Il premier: “Gran parte dei problemi di oggi dipendono dal fatto che ci sono persone non vaccinate”. Poi sottolinea: “La Dad provoca disuguaglianze”
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“Questo è un anno che dobbiamo affrontare con realismo, prudenza ma anche con fiducia e soprattutto con unità“. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa sulle recenti misure e decisioni del governo sul contrasto alla pandemia Covid, tra cui l’obbligo vaccinale per gli over 50.
“Abbiamo superato sfide grazie alla determinazione e l’impegno dei cittadini, delle parti sociali, del governo e del Parlamento. Abbiamo tutti i motivi per pensare che ci riusciremo anche questa volta” ha sottolineato Draghi. E “il motivo per cui possiamo adottare un approccio diverso rispetto al passato è uno solo, la vaccinazione”, ha affermato.
In conferenza stampa il premier ha fatto “una postilla, non rispondo a domande sui futuri sviluppi, sul Quirinale e altro” ha detto Draghi.
NON VACCINATI – L’obbligo vaccinale dai 50 anni è stato disposto “sulla base dei dati, che dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi” ha spiegato. Draghi ha evidenziato che “le terapie intensive sono occupate per 2/3 da non vaccinati e le ospedalizzazioni lo stesso” e “non dobbiamo mai perdere di vista una constatazione, ovvero che gran parte dei problemi di oggi dipendono dal fatto che ci sono persone non vaccinate“. “Più riduciamo la pressione sugli ospedali più saremo liberi” ha rimarcato.
“Un altro obiettivo di questa conferenza stampa – ha proseguito il presidente del Consiglio – è quello di rivolgere l’ennesimo invito a tutti gli italiani non ancora vaccinati a farlo. Ringrazio veramente di cuore chi lo ha già fatto”.
Quanto alle misure, oggi c’è un “quadro diverso” da quello che ha caratterizzato la fase più grave della pandemia, ha sottolineato il premier. Occorre “colpire il virus senza tenere tutto chiuso“, “vogliamo che l’Italia resti aperta con tutte le cautele necessarie”.
SCUOLA – “Il governo – ha spiegato ancora il premier – sta affrontando la sfida della pandemia e della diffusione delle varianti con un approccio un po’ diverso rispetto al passato, vogliamo essere molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti economici e sociali sui ragazzi e le ragazze, che hanno risentito più di altri delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione”. “La scuola è fondamentale per la nostra democrazia, va tutelata e protetta, non abbandonata – ha scandito – Ringrazio presidi e insegnanti per i loro sforzi”. Il premier ha aggiunto che “le nostre scuole hanno riaperto, proprio come quelle dei grandi Paesi europei… Le politiche di questo governo sono coerenti con questa strategia”, ha rivendicato, e “tutte le decisioni sono state prese sul dialogo con Regioni e comuni, continuo e costruttivo. Alcune decisioni riflettono la discussione con le Regioni” ha detto Draghi, a proposito del rientro a scuola.
“Non andare a scuola e poi in pizzeria e a fare sport? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, non ci sono i motivi per farlo, la situazione è molto diversa grazie ai vaccini – ha ribadito – Il governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza“. Quanto alla didattica a distanza, “basta vedere gli effetti della diseguaglianza tra studenti creata dalla Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico provoca diseguaglianze destinate a restare. Probabilmente ci sarà un aumento della Dad nelle prossime settimane. Ci andranno, ma da respingere è il ricorso generalizzato alla Dad”.
GOVERNO – Riguardo all’azione di governo Draghi ha osservato che “l’esperienza di questi 11 mesi è stata di una maggioranza molto grande in cui occorre accettare la diversità di vedute. Non occorre cercare la mediazione a tutti i costi ma per alcuni provvedimenti importanti l’unanimità è molto importante, e che il risultato della mediazione abbia senso. Per il resto è chiaro che le divergenze e le diversità di opinioni non hanno mai ostacolato l’azione di governo”.
Fibrillazioni nella maggioranza di governo? “Le diversità di vedute che ci sono state su questo decreto sono di gran lunga inferiori a quelle che ci sono state in altre occasioni, come sulla riforma della giustizia. Non è né un’esperienza nuova né particolarmente drammatica”, ha risposto Draghi. Le differenze di vedute sono “naturali”, “l’importante è che nella maggioranza si nota che, nonostante la diversità di vedute, c’è voglia di lavorare insieme e di arrivare a decisioni condivise. Finché c’è quella il governo va avanti bene, quello è l’essenziale”.
RISORSE – Quanto alle risorse, “la legge di Bilancio già prevede stanziamenti per i settori in difficoltà. Ci sono varie misure, per il momento usiamo queste. Stiamo facendo tutti una riflessione per affrontare nella maniera più soddisfacente i bisogni di sostegno determinati da questa ripresa della pandemia. Non escludo si trovino altre risorse, non abbiamo ancora riflettuto se sia necessario uno scostamento di Bilancio“.
CARO BOLLETTE – Poi il caro bollette. “La legge di bilancio ha già stanziato circa 3,5 miliardi per affrontare l’emergenza bollette nel primo trimestre – ha ricordato – E’ previsto vengano presi altri provvedimenti nel trimestre successivo e nei mesi a seguire. Come ho già detto, la via del sostegno governativo è importante ma non può essere l’unica: occorre chiedere a coloro che hanno fatto grandissimi profitti da questo aumento del prezzo del gas di condividere questi profitti con il resto della società”.
In conclusione, il presidente del Consiglio ha spiegato che “questa conferenza stampa avviene come risposta alle critiche che il governo e io in particolare abbiamo ricevuto per non aver fatto la conferenza stampa il giorno in cui il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto. Secondo me c’è stata anche da parte mia e di altri una sottovalutazione delle attese che tutti avevano per quella conferenza stampa, per cui mi scuso e vi prego di considerare questo come un atto riparatorio“, ha concluso.