Mar. Lug 16th, 2024

Luberto: traffico stupefacenti deve avere legittimazione ‘ndrine

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“La cosca interagiva con i Gallace, che rivendeva la marijuana, e con le famiglie Nirta e Strangio nel reggino per quanto riguarda la compravendita di cocaina”. A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i risultati dell’operazione “Prisoners tax” che ha portato a misure cautelari nei confronti di 25 persone accusate di far parte di un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti che faceva capo alla cosca Procopio-Mongiardo di Soverato. “Una parte della cocaina trattata dal gruppo criminale era destinata al mercato avellinese” ha aggiunto Gratteri. “Il traffico di stupefacenti – ha ribadito il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto – deve avere una sua legittimazione in seno all’organizzazione mafiosa. Si ripete lo schema operativo di Last Generation, operazione che un mese fa ha portato all’arresto di un altro gruppo criminale che operava sempre su Soverato. Tra i due gruppi emerge un contatto, Raffaele Campagna, destinatario di misura in entrambe le operazioni”. “Al vertice dell’organizzazione criminale colpita dall’operazione ci sono tre persone – ha detto il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro il colonnello Giuseppe Carubia – Domenico Procopio, Carmine Procopio e Giuseppe Corapi. Erano loro che tenevano i rapporti con i narcos e a loro si rivolgevano gli affiliati e i referenti dell’organizzazione per ogni decisione che riguardava l’approvvigionamento, i prezzi da praticare e ogni altra decisione di rilievo”. “Diversi sono gli episodi di estorsione nei confronti degli assuntori che non pagavano. In un caso, con la minaccia di gravi ritorsioni, gli indagati si sono fatti consegnare i soldi dai genitori di un ‘cliente’ – ha detto il comandante del comando provinciale di Catanzaro, Marco Pecci -. Centodieci persone sono state deferite all’autorità giudiziaria, sono stati registrati oltre 100 riscontri di attività di spaccio e sono stati sequestrati 7 chili di droga tra marijuana e cocaina”. “Le piazze di spaccio erano, nel Soveratese, San Sostene, Davoli, Gasperina e Montepaone – ha spiegato il comandante della compagnia di Soverato, Gerardo De Sena -. In particolare San Sostene era una base logistica, un punto di ritrovo operativo importante per il sodalizio che qui incontrava i reggini per rifornirsi di cocaina ma incontrava anche esponenti delle cosche del vibonese che erano interessate all’affare illecito legato al taglio boschivo. In particolare in un bar di San Sostene vi era la base operativa dove avveniva la riscossione dei crediti. A Gasperina la piazza era gestita un intero nucleo familiare, genitori e figli minori che si occupavano dello spaccio tra le mura domestiche. Nel corso delle indagini, 12 persone sono state arrestate in flagranza di reato, tra questi, due genitori sorpresi ad occultare la droga nella stanza dei figli”.

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