Mar. Ago 20th, 2024
La Polizia di Stato di Ragusa ha disarticolato un gruppo criminale composto da 15 volontari dei vigili del fuoco, del Distaccamento di Santa Croce Camerina, che avrebbero appiccato incendi e simulato richieste di soccorso al fine di percepire ingiuste somme di denaro dallo Stato (10 euro circa per ogni ora di volontariato in caso di emergenze). Dalle indagini della squadra mobile di Ragusa è emerso che il capo del gruppo durante il turno come volontario si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l'autobotte a spegnere le fiamme. Ragusa, 7 agosto 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA DI STATO DI RAGUSA +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Partito come sperimentazione in Lombardia nel 2010, il numero unico per le emergenze 112 è ora attivo in 11 regioni, ma l’obiettivo è di arrivare ad avere lo stesso servizio in tutta Italia entro il prossimo anno. Nella giornata europea del Numero Unico di emergenza Europeo 112, lo ha spiegato il direttore generale di Areu (cioè l’azienda di emergenza urgenza della Lombardia) Alberto Zoli, che ha tracciato un bilancio di cosa è accaduto in questi dodici anni, da quando il servizio è stato avviato prima a Varese e poi in tutta la regione. Bastano due dati per spiegare i risultati: sono state 43,2 milioni le chiamate a cui gli operatori del servizio hanno risposto, facendo da primo filtro per poi girare le emergenze secondo il caso a polizia, carabinieri, 118 o vigili del fuoco, e soprattutto nonostante (anzi grazie) a questo filtro i tempi per processare le chiamate si sono ridotti di 45 secondi. Il filtro permette di ‘scartare’ le telefonate non appropriate (che sono oltre il 50%), ma anche di evitare ad esempio che carabinieri e polizia vengano entrambi chiamati da persone diverse su uno stesso evento. E in più, concentrando le risorse in alcune centrali operative (in Lombardia sono tre a Milano, Brescia e Varese) si possono avere attrezzature molto avanzate. Fra i servizi disponibili quello di traduzione, che permette di avere immediatamente l’assistenza di un interprete in 24 lingue diverse, e soprattutto come AML, l’advanced mobile location, che permette, una volta ricevuta una chiamata, di localizzare lo smart phone da cui viene fatta anche se non ha la geolocalizzazione attiva. Servizio essenziale per chi ad esempio ha incidenti nei boschi o non è in grado di dire dove si trova. Un caso come quello di Simon Gautier, trovato morto in un burrone nel Cilento dopo giorni di ricerche “non sarebbe accaduto” ha spiegato Zoli. La media di chiamate alle tre centrali dove lavorano 160 operatori è sceso dalle 18 mila iniziali alle 12mila perché “la gente ha imparato e sono diminuiti gli scherzi”. E con la stessa modalità operativa a livello nazionale, si può anche andare in soccorso dei vicini: se la centrale della Liguria va in ‘disaster recovery’ interviene Milano, se succede in Friuli arriva in aiuto la centrale di Brescia. “Siamo orgogliosi di aver messo in piedi questa organizzazione – ha concluso – che nasce qua ed ora è nazionale”.

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