Questa sera una lettera che accusa Don Luigi Ciotti, affissa sui muri di tutta Locri, è stata rimossa dalle Forze dell’Ordine. La lettera non è anonima, ma è firmata da Piero Schirripa ex presidente della cooperativa fondata da Mons. Bregantini e l’ex prete Natale Bianchi. Se gli stessi confermeranno l’autenticità di quanto scritto a loro firma, le accuse mosse a Don Ciotti rischiano di creare un vero e proprio incidente diplomatico. A pochi giorni dalla venuta del Presidente Sergio Mattarella monta la polemica su mafia e antimafia di facciata. I due fondatori delle cooperative accusano Don Ciotti di aver sbagliato “legittimando la persecuzione giudiziaria e istituzionale subita dalle cooperative antimafia negli ultimi 1o anni”. Il manifesto è stato fatto rimuovere in gran velocità, ma i bravi reporter di Telemia sono riusciti ugualmente a riprenderlo e fotografarlo. Ora riproponiamo la lettera integrale, ritenendola comunque non palesemente offensiva, anche se le accuse appaiono evidenti.
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Giuseppe Mazzaferro
LETTERA A LUIGI CIOTTI
Non mettiamo in discussione la tua onestà né la tua buona lede e perciò dobbuamo spiegare.
In questl giorni hai affollato la Locride di personali presenze e presidi, con impegno o testimonianza in varie realtà. soprattutto nelle scuole. Bene hai fatto. Le scuole hanno bisogno di accompagnamento antimafia ce lo insegnano quei dolorosi applausi di studenti che hanno scandito alcune proiezioni del film Anime Nere. Antimafia e severità degli studi devono essere le pietre d’angolo dell‘educazione scolastica nella nostra terra. Ed entrambe sono carenti, purtroppo.
Noi, sul vessillo dell’Antimafia, scriveremmo Lavoro a Scuola.
Passiamo al tema del lavoro: dopo tanta rimozione, oscuramento, persecuzione e oltraggio, l’esperienza di Bregantini del lavoro come antidoto alla mafia torna ad essere valorizzata da te e dalle gerarchie della Chiesa Cattolica locale. La tua insistita presenza (che sara ribadita il 21 marzo), l’omaggio di Renzi alle nostre cooperative, la visita dell’integerrimo Mattarella, anche nella veste di vittima di mafia, rendono giustizia a quanti nella Locride hanno duramente combattuto la battaglia dell’antimafia, spesso gratuitamente.
Onore anche a quelli che sono stati colpiti, sia dalla mafia, sia dall’antimafia.
Ma non vogliamo parlare di noi e di quanto a noi sia costata, materialmente e nella nostra onorabilità, la persecuzione che abbiamo subito da parte dell’Antimafia.
Vorremmo parlare di te.
Noi ti accusiamo fraternamente di aver sbagliato legittimando la persecuzione giudiziaria e istituzionale subita dalle nostre cooperative antimafia negli ultimi 1o anni (quelle che ora tornano in auge). Ti accusiamo di aver contribuito a distorcere le originarie finalità di promozione e di inclusione sociale, attraverso la riconquista della dignità con il lavoro.
Vedi, in Sicilia un grande movimento autoctono, non eterodiretto, anche cattolico (si devono nominare i vari eroi, i Mattarella, gli Impastato, i Puglisi…?), ha contrastato la mafia per liberare quella terra dal pizzo, dalla corruzione e dall’intimidazione.
Nella Locride, fin dagli anni ’80. cioè da più di trenta anni, un movimento soprattutto cattolico, di giovani e donne, riuniti in cooperative, ha fatto antimafia, quando nessuno aveva il coraggio di farlo, neanche le istituzioni. Vuoi che ti ricordiamo la cooperativa COJMA o la cooperativa COSSEA, nata su quel solco, o Teresa Vesuviano o la Valle del Bonamico’.
Esperienze dal basso, imperniate sul lavoro, che non solo hanno combattuto la mafia e sono
state oggetto di gravissimi attentati, ma volevano cambiare la Calabria. Restare e cambiare:
sogni e utopie.
Tu politicamente ci hai fatto massacrare dalle persecuzioni giudiziarie e dal disdoro dei
pettegolezzi. Tu politicamente stavi con i potenti: con le procure e con le prefetture. Hai scelto
come altri, cio che ti è convenuto. Noi, che pur non eravamo contro le istituzioni, ma volevamo
conquistare un’altra Calabria, siamo stati puniti per questo, messi nella gogna. Alla fine però il
tempo è stato galantuomo, ha provveduto la Provvidenza; i tribunali ci hanno dichiarato
innocenti e in questi giorni di riabilitazione, sia pur tardiva, ci incoronano vincitori.
Abbiamo detto scuole, ma d’eccellenza diciamo lavoro, ma duro e produttivo.
I nostri gruppi cooperativi hanno prodotto camicie e pantaloni, lamponi e maiale nero caro
a Renzi, il nostro maiale nero lo vendiamo in gran parte a Pontassieve, lo sapevi?
Oggi il maggior gruppo cooperativo confessa che i tre quarti del fatturato, 5 milioni su 6 e mezzo,
provengono da soldi pubblici., cioe da ospitalità ad immigrati e fasce deboli. Cioe assistenza.
E’ questa la nostra prospettiva? E‘ questo che vogliamo?
II seme che abbiamo piantato puro, sta dando frutti: ci sono tante iniziative di lavoro agricolo
anche di ragazze; vedo piccole aziende in tutti i settori, che cercano sbocchi di mercato, nostre
aziende continuano a vivere, a produrre lamponi, ad allevare maiali neri, a cucire capi di
abbigliamento.
Locri, li 15 marzo 2017 Natale Bianchi e Piero Schirripa