Mar. Lug 16th, 2024

di Vincenzo Speziali

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Bettino Craxi è lo Statista socialista Italiano per eccellenza. Unico e solo, benché questa gloriosa tradizione politica e culturale, abbia avuto molti esponenti tra le sue fila. Vi era, certamente, Pietro Nenni -il primigenio leader di questo Partito, nonché riferimento iniziale di Bettino- così come fu uno dei grandi, anche Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica, più amato dagli Italiani, pure in virtù di essere stato un fervoroso partigiano. Tra gli eminenti socialisti, devo ricordare con una punta di orgoglio, anche il mio bisnonno, Tiberio Evoli, Presidente del Gruppo Parlamentare del Partito Socialista Riformista, alla Camera del Regno d’Italia (in cui furono iscritti, Ivanoe Bonomi e Leonida Bissolati), epperò era ben altra epoca, rispetto a quella repubblicana. Tra i grandi socialisti post guerra, è giusto ricordare Francesco de Martino e Giacomo Mancini, così come Antonio Giolitti, Riccardo Lombardi, Rino Formica, Aldo Aniasi, Claudio Signorile, ed infine Claudio Martelli. Epperò Bettino era un’altra cosa: lui rappresenta l’infinito nella grandezza. Dico ciò senza se e con nessun ma, perché dopo Aldo Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro), il quale proprio Craxi tentò di salvare -e fu l’unico a sinistra!- dicevo dopo Moro, c’è Craxi!

Una vergogna raggelante -la quale grida vendetta e pretende giustizia, al cospetto degli uomini, della legge, dello Stato di Diritto, del buon senso, della verità e della storia- è stato il male canagliesco, crudele, infame e assoluto che gli hanno inflitto, attraverso una falsa rivoluzione, eterodiretti, incliti, immorali e consapevoli (ma fino ad un certo punto), pseudorivoluzionari fintopuristi e d’accatto, annidati in qualche ‘palazzaccio’ manetterista. Si, lo hanno infilzato alla stregua di un San Sebastiano Martire, a questo gigante (non solo fisico!) della politica italiana, europea e mondiale. Craxi Benedetto, detto Bettino, fu ciò, ovvero un uomo probo, al servizio delle istituzioni del suo Paese, di quelle Europee e dell’ONU (come Rappresentante Ufficiale del Segretario Generale Xavier Perez de Cuellar, in missioni delicatissime); ma Bettino, fu anche Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente di turno dell’Unione Europea (dove guido`, magistralmente il summit di Milano, nel 1985); e sempre lui, fu il segretario del Partito Socialista Italiano, nonché Vicepresidente dell’Internazionale medesima. Fu amico di Brandt, Mitterrand, Gonzales, Soares, Papandreu sr, Kreisky, Palme, Gorbaciov, Arafat, Boughiba, Ben Ali, Joumblatt e Mubarak. Ma fu amico, pure di Amine Gemayel (che lo ricorda e me lo rammenta, a piè sospinto, con riconoscenza infinita), come lo fu di Kohl e Regan, della Thacher e di tanti altri, nel campo diverso, del suo amato socialismo democratico e riformista. Altro che Clinton e Blair, lui fu il precursore, colui il quale tracciò il cammino visionario di una sinistra laburista e liberale -secondo i dettami di Proudhon- configurando, per l’appunto, ‘il vangelo socialista’.

Io, poi, ho nei suoi confronti, pensieri e devozione -cosa risaputa, non solo in virtù dell’amicizia che mi lega ai suoi figli Bobo e Stefania- anzi, immagino questo mio ideale dialogo, attraverso una preghiera intima, costante, sentita e giornaliera. Durante l’esilio che è toccato anche a me -assiene alle telefonate affettuose di Stefania, Bobo e Maria Fida Moro (i quali continuerò sempre a ringraziare per l’affetto e per il coraggio!), durante le mie notti insonni, anche lui era con me! Vi erano Moro e lui, assieme a Giulio (Andreotti) e Francesco (Cossiga), a tenermi in forza, pur se la sofferenza era grande, propio perché ingiusta: è sempre così quando difendi le ragioni della politica, restando fedele alle tue convinzioni, per avversare un potere mostruoso, che vuole sostituirsi alla ragione, alla verità, alla democrazia, alfine di affermarsi fraudolentamente, con forza e strumentale interpretazione di leggi e procedure.

