Mar. Lug 16th, 2024

Il Tribunale amministrativo respinge il ricorso di “Cosenza Popolare”. Ora gli alfaniani sperano nel Consiglio di Stato. Fuori anche il candidato a sindaco Iaconianni. Tutti i nomi degli aspiranti consiglieri esclusi dalla competizione.

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COSENZA La lista “Cosenza Popolare” resta fuori dalle elezioni comunali in programma per il 5 giugno. Il Tar ha deciso di respingere il ricorso presentato dal movimento che fa capo alla famiglia Gentile dopo la ricusazione decisa dalla commissione elettorale di Palazzo dei Bruzi. Un nuovo tassello (non l’ultimo, perché è probabile che la sentenza venga appellata dinanzi al Consiglio di Stato) si aggiunge, dunque, alla tribolata vicenda che vede protagonisti i maggiori dirigenti del Nuovo centrodestra. L’organismo di controllo comunale aveva deciso di escludere “Cosenza Popolare” perché le accettazioni di candidatura dei singoli candidati erano state firmate su moduli datati, non contenenti le prescrizioni in materia di incandidabilità introdotte dalla legge Severino.
Dunque, Enzo Paolini, candidato di una parte del centrosinistra, dovrà fare a meno dell’apporto di “Cosenza Popolare”. I Gentile, comunque, assicurano che il loro sostegno non verrà a meno. E almeno fino a questo momento c’è da crederci. L’abbraccio pubblico Paolini e Pino Gentile, al termine del comizio che ha nei fatti aperto la campagna elettorale dell’avvocato del Pse vale molto. In politica più delle parole, spesso, contano i gesti e chi conosce bene le dinamiche cosentine assicura che quella di ieri è la testimonianza che il vicepresidente del consiglio regionale farà davvero la battaglia per tentare di portare Paolini al ballottaggio.
RESTA FUORI IL “GURU” Il Tar Calabria ha anche respinto il ricorso presentato dal candidato a sindaco Vincenzo “Guru” Iaconianni. Per i giudici amministrativi è corretta la decisione della commissione elettorale di depennare quattro candidati dalla lista “Hettaruzzu Hebdo” «in quanto le sottoscrizioni da essi apposte in calce gli atti di accettazione della candidatura sono state illegittimamente autenticate non già da un funzionario del Comune di Cosenza, bensì dal responsabile dell’ufficio anagrafe del Comune di Cetraro, da un istruttore amministrativo del Comune di Cerisano e da un funzionario del Comune di Montalto Uffugo». I candidati scendono così da 21 a 17, un numero troppo basso rispetto a quello minimo consentito dalla legge per la presentazione di una lista. Si spiega così, dunque, l’esclusione del “Guru” dalla competizione elettorale. «Il collettivo “Hettaruzzu Hebdo” – si legge in una nota – non ricorrerà al Consiglio di Stato. Non avendo ansie di vittoria né di occupare scranni, continueremo campagna nei modi previsti, dissacrando quanto c’è da dissacrare (e non è poco in questa tornata) con leggerezza e ironia e con lo stesso immutato entusiasmo».
I SINGOLI CANDIDATI ESCLUSI I giudici del Tribunale amministrativo hanno poi deciso di escludere dalle elezioni alcuni singoli candidati al consiglio comunali, la cui posizione era stata già segnalata dalla commissione di Palazzo dei Bruzi. Si tratta di Giuliano Ricca, inserito nella lista “Cosenza in Comune” a sostegno di Valerio Formisani, che si è fatto autenticare a Genova l’atto di accettazione della candidatura. Tre gli aspiranti consiglieri depennati dalla lista “Partito della Rivoluzione – Sgarbi” (a sostegno di Mario Occhiuto) ci sono: Enrica Vulcano, Johanna Ginevra, Alessandra Filice. E ancora: sono fuori dalla lista “Cosenza sempre più” (sempre in appoggio a Occhiuto) i candidati Maurizio Apa, Alessandra De Marco, Francesca Greco, Floranna Malizia, Antonio Pellegrino, Filippo Tosti.
LA VERSIONE DI RICCA Dopo avere appreso della sua esclusione, Giuliano Ricca non ci sta e punta il dito contro la struttura burocratica di Palazzo dei Bruzi: «Che ci fosse una deriva privatizzatrice era chiaro! Non ritenevamo però che anche un’autentintica di candidatura dovesse passare quasi solo da canali privati. Ho fatto autenticare la mia firma per accettare la candidatura nella lista di Cosenza in Comune presso l’ufficio anagrafe di un comune diverso da quello in cui mi candido, dopo aver ricevuto l’assenso dell’ufficio elettorale del comune stesso. Lì mi trovo per aver finalmente trovato un lavoro di 4 mesi a 1000 km da casa ma per una norma assurda quella stessa firma non è valida». Per Ricca è «come se se un funzionario comunale di un comune diverso da quello di svolgimento delle elezioni potesse mentire, come se un notaio avesse un grado di affidabilità maggiore di un funzionario pubblico. Infatti, se solo avessi pagato 500 euro per andare da un notaio non ci sarebbero stati problemi oppure avrei dovuto prendere un aereo per un’autentica di candidatura all’ufficio anagrafe di Cosenza. Evviva la democrazia. Spiegata la mia esclusione, dato che in un progetto come il nostro, tutti sono importanti e nessuno indispensabile, continuiamo a lavorare per realizzare un sogno: Formisani sindaco con “Cosenza in Comune” per una città condivisa».
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