Dom. Ago 11th, 2024

Inchiesta sullo stato del territorio regionale. A partire dall’alluvione di Scilla della scorsa estate. Tansi: «Qui anche un’allerta gialla può provocare morti»

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Le immagini dell’ultima alluvione che ha colpito la cittadina di Scilla lo scorso 16 luglio sono ancora impresse nella memoria di molti. Strade che sembravano fiumi e l’acqua che portava verso il mare qualsiasi cosa. Solo un caso che in quella occasione non ci furono vittime. Tanta pioggia, certo, ma anche la solita mano dell’uomo, colpevole di una costruzione selvaggia e incontrollata. Un’inchiesta di SkyTg24 ha svelato solo una parta di questo “dissesto doloso”. Un territorio già strutturalmente debole, diventato ancora più insicuro a causa degli incendi di quest’estate. A Scilla, forse è uno dei pochi casi al mondo, esiste una strada, regolarmente asfaltata, con tanto di numeri civici, costruita interamente sul letto di un torrente. Ai bordi di questa via, che coincide con gli argini del fiume, come è stato illustrato dal capo del dipartimento della Protezione civile regionale Carlo Tansi, tante palazzine. Un unicum, dunque, ma anche un’anomalia sotto gli occhi di tutti. «Qui anche un’allerta gialla può provocare dei morti», dice Tansi.
Sempre lo scorso luglio un po’ tutta la Costa Viola era stata interessata dalle forti piogge e da inondazioni che il giorno dopo, come spesso accade, hanno portato alla luce storie di scempi e abusivismo. Una in particolare, quella del lido “Il gabbiano” dove l’alluvione non ha ucciso per caso. Qui, infatti, le strutture sono state costruite alla foce di un torrente mentre i passaggi idraulici erano usati dai pedoni e come parcheggi. Gli 80 millimetri di pioggia caduti a luglio hanno portato fango e detriti a valle. Questo anche a causa degli incendi che avevano devastato la zona e di un terreno non più in grado di drenare l’acqua. E i bagnanti, tanti in quel periodo, rimasti bloccati sulla spiaggia. Un lido che, come racconta il titolare, non è stato di certo costruito di recente ma è lì oramai da 50 anni con tanto di autorizzazione demaniale. Stessa storia per il tratto di statale 18 che attraversa questo lembo della provincia di Reggio che, puntualmente, a ogni precipitazione un po’ intensa, frana e si allaga.
Un rischio per l’intera area che, forse a causa del panorama mozzafiato, difficilmente viene percepito.

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