Sta suscitando tantissime polemiche politiche, il servizio giornalistico sulla nave dei veleni a Cetraro nella diretta del Giro d’Italia della tappa Pizzo Calabro-Praia a Mare di oggi pomeriggio.
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A seguito del servizio giornalistico della Rai nell’ambito del Giro d’Italia nel quale, è scritto in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale della Calabria, “è stata data notizia del ritrovamento di una nave dei veleni nelle acque antistanti a Cetraro, il consigliere regionale, già Sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta, ha subito informato il presidente della Regione Mario Oliverio che ha immediatamente contattato i vertici Rai al fine di rettificare le notizie infondate sul mare di Cetraro”. “Ho parlato con i responsabili del servizio Rai del Giro d’Italia – ha dichiarato Oliverio – chiedendo una immediata rettifica delle notizie che hanno riguardato una vicenda archiviata dalla magistratura antimafia ormai molti anni fa. Il Giro d’Italia, che è un veicolo di promozione del territorio, e per questo sostenuto dalla Regione Calabria, non può trasformarsi in uno sfregio per questa terra tra l’altro riportando notizie smentite dagli organi giudiziari e ormai datate negli anni. Sarebbe stato opportuno, invece, parlare di Cetraro ed esaltare il riconoscimento della Bandiera Blu ottenuto proprio qualche giorno fa. Cetraro, infatti, si pone tra le mete turistiche più importanti della nautica internazionale come il riconoscimento ottenuto dimostra”. “Così come confermatomi degli organizzatori del Giro d’Italia – conclude Oliverio – attendo fiducioso una rettifica riparatoria di un danno arrecato ad una splendida località turistica calabrese qual è Cetraro”.
“Informerò subito il Governo della vergognosa telecronaca fatta oggi in occasione della tappa calabrese del Giro d’Italia: il passaggio della Carovana rosa lungo la costa tirrenica cosentina, infatti, è stato commentato evocando la vicenda delle navi dei veleni. E’ stata fornita, però, un’informazione non solo parziale ma assolutamente non veritiera, dal momento che il caso – nell’ormai lontano 2009 – è stato archiviato dalla Procura nazionale Antimafia presieduta all’epoca da Piero Grasso: non si trattava di un relitto carico di scorie bensì di una nave passeggeri”. Lo afferma in una nota il senatore del Pd Ernesto Magorno. “Risulta, dunque – prosegue – inaccettabile la ricostruzione e il racconto che sono stati fatti nel corso della cronaca dell’evento sportivo; è stato inferto un danno di immagine grave alla Calabria e in particolare alle comunità del litorale tirrenico cosentino, del quale la Rai sarà chiamata a rispondere in tutte le sedi. A partire dal Parlamento, che sarà investito della vicenda da un’interrogazione che mi appresto a presentare per chiedere come sia possibile che il servizio radiotelevisivo pubblico scada nella disinformazione e nei più retrivi luoghi comuni, finanche nel resoconto di eventi sportivi”.
“Tappa calabrese del Giro d’Italia: gravi errori e informazioni parziali nella cronaca a proposito della nave dei veleni, caso chiuso nel 2009 dall’Antimafia di Piero Grasso. La Rai si scusi, apra un’indagine interna e rimedi al danno d’immagine”. Lo scrive su twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
“Il servizio di cronaca della RAI sul giro d’Italia relativo a Cetraro è una vergogna. Non ci sono altre parole per definirlo. Addolora che il servizio pubblico possa cadere in così grossolani errori nella costruzione di ‘pezzi di colore’ a prescindere dalla verità dei fatti”. Lo afferma in una nota la deputata del Pd Enza Bruno Bossio. “Il Ministero dell’ambiente dell’epoca, nel 2009 – prosegue – dimostrò che la famosa ‘nave dei veleni’ altro non era che un traghetto affondato durante la prima guerra mondiale da un siluro di un sommergibile tedesco. L’inattendibilità del pentito di ‘ndrangheta che aveva parlato della ‘nave dei veleni’ al largo di Cetraro fu, tra l’altro, confermata dal Procuratore nazionale antimafia del tempo, Piero Grasso. Come è stato possibile che la radiocronaca di uno degli eventi sportivi più importanti del nostro Paese e d’Europa sia stata infarcita da tante clamorose sciocchezze senza che il giornalista si preoccupasse di fare almeno una ricerca completa sulla rete? Come è stato possibile che questo stesso cronista, preposto ad un fondamentale dovere di informazione sul servizio pubblico, non si sia posto il problema del danno che poteva procurare ad un territorio che vive di turismo e che proprio in questi giorni ha conquistato la bandiera blu?” “La Calabria – continua Bossio – ha tanti problemi, primo fra tutti quello dell’invadenza della criminalità organizzata sui suoi territori. Nessuno chiede di nasconderli. Anzi alla comunità nazionale e al mondo dell’informazione chiediamo sostegno ed aiuto nella lotta contro coloro che con la loro stessa presenza e invadenza, deturpano l’immagine e frenano la possibilità di sviluppo di una terra bellissima. Ma non è tollerabile che gli sforzi di riscatto che faticosamente i suoi amministratori portano avanti, dai sindaci (che guarda caso sono sempre i primi obiettivi della prepotenza mafiosa) fino al presidente della Regione Mario Oliverio (che ha impostato tutta la sua azione sulla difesa della legalità unita al rilancio della Calabria come terra di accoglienza) possano essere vanificati da servizi che non solo non valorizzano questi sforzi ma alimentano, sulle bufale, tutti i peggiori pregiudizi contro i calabresi”.
