Appello bipartisanalla Mostra del Cinema affinché sia riammesso
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Mobilitazione bipartisan per portare alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia il docufilm “Terra mia, non è un Paese per santi” di Ambrogio Crespi – che racconta il ritorno della democrazia a San Luca con l’elezione, dopo sei anni, di un sindaco – escluso dal Lido. All’appello lanciato da Klaus Davi, autore del film e consigliere comunale di moniranza di San Luca, hanno già riposto in molti. «Raccontare un’occasione di riscatto è sempre un po’ come prendersi una rivincita – dichiara il forzista Gianni Sammarco -. Il film non è in cerca del tappeto rosso né è in corsa per o contro qualcuno. San Luca ha già vinto». Gli fa eco la collega di partito Renata Polverini: «La Direzione di questa importantissima rassegna cinematografica non può restare insensibile. Una storia corale di lotta e di coraggio: in quel Comune il vuoto istituzionale è stato colmato con orgoglio da tutti i cittadini».
Chiedere un posto a Venezia, aggiunge Giacomo Portas (Pd) è «come se non l’antimafia, ma il coraggio di stare al petto con la mafia dovesse chiedere un posto in punta di piedi, quasi in silenzio. Il silenzio di San Luca senza sindaco per 6 anni non lo vogliamo più sentire».
A rilanciare l’appello anche la senatrice leghista Lina Lunesu: «La Direzione di Barbera sarà libera di fare le sue valutazioni, ma se ci lamentiamo che l’Italia non è un Paese per giovani lasciateci almeno i Santi, e con loro la speranza. Aver ridato un Consiglio comunale alla città è una bellissima storia che deve essere raccontata».
«La pellicola sia proiettata alla Mostra del Cinema di Venezia». Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, parlamentare di Forza Italia. «Conoscenza, cultura, coraggio sono indispensabili per contrastare mafie. Venezia non sprechi questa occasione“ conclude.
«Non capisco le motivazioni che hanno portato all’esclusione del documentario “Terra mia, non è un Paese per Santi” dal Festival di Venezia. Mi auguro ci siano spiegazioni». Lo afferma, in una nota, Marco Taradash, esponente di Più Europa. «Una storia importante – aggiunge Taradash – che racconta la reazione alla criminalità organizzata che nasce dalla comunità, va considerata».
(fonte gazzetta del sud)