Mar. Set 17th, 2024

San Paolo VI, il 4 ottobre 1965, dichiarò di essere “esperto di umanità”. Il narratore, critico verso il Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, collega la figura di San Paolo VI alla sua esperienza personale in Libano. Fa riferimento a eventi politici locali e conclude esprimendo speranza in una comprensione della verità.

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“Siamo esperti di umanità” disse e sentenziò, il 4 Ottobre 1965, all’Assemblea dell’ONU a New York, San Paolo VI°.
Chi era costui? Presto detto, ovvero, uno dei più mirabolanti Romano Pontefici, della storia di tutta la nostra cristianità, oltre ad essere un uomo di cultura vastissima, di alto spessore morale e raffinato pensatore, con sublime attitudine alla politica.
Se per questo -quindi non solo in virtù di ciò!- lo considero il ‘mio Papa’, poiché è lui, proprio lui, il vero fondatore della Democrazia Cristiana.
Quando mio nonno, prima di intraprendere la carriera politica nella DC -benche` fosse già militante del PPI e al tempo stesso aveva ricoperto in precedenza la Presidenza del Circolo San Pietro a Roma, con segretario del circolo, Giovanni Gronchi (divenuto poi, in futuro, Presidente della Repubblica ed esponente della corrente sinistra dello Scudocrociato), dicevo, quando mio nonno, era a capo della FUCI Nazionale (gli succedette Aldo Moro –

Moro, sempre Moro, solo Moro- e dopo di Moro, venne Giulio Andreotti) e Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini -in pratica San Paolo VI°, per l’appunto- era di tale organizzazione, L’Assistente Spirituale.
In più, sempre mio nonno, per ben due legislature, una alla Camera (la prima) e un’altra al Senato (la quarta), ebbe quale compagno di banco, negli scranni del Gruppo DC, il fratello del Papa, di cui era amico e tra i pochi a dargli del tu, persino dopo l’avvenuta elezione sul ‘Soglio di Pietro’.
Il collega e altrettanto amico del nonno si chiamava Lodovico Montini (non sono Raffaele Sero`, ovvero non sbaglio i nomi, quindi è corretta l’anagrafe e confermo che si chiamava Lodovico!), perciò, vista la mia formazione, assieme a quel e a quanto sono, a modo mio, mi ritrovo ad essere ‘esperto di umanità’ pure io.
Ciò premesso e scusandomi per la lungaggine in perifrasi, anche se, d’altronde, do per scontato che la critica, persino sul corposo incipit (benché trattasi di nozionismi storici), la faranno solo i Fioriteschi, ma nel segreto dei loro sterili conciliaboli, perché, per giusto timore nei miei confronti (e fanno bene!) o per evitarmi l’ulteriore controreplica (la quale sarebbe ancora più ‘destamte’ si guardano gene dal fare ‘uscire qualche commento’, anche perché, in questo caso più del passato, già sono inferocito, ma darei altra stura alla mia giusta, anzi giustissima rabbia.
Entro, in argomento: come si vede e come dimostrerò, passa persino dagli eventi cruenti libanesi di questi giorni -al nettto, financo, dei morti (sono 6 e non cinque)- e tali giorni li vivo sulla mia pelle, assieme ai miei figli e a mia moglie (cittadina italiana, per di più iscritta allo stato civile cstanzarese, pure se in via di trasferimento a Bovalino, laddove, chiaramente, sia io che lei, abbiamo riscontrato e ci troviamo, con una umanità vera e commovente, differente, perciò dall’attuale Amministrazione Municipale di Catanzaro, ma non, certamente, da parte della città, che continuerò ad amare e a ‘difendere’). Comunque sia, pur se il sottoscritto non si lamenta, ho il dovere di fare sapere ai cittadini del Capoluogo di Regione, quel che di raccapricciante è, l’attuale (ma futuro ex) Sindaco, Nicola Fiorita.
Né un messaggio -non dico una telefonata, costerebbe troppo e lui è abbastanza ‘tiratello’, benché esiste Wathsapp e perciò non pagherebbe nulla- oppure una doverosa dichiarazione pubblica, in quanto parliamo di guerra in corso, non di polemiche politiche, avverso a disdicevoli figuri
Sta qui, soprattutto in siffatto aspetto, la miserevolezza miserabile, certamente dal punto di vista politicante (che lui rappresenta in luogo a me che sono la politica e lo dimostro sempre!), ma evidentemente, ci troviamo innanzi a deprecabile miseria umana, pure e principalmente, sotto l’aspetto morale, comportamentale e istituzionale.
Il (futuro ex) Sindaco di Catanzaro (parliamo sempre di Nicola Fiorita), borioso, acido, stizzosamente stizzito, insofferente, verso chi si oppone -per di più a ben ragione!- a lui e alla sua disomogenea, fallimentare e arcobalenica compagine, essendo una persona da poco (lo dimostra persino in questo caso, a fronte di drammi veri e di rischio circa l’incolumità personale, cioè la mia e dei miei congiunti) e con lui tutti i suoi hippysinistrorsi (financo i talericiani a complemento e completamento), non solo sono inesperti, bensì privi di senso, non comune o doverosamente richiesto, ma persino minimo dello stile che dovrebbe avere chiunque, allorquando si ricoprono ruoli pubblici ed apicali.

