Mar. Lug 16th, 2024

Il senatore di Ala imputato in cinque processi e condannato a due anni per corruzione: “Nessuno raccoglie la sfida di un confronto pubblico per difendere il mio onore”. Il candidato sindaco: “Non sono imbarazzato”.

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COSENZA – La formazione era così schierata: da destra a sinistra Giacomo Mancini junior, Luca Morrone, suo padre Ennio, il candidato sindaco di Cosenza Carlo Guccione, Denis Verdini e Giuseppe Galati. Un sestetto solido e ‘variegato’ (per storia politica ed età) che al cinema Modernissimo ha preso parte alla conferenza stampa a sostegno dell’uomo del Pd che punta a creare una ‘Grande Cosenza’ insieme al ‘Partito della Nazione’. L’evento è stato organizzato dai rappresentanti cosentini di ‘Ala’, i Morrone, Galati e Mancini, con quest’ultimo che nei giorni scorsi ha elogiato e difeso con grande trasporto sui social l’arrivo a Cosenza del senatore ex Forza Italia, imputato in cinque processi e condannato a due anni per corruzione. Roba da poco evidentemente per il nipote del leader socialista di cui porta lo stesso nome e per i suoi colleghi di movimento. D’altronde, se la cosa sta bene al presidente del Consiglio Matteo Renzi che a Roma tiene in piedi il Governo anche grazie ai voti di ‘Ala’, perché dovrebbe far vergognare i politici bruzi?

In pochi, (forse giusto gli ingenui), si saranno chiesti cosa potrà legare mai, potere a parte, Guccione e Verdini. La risposta è arrivata prima dell’evento del Modernissimo, con tanto di foto (quella in copertina) in primo piano, sul profilo Twitter del candidato sindaco. ‘Condividiamo con Verdini le riforme costituzionali. Alleanza su fatti concreti anche a #cosenza #calabria’ ha specificato Guccione. Poi spazio alla conferenza e alle parole non scritte.
Verdini, a proposito dei processi a suo carico, ha tenuto subito a chiarire che non fa parte di quel genere di persone che dicono di avere fiducia nella giustizia, “perché la giustizia – ha detto – è fatta di uomini e donne pm e giudici. Io ho fiducia nei fatti. Nella requisitoria del pm nel processo in cui sono stato condannato si parla per un’ora e mezza di tutto ciò che è accaduto nel Paese fuorché di me. Tuttavia – ha proseguito – ho fiducia nell’istituzione giustizia che prevede tre gradi di giudizio. È giusto che mi difenda in tribunale, ma nessuno raccoglie la sfida di un confronto pubblico per difendere il mio onore. Vorrei un pool dei giornalisti più esperti che sanno leggere bene le carte giudiziarie per chiedere tre cose: se è vero che non mi viene contestato di aver preso un soldo, se qualcuno ha perso un euro e se non è vero che ci ho rimesso il mio patrimonio personale. Ad esempio nel Giornale di Toscana ho perso oltre dieci milioni di euro. Se queste cose non sono vere sono pronto a dimettermi da senatore”.

Ala e le amministrative

“Le elezioni amministrative – ha detto ancora il leader di Ala – sono una storia a parte da sempre, poi ognuno dà la valenza che ritiene di dare. Per Ala saranno una verifica. Vogliamo testarci in alcuni territori e vedere la rispondenza dei cittadini”.

Guccione senza imbarazzo

Il candidato sindaco Carlo Guccione ha tenuto a sottolineare immediatamente ciò che aveva già espresso pochi minuti prima su Twitter: “Il Pd condivide con Ala le riforme istituzionali – ha dichiarato – che non sono cose di poco conto. La nostra unione si realizza su cose concrete da realizzare”. Rispondendo alle domande dei giornalisti sui procedimenti giudiziari di Verdini, Guccione ha sostenuto: “Sono garantista non a senso unico ma sempre. Ognuno si difende nelle sedi più opportune, in Tribunale. Da parte mia, nessun imbarazzo”. Guccione ha ricordato, a proposito di alleanze trasversali, quando nel 1993 Giacomo Mancini vinse le elezioni grazie all’apertura al Movimento Sociale Italiano. “Mancini aveva intuito una nuova frontiera politica”, ha detto.

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