Roberta denuncia a “Le Iene” la vicenda. Il titolare dell’appartamento avrebbe spiato le sue inquiline con telecamere fissate nelle stanze da letto
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«Un proprietario straordinario, molto disponibile, ma allo stesso tempo la sua tanta disponibilità ci è sembrata abbastanza strana. Aveva questa cosa che doveva rimanere a parlare per ore ed ore». Così Roberta 21 anni, studentessa di Biologia all’Università della Calabria, descrive il proprietario dell’appartamento a Rende che ha piazzato delle telecamere nella sua camera da letto. Un caso finito al centro della puntata de Le Iene andata in onda su Italia 1. «Mai una battuta fuori luogo».
Un proprietario dunque da cui «mai ti aspetteresti di trovare di soppiatto nella tua stanza», evidenzia la trasmissione.
«Il suo primo atteggiamento che non mi è piaciuto – racconta a “Le Iene”, Roberta – quando arrivai a casa alle 11 del mattino e me lo sono trovato con degli “elettricisti” dentro la mia stanza. E c’erano tutte le stanze aperte – che prima erano state chiuse a chiave – con lui che faceva questi lavori».
Secondo la giustificazione fornita dal proprietario ci sarebbero stati dei “guasti alla linea elettrica”. Una giustificazione a cui Roberta ha creduto. Poi la stessa 21enne parte per la vacanza ma al suo ritorno nota alcune novità. «Erano state fatte alcune modifiche alla mia stanza – dice -. Prima avevamo una lampadina sospesa su un filo e poi all’improvviso sono comparse queste plafoniere e qui trovavi questo buchino che puntava esattamente sul mio letto. Però non ci avevamo fatto caso fin quando il mio ragazzo non ha notato questa luce blu: “Qui c’è qualcosa che non va”.
Da qui nasce l’interrogativo del giovane e l’ispezione alla plafoniera: «Non vorrei ci fosse una telecamera. Un cacciavite ce l’hai?». Un’ispezione che porta alla scoperta della telecamera all’interno del portalampada. Non solo, sarebbe stato riscontrato un vero e proprio sistema di registrazione che consentirebbe di immagazzinare le immagini all’interno di una memoria. Un sistema che si fa notare durante la trasmissione consentirebbe di guardare le riprese in diretta e di comandare a distanza la telecamere grazie al wi-fi. ֿ«Lui oltre al wi-fi, nonostante la rete funzionasse benissimo – sottolinea Roberta – ha voluto installare i ripetitori. Capisco ora a cosa gli servivano».
Nel racconto mandato in onda su Italia Uno, l’uomo non si sarebbe solo limitato a osservare a distanza la ragazza, ma avrebbe frugato tra le sue cose. Cercando anche nel cassetto dell’intimo. Alla scoperta di quanto stava avvenendo come prima reazione la ragazza ad iniziato a gridare. «Pensavo arrivasse e mi facesse del male», racconta. Poi la denuncia ai carabinieri. «Avete controllato se ci sono nelle altre stanze – chiedono i militari all’arrivo nella casa -. Abbiamo controllato ed abbiamo notato che c’erano in tutte le stanze. Tutte puntate in direzione del letto». Una scoperta che crea allarme in tutte le altre ragazze inquiline dell’appartamento. Con un’altra considerazione: «Era lui a dirci come posizionare i letti nelle stanze».
«Mi auguro che si sia limitato ad un uso personale», dice Roberta.
Una constatazione amara che segue quella ancor più dolorosa del rischio che nonostante la denuncia il proprietario possa uscire indenne dall’indagine visto che i carabinieri dopo l’ispezione a casa del proprietario non avrebbero riscontrato materiale compromettente. Ma, evidenza “Le Iene”, dalla denuncia avvenuta il 25 agosto scorso, l’ispezione avviene solo a settembre. Tutto il tempo dunque di sbarazzarsi di qualsiasi cosa.
Una situazione che si sarebbe potuta replicare anche successivamente. Visto che le telecamere de “Le Iene” ritornando nell’appartamento poi lasciato da Roberta riscontrano nuove anomalie: la presenza di non indentificati dispositivi collegati alla rete wi-fi della casa.
Una circostanza che fa scattare l’allarme: le nuove inquiline chiamano con uno stratagemma il proprietario che viene intervistato dalle Iene. L’uomo, nell’intervista, tenta di tranquillizzare le ragazze, ma rifiuta un’ispezione a casa sua: «A fare che?», replica. Da qui la chiamata nuovamente ai carabinieri che arrivano nella casa “incriminata” e avviano nuove indagini. «Sono delusa – chiosa infine Roberta – e senza speranze perché non è possibile che io faccio quello che voglio e non ne pago le conseguenze».