Gio. Ott 17th, 2024

Tre anni di carcere per Giuseppe Armata e Nicolò Tardino, accusati di favoreggiamento nella fuga del “commercialista” della droga

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Il Tribunale di Marsala ha condannato Giuseppe Armata e Nicolò Tardino, entrambi originari di Mazara del Vallo, a tre anni di carcere ciascuno per aver favorito la latitanza del noto narcotrafficante Vito Bigione. Quest’ultimo, soprannominato il “commercialista” per le sue abilità organizzative, è stato condannato a 15 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, avendo orchestrato imponenti operazioni di importazione di droga dal Sudamerica, in collaborazione con le cosche della ‘ndrangheta di Platì e la famiglia mafiosa mazarese degli Agate.

Bigione era latitante dal luglio 2018, dopo una condanna della Corte d’appello di Reggio Calabria, e fu catturato nell’ottobre dello stesso anno in Romania, grazie a un’operazione internazionale coordinata dalla Dda di Palermo, in collaborazione con la Squadra mobile di Trapani, la polizia romena e l’Interpol.

Le indagini, condotte tramite mezzi tradizionali e tecnici, hanno permesso di identificare una rete di persone che, in vario modo, avevano supportato la latitanza di Bigione. Armata e Tardino sono stati accusati di aver procurato la sua fuga all’estero, fornendo alloggio e assistenza economica. Il pm Francesca Dessì, della Dda di Palermo, ha invocato la loro condanna per il reato di procurata inosservanza di pena.

Bigione, con una lunga storia di traffici di stupefacenti risalenti agli anni ’90, si era reso già latitante in Namibia, dove aveva riorganizzato i suoi traffici utilizzando pescherecci d’altura. La sua vicinanza a potenti clan mafiosi e la collaborazione con organizzazioni criminali sudamericane lo hanno reso una figura centrale nel narcotraffico internazionale.