È stato eseguito il sequestro preventivo della discarica per rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli, in provincia di Cosenza. Il provvedimento include l’invaso di circa 15.000 metri quadrati, affidato ora a un amministratore giudiziario. Il valore complessivo dei beni sequestrati supera i 10 milioni di euro, sottolineando la rilevanza economica e ambientale del sito.
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L’indagine preliminare, condotta dalle autorità locali, si basa su accuse di disastro ambientale in concorso, secondo gli articoli 452 quater e 110 del Codice Penale. Tra gli indagati figurano l’amministratore della società proprietaria della discarica, i due amministratori della società esecutrice dei lavori, l’amministratore della ditta che ha realizzato l’impermeabilizzazione dell’invaso e il direttore dei lavori. Le autorità mirano a stabilire il ruolo preciso di ciascuno nella gestione e manutenzione dell’impianto, con particolare attenzione agli eventi che hanno portato alla contaminazione.
La Procura, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, ha condotto un’articolata attività investigativa che ha compreso sopralluoghi, l’analisi della documentazione tecnica e la revisione di video. Questo lavoro ha portato alla scoperta di uno sversamento di circa 15.000 metri cubi di percolato verificatosi il 22 giugno 2023. Il percolato, fuoriuscito dall’impianto di Scala Coeli, si è riversato nei torrenti Patia e Capoferro e, successivamente, nel fiume Nicà, percorrendo circa 15 chilometri fino a giungere al Mar Ionio.
L’inchiesta ha raccolto prove fotografiche e video che documentano chiaramente la gravità dell’impatto ambientale, suscitando l’attenzione pubblica e preoccupazione tra i residenti. Mentre le verifiche continuano, resta da stabilire la piena responsabilità degli indagati, e il proseguimento delle indagini sarà fondamentale per fare luce su questa vicenda e assicurare giustizia in caso di colpevolezza.