di Raffaella Silvestro
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Nella Calabria dei paradossi ce n’è uno che
risulta particolarmente inaccettabile e riguarda il
mondo dell’edilizia: uno dei settori trainanti, se non il
settore trainante dell’economia calabrese che, nonostante i
vividi segnali di ripresa rischia di essere frenato e di
perdere così le occasioni di prospettiva offerte dal Piano
nazionale di ripresa e resilienza e dalle provvidenze messe in
campo dallo Stato come quelle previste nella normativa del
Superbonus. Perché? Presto detto, per il fatto che, nonostante
gli investimenti crescano e con essi la domanda di lavoro, le
imprese calabresi non riescono a reperire manodopera
specializzata”. Lo afferma Maria Elena Senese, segretario
generale
FenealUil Calabria.
“Questa carenza, poi – prosegue – sottende il rischio che i
cantieri possano essere invasi da lavoratori non qualificati e
pronti ad accettare qualsiasi tipo di contratto, tranne quello
edile, pur di lavorare. Cosa bisogna fare quindi. Bisogna,
necessariamente, puntare sulla formazione professionale
attraverso il sistema bilaterale, attraverso gli Enti Scuola
Edili. Occorre un massiccio ricorso alla formazione, con un
piano che preveda come punto di partenza di una nuova cultura
del lavoro già dalla scuola dell’obbligo, offrendo alle ragazze
ed ai ragazzi informazioni utili all’inserimento maturo e
cosciente nel mondo del lavoro. Non bisogna mai dimenticare,
infatti, che accanto all’aggiornamento professionale per gli
operai e i tecnici, in una concezione di formazione continua,
ogni Scuola edile svolge corsi di ingresso in cantiere, corsi
per l’avviamento al lavoro, corsi per la sicurezza e formazione
professionalizzante a carattere integrativo. Gli Enti scuola,
poi, sono accreditati presso la Regione per i servizi di
istruzione e formazione professionale e per i servizi al
lavoro”.
“Gli strumenti per una corretta formazione professionale –
conclude Maria Elena Senese – ci sono, basterebbe che chi
gestisce la cosa pubblica in Calabria decidesse di sostenere
finanziariamente queste esperienze professionali e, così
facendo, compartecipare ai costi della formazione, creare un
nuovo bacino di operai altamente professionalizzati e riscrivere
il presente ed il futuro di un settore, quello edile, che da
sempre è stato motore trainante dell’economia regionale”.