Mer. Lug 17th, 2024

Il Codacons individua otto infrastrutture su cui effettuare «verifiche congiunte da parte di Genio militare e gestori». Chiesto lo stop ai mezzi pesanti per un mese. I dubbi del sindaco di Crotone e l’appello di Adiconsum

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Bloccare per 30 giorni il transito di mezzi pesanti sui viadotti a rischio della Calabria per provvedere ad effettuare verifiche congiunte di sicurezza da parte di Genio militare e gestori delle arterie. È quanto chiede il Codacons. «All’indomani della tragedia accaduta a Genova – è scritto in una nota – il Codacons concentra la sua attenzione sullo stato delle infrastrutture sul territorio, e con riferimento alla Calabria indica una serie di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagine per accertarne il livello di sicurezza: quattro Viadotti Fiume Mesima A2 tra Rosarno e Mileto (pericolanti e sotto sequestro), variante 106 tratto A, ponte Morandi a Catanzaro, viadotto Cannavino a Celico, ponte Petrace tra statale 18 tra Gioia Tauro e Palmi. L’associazione chiede il blocco dei mezzi pesanti su queste infrastrutture così da dare modo ai tecnici di provvedere alle necessarie verifiche sullo stato e la sicurezza della struttura. E con l’impiego del genio militare, non di privati, per realizzare a stretto giro le verifiche necessarie insieme ai gestori, così da minimizzare l’impatto sul traffico». «In questo senso il Codacons – prosegue la nota – ha deciso di diffidare i prefetti. A loro, chiamati in causa quali responsabili diretti della sicurezza pubblica, l’associazione chiede di disporre un blocco “temporaneo” per alleggerire il traffico sui viadotti a rischio: una necessità che s’impone alla luce dei fatti per dar modo di svolgere un’attenta opera di monitoraggio e valutazione del rischio, con disagi minimi per l’economia e il commercio (vista la possibilità per gli autotrasportatori di individuare percorsi alternativi, come accade normalmente allorché i sindaci vietano il passaggio dei Tir nel loro Comune)».

 

I DUBBI DEL SINDACO DI CROTONE SULLA SICUREZZA DI DUE PONTI Il sindaco Ugo Pugliese ha inviato una nota, questa mattina, all’Anas – Area Compartimentale della Calabria – e per conoscenza al presidente della Regione Mario Oliverio in merito alla sicurezza di ponti e viadotti nel Crotonese. Nella lettera il sindaco scrive: «Facendo seguito alle recentissime drammatiche vicende che hanno interessato il Viadotto “Morandi” di Genova e alle preoccupazioni che pure tale evento ha prodotto anche tra le nostre popolazioni, al fine di dare opportune informazioni e rassicurazioni alla popolazione interessata ed anche evitare infondati allarmismi, si chiede di conoscere lo stato di sicurezza relativo alle seguenti strutture stradali in territorio crotonese: cavalcavia in prossimità dell’ingresso nord alla Città di Crotone (caratterizzato da un evidente avvallamento, sin dalla ricostruzione a seguito degli eventi alluvionali del 1996) e cavalcavia su Strada statale 106, in prossimità della Contrada Bucchi (fiume Neto). Per ultimo – pur non essendo interessati territorialmente, ma facendoci tramite delle numerosissime sollecitazioni pervenute da parte dei nostri cittadini che percorrono quotidianamente quella tratta –, si chiedono notizie in merito alla situazione del ponte di Celico».

ADICONSUM: «URGE VERIFICA SU INFRASTRUTTURE CALABRESI» «La tragedia di Genova colpisce al cuore l’Italia intera e impone una seria riflessione sullo stato delle infrastrutture del nostro Paese». È quanto afferma, in una nota, Michele Gigliotti di Adiconsum Calabria. «Il sistema infrastrutturale – prosegue Gigliotti – si basa su grandi opere costruite ormai da più di cinquant’anni. L’alta ingegneria italiana è diventata negli anni modello per l’Europa e oggetto di studi scientifici di tecnici di fama mondiale. Ma non si è pensato di verificare lo stato di ponti, viadotti, strade e arterie di scorrimento attuando manutenzioni per contrastare il naturale logorio provocato dal decorso dei decenni. Nonostante la carenza di infrastrutture nella nostra regione è necessario avviare una task force che coinvolga gli uffici nazionali, regionali, provinciali e comunali e tutti i soggetti preposti al controllo. È imprescindibile il ruolo di coordinamento della Protezione civile per stabilire un cronoprogramma mirato a mettere in sicurezza le infrastrutture del nostro territorio». Per Gigliotti «è noto a tutti che la Calabria da un punto vista morfologico presenti peculiarità e caratteristiche geografiche molto particolari che unite al rischio sismico e idrogeologico rendono assolutamente imprescindibile mettere in sicurezza le opere presenti e allo stesso tempo realizzare strutture nuove che rispettino vincoli ambientali, gli studi geologici, la qualità dei materiali e soprattutto siano sicure».

CORBELLI: «IL PONTE DI SAN FILI È SICURO?» Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede all’Anas se «ritiene, ancora oggi, il ponte di San Fili, il viadotto Emoli 1, sulla statale 107, lungo 356 metri, alto un centinaio di metri, in condizioni di sicurezza e non invece, come ritengono, a giusta ragione, tutti gli automobilisti che vi transitano, fortemente a rischio, un vero e proprio incubo, come e forse più del ponte Cannavino di Celico! Ancora: è vero che da oltre dieci anni non viene fatta alcuna manutenzione su questo importante viadotto situato tra i comuni di San Fili e Rende, sulla strada statale Silana Crotonese percorsa ogni giorno da un numero impressionante di macchine, camion e pullman? È questa, ricordo, l’arteria più trafficata, in particolare d’estate, per raggiungere da Cosenza e da tutto l’hinterland i luoghi di mare della costa tirrenica», afferma Corbelli.

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