Lun. Ago 12th, 2024

Il capo politico da Lamezia si dice sicuro di “sfondare” l’8%. «Sarà comunque un momento storico. Poi rifonderemo il Movimento agli Stati generali. Siamo con le forze dell’ordine, lo Stato può battere la ‘ndrangheta». Poi pensa alla “rifondazione” della macchina grillina: «Un capo politico da solo non può farcela»

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«Per la prima volta nella storia, in Calabria ci saranno consiglieri regionali del Movimento Cinquestelle». Il capo politico del M5S risponde a una domanda non posta che aleggia da settimane sulle candidature grilline. E appare certo che le forze movimentiste supereranno la quota di sbarramento imposta dalla legge elettorale. Luidi Di Maio vede il M5S sopra l’8% e, visti i disimpegni degli ultimi giorni, il dato non era scontato. Il ministro degli Esteri, però, ostenta sicurezza: «Comunque andrà, entreremo nel Palazzo per la prima volta».
«CI FIDIAMO DEI CALABRESI» Da Lamezia, vuole lanciare un messaggio per i calabresi prima di iniziare il proprio intervento in piazza: «Noi ci fidiamo di loro e di quello che sceglieranno, noi ci siamo con il nostro candidato presidente. È la prima volta che ci presentiamo assieme a una lista civica, sarà importantissimo vedere quale sarà il consenso». Anche per valutare strategie e scelte compiute nella tribolata marcia di avvicinamento al voto. Lo stesso Di Maio avrebbe preferito una pausa per le Regionali, per “rifondare” la macchina grillina. Il voto su Rousseau ha detto altro. Ma l’obiettivo della ripartenza rimane prioritario: «Agli Stati generali possiamo rilanciare il movimento, riorganizzare energie forze e obiettivi. Tutti insieme il 15 marzo per mettere finalmente in piedi una nuova carta dei valori e un’organizzazione più efficace, il solo capo politico non ce la può fare».
CASO GREGORETTI E OMAGGIO A GRATTERI Poi, Di Maio rivolge un pensiero alle forze dell’ordine calabresi: «Un abbraccio va ai carabinieri, agli inquirenti e a Gratteri, il loro lavoro dimostra che lo Stato può sconfiggere la ‘ndrangheta. Dobbiamo sostenere le forze dell’ordine e liberarci della politica corrotta».
Una battuta poi sulla Giunta delle autorizzazioni a procedere che lunedì deciderà su Matteo Salvini e sul caso Gregoretti: «Quello della Gregoretti fu un atto di propaganda. Quindi non c’entra niente con il caso Diciotti e bisogna far valutare quell’atto dagli inquirenti. Da vicepremier – ha aggiunto – mi sono autodenunciato per la Diciotti perchè l’Europa non voleva prendere migranti. Un anno dopo redistribuiva in automatico».

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