Mar. Lug 16th, 2024

La Cia denuncia il dilagare della fauna selvatica e la mancanza di controlli efficaci, mentre la Regione approva un piano di gestione straordinario

Continua dopo la pubblicità...


futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

“Dal Pollino allo Stretto arrivano le segnalazioni da parte di agricoltori, sindaci, semplici cittadini che con rabbia e senza poter fare nulla assistono, a causa del proliferare senza freni della fauna selvatica e in particolare dei cinghiali, alla distruzione quotidiana delle colture e di tutto quello che si pianta nel terreno, anche per produzione amatoriale per la propria famiglia, compresa la fauna che nidifica terra”. E’ quanto si afferma in una nota della Cia – Agricoltori italiani secondo cui “l’altissimo numero di cinghiali presenti sul territorio calabrese sta invadendo anche le pochissime aree agricole che ancora non erano ‘contaminate’ dalla loro presenza”. “L’agricoltura calabrese è soggetta alle incursioni notturne – è detto nella nota – con la distruzione delle colture da parte di questi ungulati, incursioni che avvengono anche nei centri abitati mettendo in pericolo la sicurezza delle persone, animali non autoctoni che sono stati immessi a suo tempo per il solo scopo venatorio, aventi dimensioni e prolificità elevate. Ciò è avvenuto senza alcun controllo anche in territori dove il cinghiale non è mai esistito, con una gestione assente o totalmente inefficace. Parte del territorio della provincia di Reggio è stato colpito dalla Psa (Peste suina africana), ad oggi nell’area infetta non ci risultano interventi di eradicazione di questa specie, nonostante il Piano di eradicazione emanato dal Commissario alla sanita della Regione. In quelle aree ormai è scomparsa la cultura millenaria dell’allevamento dei suini ad uso famigliare. Così come nei territori colpiti dalla Tbc bovina, gli ungulati potrebbero anch’essi rappresentare un veicolo di diffusione della malattia, che peraltro, è ancora più pericolosa della Psa in quanto trasmissibile all’uomo”. Per la Cia “i parchi e le aree protette, dove vige il divieto di caccia, sono aree che diventano rifugio per gli ungulati, non è un caso che le zone più colpite dai danni risultano quelle in prossimità di queste zone. La soluzione del problema cinghiali deve essere affidata a chi può risolverla; i cacciatori, al netto dei proclami di solidarietà verso il mondo agricolo, sui territori, non mostrano interesse ad azzerare la presenza di questa specie aliena. Apprendiamo che la Giunta regionale nella giornata di ieri ha approvato le ‘Linee di indirizzo per la redazione del Piano straordinario regionale quinquennale sulla gestione e il contenimento della fauna selvatica e della specie cinghiale. Ne chiediamo l’immediata attuazione sui territori.E pertanto, Cia-Agricoltori Italiani chiede l’immediata attuazione sui territori, attingendo anche a personale non appartenente al mondo venatorio, di quanto previsto dalla normativa in materia faunistica, in particolare dall’ultimo “Decreto Agricoltura” recentemente emanato dal Consiglio dei Ministri”.

Print Friendly, PDF & Email