Lui era con me, ed era il solo che potesse comprendere quanto la carne e l’animo si avvizzissero nello stare lontano, forzosamente, da questa Italia amata, tanto, tantissimo, da entrambi. Era con me, incitandomi a non riconoscere un prepotente ‘non potere’, anzi a denunciarlo ogni giorno, con più forza, pur mettendo nel conto, di non tornare più. Caro Presidente, anche grazie a te ci sono riuscito e continuerò a farlo, con indomito coraggio, che mi hai insegnato, pur non avendoti mai conosciuto: è questa la mia tristezza, il mio dolore, ovvero non averti mai parlato, eppure ieri, oggi e domani, sono qui a stimarti e far mia, anche la tua battaglia, la tua giusta battaglia.

No, non l’hai persa, l’hai vinta, poiché la storia ricorda te, non certo un enigmatico figuro, il quale considerava certezze i dubbi sulle altrui persone, insozzando con manette e torture (psicologiche) la gente, deportata nottetempo, con sputi ed insulti. E allora, caro Presidente, se i dubbi divengono certezze, ciò deve valere per chiunque, quindi anche i miei sospetti, possono essere realtà: questo figuro -non è Di Pietro, in quanto costui è l’emblema della manipolazione di ben altri!- dicevo questo figuro che si trova ad essere cognato di un noto compositore italianizzato, epperò a sua volta -sempre il compositore- equivoco anziché no nelle frequentazioni ‘occulte’, non può essere che sia stato egli stesso ‘indottrinato’ del suo congiunto acquisito? 

Guai ai vinti, diceva qualcuno (e lo disse pure Craxi), perché sono sconfitti due volte:nella guerra e dalla storia! Sarà vero, però guai financo ai vincitori, perche` io ci sono. Anzi -come disse Craxi- “io parlo e continuerò a parlare”!

D:Scusami tanto Bobo, però assumendomi la responsabilità di quanto affermato, lo dovevo a tuo padre, a tua madre, a te e a tua sorella, per di più, con affetto sincero. Se per questo sarà sempre così, però ora tocca a te. Che ne pensi di questa colonna infame, rappresentata da Tangentopoli?

R: PENSO CHE SIA STATA LA FINE TRAUMATICA DI UN PERIODO DELLA STORIA; SI SCELSE AL POSTO DI UN CAMBIAMENTO BEN ORDINATO IL GOLPISMO GIUDIZIARIO A SFONDO MORALISTICO; qualcuno è finito sotto queste rotaie!

D: Tu sei stato investito da tale tragedia italiana, perche` la falsa rivoluzione -falsa, come ripeteva tuo padre!- fu tragedia, ed in più hai sopportato l’emotività affettiva, normale, naturale per un figlio, nel vedere il proprio genitore (e che genitore!) ingiustamente calunniato. Cosa resta di quei brutti momenti?

R: I MIEI AMICI CHE HANNO VISSUTO LE TRAGICHE STAGIONI DELLE GUERRE CIVILI MI HANNO SEMPRE DETTO CHE SI PREFERISCE DIMENTICARE I GRANDI DOLORI IN SEGUITO AI GRANDI TRAUMI DELLA STORIA.AVEVANO RAGIONE. È VERO ABBIAMO CONTINUATO A TESTIMONIARE MA CERCANDO SEMPRE DI MANTENERE UN DISTACCO LAICO DA QUELLO CHE AVVENNE PERCHÉ SI RISCHIA CHE NEL GIUDIZIO SI ASSUMONO DEGLI ATTEGGIAMENTI RADICALI CHE NON AIUTANO A SUPERARE I TRAUMI E SOPRATTUTTO NON FANNO RITORNARE LE COSE AL PROPRIO POSTO.

D: Bobo, con assoluto rispetto verso tutti, a cominciare da tuo padre che non c’è più e per sincera ammirazione verso tua madre -esempio raro di discrezione e dignità- io so che il loro era un rapporto forte, fortissimo, di amore vero. Tu, da figlio -seppur nei limiti che deciderai di darti e chiunque deve e dovrà accettare- lo vuoi descrivere?

