Dom. Set 1st, 2024

– La Procura di Bologna ha inviato 23 avvisi di fine indagine ad altrettante persone accusate a vario titolo di estorsione aggravata dal metodo mafioso, bancarotta e altri reati fiscali e tributari nell’operazione ‘Ragnatela’ dei Carabinieri e della Guardia di finanza, che a fine ottobre aveva portato a due arresti, nei confronti di due crotonesi, e a un sequestro preventivo. Il gruppo era subentrato nella gestione di un casa di riposo sull’Appennino bolognese, Alto Reno Terme, per l’accusa svuotando della liquidità la vecchia società, in dissesto, portandola al fallimento nel 2016 e creando una nuova cooperativa, utilizzando per questo alcuni prestanome. Inoltre alcuni indagati avrebbero minacciato e intimidito i dipendenti della struttura, con “modalità tipicamente mafiose”, per gli investigatori, allo scopo di farli prima dimettere e poi riassumerli nella nuova realtà. A vessarli sarebbero stati i nuovi titolari della struttura che, secondo le indagini di carabinieri e finanza, avevano l’unico scopo di prosciugare il patrimonio dell’impresa, causandone il dissesto con false fatture per lavori inesistenti e acquistando beni personali, e mettere le mani sull’immobile storico che ospitava la casa di riposo. L’inchiesta è stata coordinata dal pm della Dda, Roberto Ceroni. Attualmente in carcere è Francesco Zuccalà, 59 anni, mentre l’altro arrestato, Fiore Moliterni, 61, si trova ai domiciliari.

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