Si è concluso con due assoluzioni e sette condanne, per un totale di poco oltre 50 anni di reclusione, il filone in ordinario del processo denominato “Villeneuve”, che prende il nome da un’indagine antidroga che ha riguardato decine di indagati, molti dei quali sono stati già giudicati con il rito abbreviato.
In dibattimento sono andati 9 imputati, per i quali la Procura distrettuale reggina, rappresentata dal sostituto procuratore Giovanni Calamita, aveva concluso con la richiesta di 8 condanne e un’assoluzione.
Secondo la Procura antimafia e dal contesto investigativo è emerso che gli imputati avrebbero fatto parte, a vario titolo e con modalità differenti, di una articolata e vasta organizzazione specificatamente dedita all’acquisito, commercio, trasporto, consegna e commercializzazione dal Sud America all’Italia di rilevanti quantità di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
L’indagine “Villeneuve” è scaturita dall’omonima operazione antidroga eseguita dagli investigatori del Gico e del Goa del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza coordinati dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria. Le fonti di prova rappresentate dalla Dda reggina si fondano essenzialmente su tre elementi pregnanti: le intercettazioni telefoniche, alcuni sequestri di droga e incontri a Brindisi.
Secondo l’accusa, infatti, ci sarebbe stato anche un tentativo di importazione nel territorio italiano dalla Colombia di un quantitativo importante di cocaina che doveva arrivare al porto pugliese sotto un carico di copertura costituito da carbone.
Nel corso della discussione le difese intervenute, tra cui l’avvocato Francesco Febbraio, nell’interesse di Alessio Macrì che è stato assolto, e l’avvocato Giuseppe Spadaro, per Francesco Posca condannato a 4 anni rispetto ad una richiesta a 21 anni di reclusione, hanno contestato la ricostruzione della Dda. I difensori, compresi anche gli avvocati Aloi, Auguadro e Stigliani, hanno in particolare evidenziato una serie di contraddizioni sul contenuto delle intercettazioni e in diverse circostanze la mancanza di riscontri rispetto all’ipotesi investigativa.
Al termine della camera di consiglio il Tribunale di Locri, composto dalla presidente Annalisa Natale coadiuvata dai giudici Vanessa Manni e Cristina Foti, ha riconosciuto la penale responsabilità in capo di 7 imputati, pur escludendo alcune circostanze aggravanti e alcuni reati, mandando assolti gli altri 2 imputati con formula ampia.
Il collegio ha riservato il deposito delle motivazioni nel termine di 90 giorni.
La sentenza
Condannati
Francesco Posca (4 anni di reclusione)
Walter Ferrero(13 anni e 8 mesi)
Massimo Cesaria(7 anni)
Gaetano Sangiorgio(3 anni)
Santo Maffei(14 anni)
Maria Muzzolini(6 anni e 9 mesi)
Teodoro Barbetta(4 anni e 2 mesi)
Assolti
Carmelo Maviglia Alessio Macrì
Le motivazioni
Il collegio del Tribunale di Locri, letto il dispositivo, si è riservato il deposito delle motivazioni entro il termine massimo di novanta giorni.
FONTE GAZZETTA DEL SUD
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