R: Guarda lui era un perfetto figlio del 900, DELLA TEMPERIE IDEOLOGICA DEL TEMPO ED ERA FIGLIO DI UN PARTITO CHE AVEVA DELLE RADICI APPUNTO NOVECENTESCHE. ERA UN POLITICO A TUTTO TONDO, LA POLITICA ERA L’ALFA E L’OMEGA DELLA SUA ESISTENZA RAGION PER CUI TANTE COSE DELLA SUA VITA PERSONALE SONO STATE TRALASCIATE.

Aveva come si sa una fortissima personalità, un’intelligenza intuitiva e istintiva, rara; una lucidità politica ed una profonda conoscenza della Storia. Ma era un uomo contemporaneo capace di ridurre la complessità dei problemi con un riflessione o con una battuta. 

D: Cosa pensava, tuo padre, della seconda repubblica, essa si infausta ed effimera? Soprattutto come immaginava il futuro del nostro Paese, dall’inizio del suo esilio -poiche` di esilio trattasi!- sino alla fine dei suoi giorni?

R: Aveva compreso CHE UN CICLO SI ERA CONCLUSO E CHE TUTTAVIA IL NUOVO SBANDIERATO STENTAVA A NASCERE.SI INFASTIDIVA DELLE IPOCRISIA CHE VENIVANO DISPENSATE IN QUEGLI ANNI E NATURALMENTE NON SOPPORTAVA LA VIOLENZA DEL POTERE GIUDIZIARIO UTILIZZATO PER COLPIRE GLI AVVERSARI POLITICI. IL PAESE SBANDAVA SENZA RENDERSENE CONTO, GLI EROI VENIVANO ESALTATI I NUOVI PROTAGONISTI CHE TALI NON ERANO SI FACEVANO LARGO SULLE MACERIE DELLA PRIMA REPUBBLICA.D’ALTRONDE NON POTENDO FARCI NULLA CERCAVA DI NON FARSI IL SANGUE AMARO. CONDIZIONE ASSAI DIFFICILE CHE PURE TUTTAVIA ERA FAVORITA PER COSÌ DIRE DALLA DISTANZA E QUINDI GRADUALMENTE SI FORMÒ UN DISTACCO ANCHE EMOTIVO DELLE VICENDE ITALIANE.ALLA SPERANZA SUBENTRÒ LA RASSEGNAZIONE 

D:Bobo, una volta, quando pranzavano, ti raccontai un’episodio, di cui fu protagonista tuo padre. Mi riferisco alla visita sulla tomba di Salvador Allende -Presidente del Cile, deposto dal golpe dell’11 Settembre 1973- allorquando, Bettino Craxi, guidò l’anno dopo, una visita della delegazione dell’Internazionale Socialista, come Vicepresidente. Proprio un esponente democristiano di quel Paese, Edoardo Frei -il quale dopo la dittatura di Pinochet, divenne lui stesso, Capo dello Stato- durante un vertice della mia Internazionale, cioè quella DC, con presente Amine (Gemayel, ndr), mi disse come andarono le cose, veramente.

Difatti, a seguire tuo padre, vi erano anche i giornalisti e dalle immagini delle Teche Rai, c’è quel che dice Bettino, il quale nel denunciare il clima tirannico, racconta quanto vissuto nell’occasione, ovvero come al momento in cui si avvicinarono al sepolcro di Allende, spunto` fuori uno dei ‘carabineros’ di guardia e intimo`:”un paso mas y tiro” (tradotto: ancora un passo e sparo)! Chiaramente, dopo furono tutti controllati e tuo padre riuscì a nascondere la cassetta della videoregistrazione. Pochi però sanno, la sua risposta -riportata da Frei, con me estasiato e Amine che rideva ammirato, commentando: “Voilà, une homme!”- ovvero la boatica replica di Craxi all’aggressore: “abbassa la carabina e facciamo alle mani”! C’è poco da dire, aveva ragione Amine. Concordi?

