La Consigliera Regionale evidenzia l’urgenza di superare i vincoli normativi che ostacolano il potenziamento del servizio sanitario
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La disponibilità e il reclutamento di personale nel servizio sanitario calabrese rappresentano la prima grande emergenza di un sistema in affanno da troppi anni. I vincoli che regolano l’accesso al settore, in vigore ormai da troppo tempo, costituiscono un vero e proprio nodo scorsoio al collo del servizio sanitario. Per le regioni in piano di rientro, come la Calabria, quel nodo è ormai soffocante da tempo. È quanto afferma Amalia Bruni, consigliera regionale del Pd e vice presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale.
“Nei giorni scorsi, il Presidente e Commissario Occhiuto, con la sua solita carica risolutiva, ha annunciato tramite i suoi potenti mezzi di comunicazione l’assunzione di 861 nuove unità per il 2024 nel servizio sanitario calabrese. Sia chiaro, anche una sola unità in più è un risultato positivo, ma andiamo al merito: si riuscirà entro l’anno a espletare le procedure e a mettere al lavoro queste unità? Ce lo auguriamo, ma la storia di questi anni dice il contrario”, sottolinea Bruni.
Si fa poi riferimento ad altri piani assunzionali e, come al solito, si offrono numeri roboanti: duemila, cinquemila unità. Tuttavia, non si tiene conto delle legittime stabilizzazioni già avvenute né dei pensionamenti degli anni precedenti nel servizio sanitario calabrese. Non si possono sbandierare le assunzioni programmate, senza contestualmente indicare il turnover avvenuto nel sistema, altrimenti i dati risultano falsati, sottolinea ancora la consigliera regionale del Pd.
Sempre considerando il merito del decreto, ci sono due punti da sottolineare: all’ASP di Catanzaro, pur avendo un delta positivo di oltre 1,5 milioni rispetto al budget assegnato, non sono state autorizzate nuove assunzioni perché queste erano già state effettuate nel semestre precedente. Inoltre, finalmente viene riconosciuto che “le unità autorizzate ad Azienda Zero devono essere considerate parte dei programmi delle aziende del servizio sanitario regionale”, rimarca Bruni.
Il dato incontestabile è che nulla è cambiato in questi anni di strapotere del commissario Occhiuto, con gli stessi vincoli di spesa sul personale: il budget del 2004 ridotto dell’1,4% e i livelli di produzione dell’anno precedente. Con questi vincoli, non riusciremo mai a ricostruire un servizio sanitario adeguato. Questo doveva essere il primo grande obiettivo da condividere con il governo e il parlamento, anziché annunciare mille nuovi posti letto senza prevedere personale sufficiente per gestirli, poiché i vincoli non lo consentono, conclude la consigliera Bruni.