“Si denigra il nostro territorio durante il ‘Giro d’Italia’: la Rai ha il dovere di chiarire cosa è accaduto. E chi ha pagato per un servizio promozionale per il proprio territorio ha il diritto di chiedere il rimborso”. Lo affermano in una nota i deputati 5 Stelle Massimo Misiti ed Anna Laura Orrico. “Francamente – proseguono – non riusciamo proprio a capire questa che definiremmo, ad esser buoni, una ‘caduta di stile’ della tv di Stato. Non possiamo, non vogliamo credere che ci sia una volontà di cagionare danno, ma di certo non ci fa bella figura la Rai. Praticamente la Calabria, la costa Tirrenica ne sono uscite a pezzi. Ci domandiamo cui prodest? Ci domandiamo a chi giovi offrire un’immagine cosi deturpante di una regione già fortemente provata da un’economia in forte difficoltà e che vive, o dovrebbe vivere, di turismo. Ma che diavolo c’entrano notizie di questo genere con una corsa ciclistica? Siamo indignati. Basta con gli stereotipi, basta con l’offendere un territorio ed un popolo che lotta per fare emergere gli aspetti positivi e puliti. È vero, in Calabria c’è la ‘ndrangheta, così com’è anche nel resto d’Italia (qualcuno lo sta scoprendo solo negli ultimi anni), ma c’è anche tanta gente perbene, cioè la stragrande maggioranza dei calabresi che non merita certamente questo tipo di pubblicità. Se l’intento del ‘Giro d’Italia’ è quello di promuovere i territori che attraversa, c’è da dire che chiunque abbia pagato per godere di un servizio promozionale avrebbe tutto il diritto di farsi rimborsare”.
“I pregiudizi sono duri a morire, specie quando nascono da una scarsa conoscenza dei fatti. Ma diventano insopportabili quando a veicolarli è quello che dovrebbe essere il servizio pubblico radiotelevisivo, il quale dovrebbe, per definizione, essere latore di un’informazione solidamente ancorata a fonti attendibili e verificate”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Pd Domenico Bevacqua. “Associare Cetraro – prosegue – esclusivamente alla vicenda cosiddetta ‘nave dei veleni’ è a dir poco sconcertante, specialmente se si pone mente al fatto che la vicenda medesima è stata archiviata dalla Procura Nazionale Antimafia, essendosi rivelata la menzogna di un pentito di ‘ndrangheta. Ci tengo a ricordare che la Commissione Ambiente da me presieduta ha dedicato una lunga analisi, anche con sedute apposite e in loco, per comprendere al meglio lo stato dei fatti, interloquendo con i comitati territoriali e coinvolgendo l’Arpacal e i vertici dell’Asp. L’esito delle indagini intraprese è stato negativo: nulla è emerso rispetto a quanto con leggerezza era stato diffuso. Ciò non vuol dire che, naturalmente, in presenza di nuove, non ci si attiverà come doverosamente si è sempre agito. Resta fermo, però, che Cetraro, il Tirreno e la Calabria tutta non possono essere identificate con la cronaca nera. A nessuno è concesso insozzare le vite di tanta gente onesta che ogni giorno si impegna per un presente migliore”. “Ecco perché – conclude Bevacqua – condivido l’allarme delle comunità interessate e degli amministratori dei territori e sono al loro fianco nel rivendicare rispetto per la verità”.
Davvero tantissime polemiche in giorno che doveva essere di festa e invece è diventato delle polemiche della rabbia….
QUESTO E’ IL LINK DELLA TELECRONACA DELLA 7° TAPPA PIZZO CALABRO-PRAIA A MARE
E sulla questione è arrivata sul forum di Cicloweb, la risposta del giornalista di RaiSport Stefano Rizzato che ha letto in diretta la notizia: “Chi voleva ascoltare ha sentito il racconto di come Cetraro sia stata al centro della cronaca per le rivelazioni datate 2009 di un pentito di ‘ndrangheta riguardo le cosiddette “navi dei veleni”, rivelazioni che furono verificate e considerate senza fondamento dal ministero dell’Ambiente.
Il mistero resta, non riguarda solo Cetraro e il suo relitto, in attesa che prima o poi si vada abbastanza a fondo.
Questo si è detto e non vedo quali polemiche possa suscitare.”
E a suggello di questa giornata Una rapina a ufficio postale al passaggio del Giro d’Italia a Diamante. Due uomini si sono impossessati di 14 mila euro nel cosentino
È di 14mila euro il bottino della rapina compiuta nell’ufficio postale di Diamante al momento del passaggio del Giro d’Italia. Due uomini, col volto coperto da caschi integrali e armati di mazze, sono entrati ed hanno sfondato i vetri delle casse, arraffando tutto ciò che era contenuto all’interno dei cassetti. All’interno della filiale c’erano solo tre impiegate che, avendo intuito ciò che stava per accadere, si sono rifugiate in un ufficio e hanno dato l’allarme. Ai carabinieri hanno poi raccontato di aver sentito un motorino allontanarsi velocemente.