondo. “Tuo padre ha detto cinque-sei“”. “Non li ho, non si cacciano quando si hanno, vanno tenuti stretti! Tu non hai capito allora!”. “Eh, succede bordello! Fai tu”, allarga le braccia Manno.

Di Nicola Palma tratto da il giorno.it

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