Insomma, poiché io sono avverso a costoro -e combatto, quindi combatterò in futuro più di oggi, ma non meno di domani, suddetta esperienza , tragica e fallimentare- non capiscono che ciò è la politica (ecco quindi, il ribadire quanto credibilmente e autorevolmente il sottoscritto è essa e lorsignori, con Fiorita in testa, solamente e desolantemente degli avventurosi politicanti), ma si attestano su insolenze insolenti, crudeltà sottoforma di disinteresse cinico, nel mentre qui in Libano, si muore e si vive di terrore.
Come spiegare, altrimenti, un becero, ignobile e meschino comportamento? Neanche con bombardamenti a non solo 450 mt in linea d’aria dalla mia abitazione (per altro, il tutto testimoniato da giornalisti calabresi, i quali mi intervistano, via zoom, che hanno sentito e visto tutto, come ben si sa, rimanendo shoccati!), dicevo e ribadisco, nemmeno in presenza di cogenza (e vigenza) bellica e sul campo affrontata, oltre che vissuta, costui -con i suoi sodali di ‘occupazuone e malagestio di un potere effimero- hanno persistito nel dimostrare la più totale insensibilità umana e il relativo disprezzo delle persone, migliori di loro, come nel mio caso di specie.
Tutto questo, perché non avendo argomenti e non essendo strutturati, chiunque li critica (e, soprattutto, lo fa giustamente e credibilmente), viene percepito alla stregua di un nemico, mentre in politica (la quale e da loro misconosciuta), esistono solo gli avversari.
Persino Alcide de Gasperi -non parliamo perciò di Fiorita e Talerico, ovviamente- seppur con forti opposizioni ed avversità con Pietro Nenni -in un determinato frangente dell’immediato post guerra- allorquando il leader della DC, cioè proprio De Gasperi per l’appunto, ricopriva nel secondo Governo Bonomi (12/12/1944- 19/6/1945), il ruolo di Ministro degli Esteri, si recò personalmente dal Segretario del PSI (ovvero il succitato Nenni), alfine di informarlo -cercando, al contempo di portargli conforto umanano- della morte di una sua figlia, nei tanti campi di concentramento nazisti.
Cosa dire? Parliamo di grandi uomini, di pollici veri, di persone perbene, di grande morale, di bontà autentica, a differenza di questi politicanti, di tali buonisti, di simil perbenisti, di suddetti moralisti: la prima categoria (cioè i politici, le persone perbene, morali e buone) rappresenta i giganti di verità, mentre la seconda (in pratica i politicanti, i buonisti, i perbenisti e i moralisti) incarna la bassezza della falsità.
Ecco, cara Catanzaro cosa sono loro e ciò che sono io, ovvero uno che è il contrario, grazie a Dio onnipotente, di codesti ed astiosi soggetti piccoli piccoli, i quali dissimulano -ma solo nel caso di Fiorita- una mitezza da parata, quando in realtà sono marci di cattiveria e di insensibilità sino al midollo, facendo la sola eccezione, della Vicesindaco Giusy Iemma (che difatti, si è premurata di inviarmi un messaggio affettuoso, amichevole e sincero).
La storie mi darà ragione, soprattutto se dovessero palesarsi gli spifferi gelidi di qualche ‘vento matto e poptente’, oppure inchieste di vario genere (che in Italia non mancano mai e per nessuno, prima o poi, presto o tardi), pure perché ricordo alcun frasi pronunciate in Consiglio Comunale a fine Luglio, proprio da Talerico, quindi così sono state interpretate da molti, in primis dai suoi colleghi di opposizione, ma non solo.

E comunque, per ogni inchiesta, proprio in virtù del giacobinismo d’accato (da cui i sinistrorsi alla Fiorita hanno trovato malefica linfa), più di tanti dovrebbero stare attenti (o quantomeno ‘guardarsi) poiché -qualora fosse vera, la voce ricorrente dopo l’intervento estivo di Antonello Talerico- l’emendamento di Enrico Costa (per intenderci quello cosiddetto ‘bavaglio’), non è ancora norma di legge, perciò si potrebbe aporendere più di qualcosa, anche dettagliata, circa manovre e manovrine, contro di me (e di altri), tipo la censura, operata da qualche giornale e che nella sua compagine societaria si ritrova un ‘illustre’ congiunto, di un ‘illustre’ soggetto.
Partti chiari, io sto parlando per ipotesi ed in forza di ciò che è comunque accaduto in questo nostro Paese da molti anni orsono e parlo riconducendo il mio pensiero agli eventi oratori della seduta del Consiglio Comunale, poc’anzi accennata, pur se -dicendola all’Andreotti- “a pensar male si fa peccato ma ci s’azzecca quasi sempre”.
In ogni modo, spero che persino i più ottusi ortodossi, ancorché propugnatori della santificazione laica del (futuro ex) Sindaco Fiorita, riconoscano la giustezza, ma soprattutto, la veridicità – al pari di come faccio sempre- delle cose che ho detto e dimostrato, pure in questa occasione e gli ormai ‘sparuti leoni da tastiera’ afferenti a Fiorita e i Fioriteschi, evitassero di oltraggiarmi con commenti insolenti, poiché reagisco, alla stessa maniera di come disse Romano Prodi: “io pago, a fine mese ma pago”.
E ho detto tutto!

Vincenzo Speziali

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