R: ERA ABITUATO SIN DA GIOVANE A BATTERSI CON CORAGGIO CONTRO I Soprusi E le INGIUSTIZIE. ERA NATURALMENTE IL PORTATO PIÙ TANGIBILE DELLA SUA CULTURA PROFONDAMENTE SOCIALISTA. Inoltre nel mondo le dittature anche nel dopo guerra mantennero un largo spazio in Europa e nel Sudamerica. Si è battuto perché molti paesi ritornassero o approdassero alla democrazia. Battersi significava esporsi in prima persona, finanziare movimenti di liberazione anche in aperto dissenso con l’alleato americano. E cosi fece.

D: Walid Joumblatt, già Deputato e ministro libanese, Presidente del Partito Socialista Operaio del Libano e -con tuo padre- storico Vicepresidente dell’Internazionale Socialista, ha sempre detto a me come a tutti “di Bettino ne nasce uno ogni cento anni, anzi forze pure più “. Sono testimone di tanti racconti e dell’afferto, della stima e della riconoscenza, verso l’uomo, il politico e lo Statista. La cosa più grave -pure ciò l’ho detto sempre a te e Stefania- è che sia l’Italia a non aver coraggio di vivere ed onorare la memoria. A Beirut, con orgoglio infinito, portavo mio figlio, quando lui era piccolo, a pedalare in bici, sulla ‘promenade’, nel quartiere ovest, dove questo incantevole scorcio si chiama Avenue President Bettino Craxi. Lì, mi sentivo vicino a lui, come ti ho detto spesso. Che ne pensi?

R: Penso innanzitutto CHE LA SUA SENSIBILITÀ VERSO IL MONDO ARABO FOSSE DETTATA DALLA CONTIGUITÀ CULTURALE E NON SOLTANTO GEOGRAFICA CHE ESISTE FRA L’ITALIA DEL SUD DA CUI LA NOSTRA FAMIGLIA PROVIENE E IL VICINO ORIENTE OLTRE AL NORDAFRICA MAGHREBINO. QUESTO DETTAVA DELLE CONDIZIONI PIÙ FAVOREVOLI PER LUI MA COME PER ALTRI UOMINI POLITICI DI POTER DIALOGARE CON FRANCHEZZA PERCHÉ COMUNI SONO I PROBLEMI DEL MEDITERRANEO.CERTAMENTE LA PACE E LA SICUREZZA MA ANCHE L’INTERSCAMBIO COMMERCIALE E COME VEDIAMO PURE ORA la reciprocità dello sfruttamento delle risorse naturali. NOI ABBIAMO Grandi tecnologie e loro hanno grandi risorse mettere assieme gli interessi significa vivere in una forma di perenne cooperazione come d’altronde dovrebbe insegnare la storia, contrassegnata dagli scontri ma anche da grandissimi rapporti di coesistenza e di prossimità.

Quanto al Libano EGLI FU L’INVIATO SPECIALE DEL SEGRETARIO DELLE NAZIONI UNITE PER LA PACE IN LIBANO; EBBE MODO DI STRINGERE RAPPORTI SOLIDI CON MOLTE PERSONALITÀ CHE GIÀ CONOBBE DURANTE LA GUERRA CIVILE.

Certamente fu buon amico di WALID CHE ANCHE IO CONOSCO E CHE VISITAI NEL SUO MANIERO NELLO CHOUF.

D:Bobo, durante il martirio del povero Presidente Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro), Craxi fece l’impossibile, pur di salvarlo, tentando ogni strada, umanamente praticabile. Io stesso ho contezza di come lui -coadiuvato da Claudio Signorile (altro caro e nostro comune amico)- tentò ‘sponde’ a Beirut, al netto di tanti riscontri avuti persino dal sottoscritto. Ci vuoi raccontare qualcosa?

R: Quella è una storia molto complicata, UNA STORIA DI GUERRA FREDDA CHE VENIVA COMBATTUTA IN TUTTI I CONTINENTI. I GRUPPI TERRORISTICI SICURAMEBTE AVEVANO ADDENTELLATI NELLE MILIZIE PARAMILITARI ED ANCHE NEL CONTRABBANDO DELLE ARMI DOMINIO DELLA CRIMINALITÀ. PENSO CHE L’ASSASSINIO DI MORO PERÒ FU OMICIDIO DI STATO CON LA COMPLICITÀ DI ALTRI STATI. 

