Mer. Lug 17th, 2024

Storia di un controllo sul Por zeppo di irregolarità. Dagli appalti ai Poli di innovazione, dagli aiuti di Stato “allegri” ai concerti jazz pagati con fondi Ue. E il caso dei finanziamenti alle università. Che non avrebbero potuto partecipare ai bandi 

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È spesso tribolato il percorso dei fondi europei. Tra audit, controlli e rilievi, i rischi sono sempre dietro l’angolo. Ed è raro che i problemi segnalati dalla Commissione europea diventino motivo di dibattito pubblico. Più facile che si elogino generici risultati a consuntivo. Succede dappertutto. Oggi il Corriere della Calabria è in grado di riferire proprio di uno degli step critici registrati più di recente. Quando 47 pagine redatte al termine di un audit hanno scandagliato finanziamenti e incentivi sollevando perplessità pesanti, seppur risolvibili in seguito a chiarimenti tecnici. Il documento porta la data del 18 ottobre 2016 e racconta una Regione che – sull’utilizzo delle risorse comunitarie – non pare l’invincibile armata descritta dalla pubblicistica istituzionale.
Il controllo, effettuato su otto interventi (che spaziano tra aiuti di Stato, appalti pubblici e progetti cosiddetti “retrospettivi” – inizialmente finanziabili con risorse nazionali e successivamente inseriti nel Programma operativo) mostra lacune da colmare ed evidenzia il rischio di veder scomparire alcuni milioni di euro. Tutto risolvibile, con un contraddittorio ancora in corso, ma i segnali non sono positivi. La relazione, inviata riservatamente al rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea, contiene le «spese irregolari rilevate durante l’Audit e le rettifiche finanziarie proposte allo Stato membro». Svaria dai lavori per i tapis roulant a Reggio Calabria alle presunte irregolarità riscontrate nelle procedure per il finanziamento dei Poli di innovazione legati agli atenei calabresi. Dall’acquisto di attrezzature per la Protezione civile alla concessione di aiuti di Stato senza badare troppo alle procedute. Che saranno pure noiose, ma vanno seguite.

LA TRASVERSALE DELLE SERRE Primo rilievo: «In diversi casi l’Autorità di gestione non ha classificato correttamente i progetti retrospettivi. Il meccanismo di utilizzo di questo genere di progetti è noto: si spostano le risorse europee da progetti in forte ritardo o “senza speranza” su opere o progetti già in corso, spesso in fase avanzata, che erano già finanziati con altre risorse nazionali. Peccato che la Calabria abbia indicato la Trasversale delle Serre «come progetto ordinario». Sbagliato. E «la Commissione prende atto che il progetto sarà decertificato (è la Regione stessa a spiegare che sarà escluso dalla domanda di pagamento, ndr) e che l’autorità di gestione ha preso nota dell’errata classificazione» di un altro progetto, la “realizzazione sistema ettometro via Giudecca tratto corso Vittorio Emanuele III e via Filippini” (una parte dei tapis roulant di Reggio Calabria).

GLI AIUTI DI STATO Altro tasto dolente: «Le liste di controllo per le verifiche delle operazioni che comportano aiuti di Stato non sono sufficientemente dettagliate». L’Unione europea prevede controlli stringenti sui finanziamenti che comportano questo tipo di agevolazioni. E l’Audit svela che le verifiche effettuate dalla Regione non sono debitamente documentate: non chiariscono quale sia l’analisi effettuata. Manca una “pista” di controllo adeguata per le verifiche di gestione in merito all’intensità dell’aiuto, alla sua conformità alla normativa e all’aumento dell’intensità di aiuto in determinate circostanze. Non è tutto: un altro dei rilievi è riservato alla «determinazione delle dimensioni delle imprese». Non tutti i beneficiari sono ammissibili al regime di aiuti. E i controlli messi in campo nel Fesr calabrese sono considerati un po’ troppo “allegri” dai membri della Commissione. La Calabria ha offerto delle giustificazioni, ma il check up europeo ha chiarito che «il controllore di primo livello fornisce una semplice risposta “sì | no” indicante che il beneficiario (dell’aiuto, ndr) è una Pmi (Piccola o media impresa, ndr) e che l’intensità dell’aiuto corrisponde al bando». Era lecito attendersi qualcosa in più. Specie perché ai pignoli controllori inviati da Bruxelles non è chiaro che tipo di analisi sia stata svolta per verificare il beneficiario sia una Pmi e se siano stati analizzati i collegamenti tra imprese al fine di stabilire le loro dimensioni.

