L’edizione 2023 della manifestazione, interrotta a causa della pandemia, si svolgerà dal 4 al 6 agosto con la rievocazione rinascimentale nel borgo
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Dici palio e pensi a Siena, ma la Calabria ne ha uno che sebbene non goda della stessa fama potrebbe ben fare concorrenza ai toscani. A Stilo il 2023 sarà l’anno dell’atteso ritorno del Palio di Ribusa dopo tre estati di stop a causa della pandemia (l’ultima edizione era stata nel 2019). Il festival del rinascimento calabrese, giunto alla sua XXIV edizione, si svolgerà come sempre nella prima settimana di agosto, dal 4 al 6, all’intero del programma comunale dell’estate 2023. Slogan dell’evento è una citazione di Tommaso Campanella “l’arme, la gloria, lo spirito e la carne”, tratta dalle poesie filosofiche, e le sue opere saranno il filo conduttore degli eventi. A darne notizia pubblicando la locandina è il Comune, organizzatore del festival con il sostegno di diversi enti, tra i quali la Città Metropolitana di Reggio e il Club dei borghi più belli d’Italia, titolo di cui si fregia anche Stilo.
Una manifestazione culturale e popolare che ha origini nel Seicento
Il palio di Ribusa si è imposto come la rievocazione storica di maggior richiamo tra quelle che oggi esistono in Calabria (tra cui il palio del principe a Bisignano, in provincia di Cosenza, e il festival Filocastrum nel Vibonese), e soprattutto la più antica per le origini a cui s’ispira il festival. L’evento prende il nome da un celebre feudo della contea di Stilo (che significa “luogo di rovi”) e si svolge nel borgo antico, dove viene ricostruito un accurato scenario medievale: attraversando l’arco della Porta Stefanina, tra le vie del centro storico per tre giorni si possono incontrare cavalieri, dame, botteghe e artisti di strada. La manifestazione ricorda la cinquecentesca fiera locale, chiamata “fera de Rebusa”, dove ai popolani era consentito esercitare la vendita o il baratto liberamente, in una zona franca dalle leggi imposte dai feudatari, ma anche attirare forestieri e apprendere da loro arti e saperi. La fiera – che insieme a quella reggina della Primavera richiamava visitatori dalle regioni confinanti – aveva un’organizzazione rigorosa, da cui potrebbero imparare tantp gli amministratori odierni: gli spazi assegnati ai venditori erano controllati senza possibilità di situazioni fuori legge, e per far rispettare l’ordine ed evitare sopraffazioni erano nominati due giudici con questo specifico compito, che in seguito divenne di competenza del sindaco.
Il Palio, cioè la spettacolare gara, si svolgeva nel giorno dell’inaugurazione della fiera, e fu istituito forse in onore di San Giorgio, patrono della città di Stilo. La manifestazione tradizionale era stata abbandonata nel Seicento, ma nel 1997, a distanza di ben 280 anni, è stata recuperata grazie a questa originale idea, trasformandola in evento turistico di punta con l’impiego di centinaia di artigiani, attori e comparse.
Durante il Palio, accanto ai mercanti, rivivono scenografici personaggi d’epoca come falconieri, cartomanti, sbandieratori, fachiri, giocolieri, cantastorie, mangiafuoco, trampolieri e burattinai, e il visitatore può assistere a spettacoli a programmazione cadenzata e nel frattempo rifocillarsi nella passeggiata su stradine ripide e lastricate di ciottoli degustando gastronomia tipica, sempre ispirata alle ricette del tempo ma in una contaminazione tra street food contemporaneo e prodotti a chilometro zero. Per rendere perfetta la suggestione, botteghe e “hostarie” sono segnalati con insegne in latino. Momento clou della fiera è lo spettacolo, caratterizzato da una sontuosa parata storica, esibizioni di abilità con spade e bandiere e la giostra preceduta dal giuramento dei cavalieri, alla quale oltre ai cinque casali di Stilo partecipano anche rappresentati dei comuni vicini (Camini, Guardavalle, Pazzano, Riace e Stignano).
Dopo la lunga stasi imposta dallo stato di emergenza pandemica, nel 2022 l’amministrazione Comunale di Stilo aveva partecipato al bando del Ministero della cultura sulle rievocazioni storiche per ottenere un finanziamento, poi l’annunciata edizione del palio non si era tenuta e un’iniziativa simile si era svolta lo scorso novembre con la festa storica per l’Estate di San Martino, che aveva riproposto sfilate in costume ed esibizioni di artisti di strada e stand gastronomici. Adesso l’estate 2023 restituirà al nostro territorio, insieme all’attesissima processione della Varia di Palmi, anche il popolare Palio di Stilo nella sua versione originale. E a unire i due eventi c’è l’interesse della Regione, che con una proposta di legge per iniziativa del consigliere Giuseppe Mattiani ha già indicato la Varia di Palmi come patrimonio regionale calabrese da valorizzare con un fondo annuale attribuito al comune di Palmi per iniziative a sostegno dell’evento, già bene immateriale Unesco, e la comunità che lo organizza.
La proposta di legge del consigliere Cirillo vuole riconoscere il palio come evento a carattere regionale
Il Palio di Ribusa è invece al centro di una proposta di legge presentata all’inizio di maggio dal consigliere regionale Salvatore Cirillo, che prevede la promozione della kermesse da parte di giunta e consiglio regionale senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale, con un patrocinio morale e la divulgazione attraverso i siti istituzionali e altri strumenti di comunicazione. La premessa è il riconoscimento del Palio di Ribusa come evento a carattere regionale: Cirillo fa un excursus ricordando che riferimenti storici della manifestazione si trovano in due documenti trascritti dall’archivio notarile di Gerace e rogati dai notai Scipione Carbonara (nel 1650) e Giuseppe Baldaro (nel 1717). Il Palio di Ribusa era già stato cofinanziato con il Por Calabria Fesr 2007/2013. Sottolineandone la valenza culturale, Cirillo lo inserisce in una promozione più generale delle tradizioni calabresi, come scrive nel testo: “Il riconoscimento di evento a carattere regionale nel medio e nel lungo periodo, consentirà di veicolare una narrazione della Calabria intrisa di cultura e bellezze paesaggistiche, per molto tempo offuscate da una web reputation altamente concentrata su altre dinamiche, poco edificanti che nel tempo hanno trovato ampi spazi soprattutto per la penuria di proposte alternative qualificanti”.
Ed è quello che aveva detto lo scorso anno anche il New York Times, attestando l’appeal della Calabria come meta italiana consigliata per le vacanze ed elencando tra i punti di forza proprio le tradizioni che si celebrano sul nostro territorio per affascinare i turisti con atmosfere del passato. Il NYT ne fa anche un’arma contro l’allarme climatico, perché niente è più ecologico della conservazione di costumi tramandati dall’antichità. Vederli rivivere tra le strade del borgo di Stilo ha richiamato in questi anni un grande afflusso di pubblico, e il prossimo agosto si punta a rivedere quella fiumana di gente ma con la consapevolezza di non sprecare l’occasione di fare del palio qualcosa in più di un semplice evento estivo.