Siderno (RC), ottobre 2024 – Nuovi disagi, vecchi problemi. Non si arresta il calvario quotidiano dei pendolari della linea ferroviaria Jonica calabrese, che ancora una volta si trovano a fare i conti con ritardi, cancellazioni improvvise e una gestione inadeguata del servizio. Stamattina, l’ennesima denuncia da parte degli utenti, ormai stanchi di subire una situazione diventata insostenibile.
Continua....
Il caso di oggi: treno cancellato a Melito Porto Salvo
La segnalazione arriva dai passeggeri del treno regionale 5525, partito regolarmente da Siderno alle 6:36 e diretto a Reggio Calabria Centrale. Il viaggio sembrava proseguire senza problemi fino alla fermata di Melito Porto Salvo, dove, in maniera del tutto inaspettata, il convoglio è stato cancellato. I passeggeri, tra cui numerosi lavoratori e studenti, sono stati costretti a scendere dal treno alle 7:40, lasciati in attesa di un collegamento sostitutivo.
“Dopo un’ora di attesa siamo stati trasferiti su una littorina in partenza alle 8:38, sempre diretta a Reggio Calabria, ma ormai era troppo tardi per recuperare il ritardo accumulato”, racconta uno dei pendolari coinvolti. “Disagi del genere accadono ormai quotidianamente e per chi, come noi, dipende da questi mezzi per raggiungere il lavoro, è diventato un incubo”.
Una protesta che va avanti dal 2015
Non è la prima volta che i pendolari della fascia Jonica calabrese sollevano il problema. Dal 2015, le lamentele per un servizio ferroviario considerato “vergognoso” e “irrispettoso” non si contano più. L’Associazione Pendolari Jonica (APJ), guidata da Titti Mauro, continua a raccogliere testimonianze e segnalazioni di utenti esasperati, che denunciano la cronica mancanza di puntualità, la soppressione improvvisa di treni e la carenza di comunicazioni da parte di chi gestisce il servizio.
“I pendolari sono i veri datori di lavoro delle Ferrovie, poiché pagano con i loro biglietti e abbonamenti un servizio che non funziona. Quello che ci viene offerto è ridicolo e irrispettoso”, afferma Titti Mauro, Presidente dell’APJ, che ha nuovamente chiesto chiarimenti alla Direzione Superiore delle Ferrovie dello Stato.
Un appello inascoltato?
La denuncia dei pendolari della fascia Jonica non si limita solo al disservizio odierno, ma rappresenta un atto d’accusa verso un’intera gestione ferroviaria che sembra ignorare le esigenze di chi ogni giorno deve affidarsi al treno per motivi di lavoro o studio.
Nonostante le ripetute segnalazioni, la situazione sembra non migliorare. “Non si può più tollerare questo maltrattamento costante”, prosegue Titti Mauro. “Non siamo solo numeri o biglietti. Ogni giorno paghiamo un servizio in anticipo, e in cambio riceviamo ritardi, cancellazioni e nessuna spiegazione. È inaccettabile. Chiediamo che vengano presi provvedimenti seri e immediati per risolvere questa situazione”.
Il futuro del trasporto pubblico nella fascia Jonica
La linea Jonica, che attraversa una delle aree più belle e remote della Calabria, dovrebbe rappresentare un’importante infrastruttura per la mobilità di migliaia di cittadini. Eppure, a fronte di un potenziale enorme, il servizio ferroviario sembra essere abbandonato a sé stesso. Le conseguenze di questa inefficienza si ripercuotono non solo sulla qualità della vita dei pendolari, ma anche sull’economia locale, già segnata da profonde difficoltà.
I pendolari, esasperati, non chiedono altro che un servizio dignitoso e affidabile, un diritto che ogni cittadino dovrebbe poter esigere. “Continueremo a denunciare e a far sentire la nostra voce”, conclude Mauro, “fino a quando non vedremo risultati concreti e tangibili. È ora che la direzione delle Ferrovie prenda atto delle proprie responsabilità e intervenga per garantire un servizio all’altezza delle aspettative”.
La protesta dei pendolari della Jonica non si spegne e, anzi, si fa sempre più forte, alimentata da una rabbia che nasce da anni di promesse disattese e da una gestione che sembra non tenere conto delle necessità dei suoi utenti. Sarà questa la volta buona per vedere un cambiamento?
Conclusione
Mentre la Direzione delle Ferrovie continua a rimanere silente di fronte alle richieste, la voce dei pendolari cresce. Una cosa è certa: finché i problemi non verranno risolti, la battaglia per un trasporto dignitoso continuerà.