I POLI TECNOLOGICI Non è un interrogativo da poco. Tra i progetti finanziati con i fondi europei, infatti, ci sono anche quelli che riguardano i Poli di innovazione: i soggetti che li gestiscono sono davvero piccole o medie imprese? E come può la presenza di università e, in un caso, del Cnr, influire sull’effetto dei fondi stanziati? Il punto è che sia gli atenei che il Cnr partecipano al capitale dei Poli e intervengono direttamente negli organi di gestione. La presenza delle accademie, secondo una possibile lettura, trasformerebbe le strutture in grandi imprese, mentre il loro finanziamento è avvenuto con intensità di aiuto destinata alle Piccole e medie imprese (che è maggiore). Sarebbe un bel pasticcio per le strutture che si occupano di Beni culturali, Information technology, Materiali, Salute, Logistica e Agroalimentare, tutte legate alle università.

I LABORATORI Altre spine nel giardino del Por Calabria: questa volta tocca ai laboratori. Gli inviati della Commissione europea si concentrano sul progetto Agromater dell’Università Mediterranea. Il rilievo: il Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici ha sancito la coerenza degli interventi con gli obiettivi operativi e specifici del Por Calabria Fesr 2007-2013 e in particolare con la linea di intervento 1.1.1.1. che, però, può finanziare solo le società di gestione dei Poli di innovazione e non già aggregazioni di dipartimento universitari ed enti pubblici come i beneficiari del laboratorio pubblico-privato. In pratica, nel progetto in questione la Regione indica come unici beneficiari ammissibili gli organismi di ricerca o le loro aggregazioni. Al momento di rilascio del parere favorevole del Nucleo, nel 2009, le università invece non venivano indicate come possibili beneficiari nell’ambito dei criteri di selezione per la linea di intervento. È un guaio: «Visto che il progetto in questione – scrivono nelle note conclusive i commissari – non è ammissibile al co-finanziamento sul Por, in quanto non rispecchia i criteri di selezione, la spesa relativa al progetto deve essere decertificata. Inoltre, l’autorità di gestione deve assicurare che misure analoghe vengano intraprese per tutti i progetti dello stesso bando certificati sul Por». Si tratta di 1 milione 126mila euro: secondo la logica europea sarebbero dovuti andare alle imprese aggregate ai Poli di innovazione, nella pratica sono finiti altrove.

I TAPIS ROULANT La “mazzata” più pesante in termini economici riguarda, però, uno dei progetti di Reggio Calabria: la realizzazione di una parte dei tapis roulant in centro. Quel progetto aveva già sostenuto delle spese utilizzando risorse finanziarie comunali prima della concessione dell’assistenza europea. Non risulta, però, un atto formale che lo ammetta al Por, mentre la Regione continua a considerarlo un progetto retrospettivo. Per la Commissione «la relativa spesa non è ammissibile e l’autorità di gestione è tenuta a garantire che sia decertificato l’intero importo della spesa certificata per il progetto fino a questo momento». Nelle tabelle riassuntive, la spesa «irregolare» ammonta a 8,9 milioni di euro.

IL METEO «Carenze negli appalti pubblici» sono state rilevate per l’acquisto di attrezzature meteorologiche. La Regione, in questo caso, sarebbe andata troppo per le vie spicce, senza effettuare «un’accurata indagine di mercato prima dell’attribuzione dell’appalto sulle forniture». È su questo punto che la Commissione chiede chiarimenti, per non essere costretta a considerare irregolare una spesa di 980 mila euro.

JAZZ E TECNOLOGIA Si trovano anche tirate d’orecchie più curiose, a spulciare le carte dell’Audit. Per esempio, nell’ambito del Polo Ict (Information and communication technology) «i revisori hanno riscontrato che per uno dei beneficiari, l’Università di Rende, la tracciabilità dei pagamenti non era chiara né facile da seguire». E hanno pure individuato «alcune spese inammissibili: per i servizi di consulenza non previsti nel bando e per un concerto jazz organizzato durante un seminario, non linea con l’ambito del progetto, il bando e il Programma operativo». Bisogna cambiare musica.

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