Dalla Calabria, per superare controlli anche nello Stretto
Cocaina, marijuana, hashish.
Erano le droghe che il gruppo di Giostra sgominato dalla Guardia di finanza di Messina faceva arrivare
dalla Calabria, tramite collegamenti con base operativa a Reggio Calabria e nelle roccaforti ‘ndranghetiste
di San Luca e Melito Porto Salvo.
Fornitori che non si fermavano neppure durante il Covid: durante la pandemia, per eludere i controlli
delle Forze di Polizia e poter beneficiare, nel contempo, di un canale di passaggio prioritario sullo Stretto,
provvedevano alla consegna dello stupefacente a Messina utilizzando autoambulanze. E’ quanto emerge
dall’inchiesta della Dda della Città dello Stretto.
Le indagini della Guardia di finanza di Messina hanno permesso anche di individuare a Catania un
secondo canale di approvvigionamento, parallelo al primo ‘calabrese’. Sarebbe quello con persone attive
nel quartiere San Cristoforo del capoluogo etneo. Le Fiamme gialle avrebbero anche i individuato una
capillare rete di pusher e intermediari, responsabili della gestione operativa del narcotraffico: dalla
consegna al dettaglio ai singoli clienti, sino alle forniture più significative Disposto ed eseguito anche un
sequestro di unità immobiliari, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo stimato di circa
500.000 euro. Allo stesso tempo è emerso come 17 soggetti, dei 61 destinatari dell’ordinanza cautelare
emessa dal Gip su richiesta della Dda di Messina, risultassero percettori o beneficiari di reddito di
cittadinanza
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