Gio. Ago 22nd, 2024

Le relazioni di Arpacal, Arsac e Protezione Civile sostengono la richiesta di stato di calamità avanzata dalla Regione al governo per affrontare l’eccezionale siccità

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La Calabria sta vivendo una crisi idrica senza precedenti, definita una “significativa anomalia” rispetto agli ultimi 30 anni. I report di Arpacal, Arsac e Protezione Civile sono alla base della richiesta della Regione per il riconoscimento dello stato di calamità naturale al governo. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha recentemente confermato l’impegno del governo verso le regioni più colpite, con un’attenzione particolare per la Calabria, oltre a Sicilia, Puglia e Basilicata.

Il dossier sull’emergenza siccità in Calabria è stato presentato dalla Giunta regionale guidata dal presidente Roberto Occhiuto. Nel documento, si evidenzia l’impatto devastante di una prolungata ondata di siccità che ha colpito la regione da luglio 2023 a giugno 2024. Secondo l’Osservatorio permanente degli utilizzi idrici del Distretto Idrografico Appennino Meridionale, lo “Standardized Precipitation Index” (SPI) ha raggiunto livelli allarmanti di siccità, con un impatto particolarmente grave sul settore irriguo.

Il report di Arpacal conferma che le temperature sono state costantemente al di sopra delle medie storiche, con picchi significativi in vari mesi. Le precipitazioni sono state scarse, con alcune aree della regione che hanno registrato meno del 70% delle piogge medie storiche, e in alcune zone i valori sono scesi addirittura sotto il 40%.

Questa situazione ha avuto effetti devastanti sull’agricoltura e l’economia locale. Le colture autunno-vernine hanno subito forti riduzioni nelle produzioni cerealicole, mentre il settore zootecnico, compresa l’apicoltura, ha subito danni significativi. La crisi idrica ha aggravato una situazione economica già precaria per molte aziende agricole calabresi.

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