L’avvocato anticipa una parte della sua squadra di governo (che comprenderà anche Giuseppe Mazzuca). L’ex vicesindaco: «I sondaggi di Occhiuto ci danno tre punti sopra Guccione. Il Pd? Ha provato a strattonarci ma noi siamo leali»
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COSENZA La notizia che la lista “Cosenza Popolare” – sponsorizzata da Ncd e dai plenipotenziari calabresi del partito ovvero i Gentile – fosse stata riammessa nell’agone delle prossime amministrative del 5 giugno era già deflagrata nella tarda serata di lunedì. Eppure, nella conferenza stampa indetta appositamente per approfondire la questione, la coalizione che sosterrà la candidatura di Enzo Paolini non nasconde l’entusiasmo di un nuovo slancio, rivendicando il ruolo di outsider per la corsa che condurrà a Palazzo dei Bruzi. La saletta riservata del Royal, hotel cittadino storicamente teatro di incontri politici di rilievo (si pensi al vecchio leader socialista Giacomo Mancini o, più recentemente, allo stesso candidato dell’alleanza democratica Carlo Guccione) è piena. Non solo telecamere e taccuini quanto simpatizzanti, candidati che con la decisione del Consiglio di Stato saranno della partita, ex consiglieri comunali vicini al leader del Pse che chiederanno nuovamente la fiducia degli elettori come Roberto Sacco e Sergio Nucci. Al tavolo si siede, oltre ovviamente all’aspirante sindaco, la prima linea della macchina organizzativa messa in piedi da Paolini. Katya Gentile e Giuseppe Mazzuca («voglio ringraziare non solo chi ha manifestato solidarietà ma soprattutto Pino Gentile – dirà quest’ultimo che fungerà da moderatore – per aver mantenuto la parola data, in passato siamo stati avversari ma non nemici. Se sono stato tradito dal Pd? Io sono stato sempre al mio posto, come l’ho appoggiato alle primarie, Oliverio sarà con noi al ballottaggio»). Entrambi, investiti ufficiosamente di un ruolo di primo piano in caso di vittoria finale, dallo stesso avvocato con la passione del rugby: «Non si sono candidati ma stanno facendo un lavoro di squadra, saranno attori della formazione di governo». Tuttavia, come si diceva, in agenda c’è un altro argomento all’ordine del giorno, il ritorno in campo di “Cosenza Popolare”.
Katya Gentile nel suo intervento, breve ma deciso, fa una premessa. «Abbiamo creduto fin dall’inizio alla candidatura di Paolini stipulando un accordo di programma, nonostante qualcuno volesse strattonarci per riproporre la maggioranza di governo a Roma: siamo persone leali, di parola. Tuttavia al tavolo delle trattative, che di fatto non sono avvenute, sono stati fatti degli errori. Prima Presta che dichiarava di non volere i voti di Ncd, poi con la candidatura di Guccione ed Enzo neanche invitato alla concertazione». Per passare poi ad un rapido excursus della vicenda tribolata della sua lista. «Abbiamo presentato la lista alle 18.30 del venerdì antecedente la chiusura dei termini proprio per sopperire eventuali mancanze ed abbiamo provveduto alle integrazioni previste dalla legge Severino domenica sera stessa. Non è valso a nulla. Il Tar ha rinviato il tutto al Consiglio di Stato per motivi che ci sfuggono. E poi il secondo grado del giudizio amministrativo ha ristabilito la correttezza delle cose». Riserva solo energie residuali contro l’alleato di un tempo: «La priorità di Occhiuto erano luci e lucine, feste e festine, per noi invece le esigenze dei cittadini. Sono stata io a provocare la mia defenestrazione, non era possibile condividere scelte politiche ed amministrative quantomeno irregolari e illegittime. Ah – conclude la pasionaria figlia di Pino – alcuni sondaggi di casa Occhiuto ci davano sopra Guccione di tre punti, coll’ex sindaco al 43/46%. Io non mi sono candidata perché ho preferito coordinare con un ruolo di supporto, e poi così ho favorito molte donne che altrimenti non avrebbero partecipato. Siamo tutt’altro che deboli come scrive qualcuno». Chiusura per Enzo Paolini, che a dire il vero mai aveva ceduto allo sconforto o alla sindrome di accerchiamento («la nomenclatura dei partiti e le caste spostano poche centinaia di voti, poi ci sono i cittadini che fanno vincere le elezioni», sottolineerà ancora una volta). «Mi sento leggero – afferma – contento di sostenere una battaglia elettorale al fianco di persone di parola. Quindi né con i propugnatori della doppia morale (il Pd, ndr) che con l’avvento di Verdini pensano di risolvere il malaffare né con chi dice di governare in trasparenza e poi si comporta diversamente (Mario Occhiuto, ndr). Sono felice della mia squadra e del mio programma politico che verrà implementato. La cosa importante è però l’attitudine a realizzarlo, caratteristica, come la coerenza, che non è da tutti». Un pensiero anche per l’esclusione della lista Hettaruzzo Hebdo: «Il mio studio legale li ha assistiti, questa è la migliore risposta a chi mi chiede cosa ne penso della vicenda». Anzi, aggiunge Giuseppe Mazzuca, «alcuni di noi hanno anche autenticato le firme».