D: Che rapporto aveva, con i ‘grandi della terra’?

R: MIO PADRE AVEVA UN’IDEA SACRALE DELLA FUNZIONE DEL POLITICO ED ANCOR DI PIÙ DELLE FIGURE ISTITUZIONALI. RAGIONE PER LA QUALE NON SUBIVA PARTICOLARMENTE IL FASCINO DI LEADERS O MONARCHI IN SELLA DA DIVERSI LUSTRI. ERA NATURALMENTE CURIOSO E PORTAVA RISPETTO PER LE FIGURE PIÙ LONGEVE DEL NOSTRO SECOLO, PENSO PER ESEMPIO ALLA REGINA DI INGHILTERRA.

UN PÓ DI MENO PORTAVA RISPETTO AI DITTATORI. NON VOLLE CONOSCERE NÉ FIDEL NÉ TANTOMENO GHEDDAFI, A CUI COMUNQUE SALVÓ LA VITA.

D: Bobo caro, Francesco (Cossiga, ndr), fu l’ultimo, tra i suoi colleghi, a vederlo in vita. So delle sofferenze ’emozionali’ di Arnaldo (Forlani, ndr) e di quelle di Giulio (Andreotti, ndr), il quale tentò, persino una mediazione vaticana. Tuo padre, come percipi` tutto ciò? Mi rendo conto del dolore che potrai provare, per questa domanda, epperò, gli italiani tutti, cioè la stragrande maggioranza che ha cuore verso di lui, e l’infima minutaglia degli sciacalli, devono sapere, con quanta dignità, il ‘Gigante Craxi’, compì l’ultimo miglio, della sua dolorosa via crucis in terra.

R: PURTROPPO SUL CROLLO DELLA PRIMA REPUBBLICA LA POSIZIONE DI FRANCESCO COSSIGA EBBE UN PESO PIUTTOSTO IMPORTANTE. LE SUE DIMISSIONI ANTICIPATE NELL’APRILE DEL ‘92 APRIRONO LA STRADA AL CAOS ISTITUZIONALE.

SUCCESSIVAMENTE I PROTAGONISTI CHE HAI CITATO POTEVANO FARE BEN POCO PERCHÉ FURONO TRAVOLTI DALLO TSUNAMI; VERO SI È CHE SIA ANDREOTTI CHE COSSIGA SI MOSSERO CON NOI ALL’UNISONO PER FARE PRESSIONI SU CIAMPI AFFINCHÉ POTESSE OTTENERE UNA GRAZIA PRESIDENZIALE. MA ORAMAI ERA TARDI. HA AVUTO RAPPORTI ALTERNI CON QUESTE FIGURE. SE SUL PIANO POLITICO COSSIGA RAPPRESENTAVA UN’AREA DI ISPIRAZIONE LIBERALE E CRISTIANA QUINDI PIÙ AFFINE A QUELLA SOCIALISTA CON FORLANI E ANDREOTTI,CON IL QUALE EBBE DEGLI SCONTRI POLITICI IN PRECEDENZA, SI DETERMINARONO DEI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE PIÙ STRETTI NELL’ATTIVITÀ DI GOVERNO. QUESTO FECE CRESCERE LA STIMA VERSO ENTRAMBI.

D:Bobo, un’ultima domanda, quella più banale e al tempo stesso, sentimentale e sincera, cioè cosa gli diresti, adesso, se te lo trovassi affianco ?

R: COME CON TUTTE LE FIGURE CARE A VOLTE MI CAPITA DI INCONTRARLO IN SOGNO. L’ULTIMA VOLTA LO ACCOMPAGNAVO IN UN CENTRO VACCINALE, ERA IL PERIODO PIÙ DURO DEL COVID; ERA CURIOSO E STUPITO DI QUELLO CHE STAVA ACCADENDO NEL PAESE; ENTRANDO IN QUESTO AMBULATORIO UN ANZIANO SIGNORE LO RICONOBBE E GLI DISSE SEMPLICEMENTE “PRESIDENTE, BEN TORNATO”

ECCO MI PIACEREBBE DIRGLI LA STESSA COSA: “ BEN TORNATO “

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