L’omicidio nel 2021, fu un tentativo di lupara bianca
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Le forze dell’ordine nel Vibonese hanno compiuto progressi significativi nell’indagine su un caso di lupara bianca fallito del 2021, culminando negli arresti di due individui a Rosarno e Siracusa. Le azioni dei Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia e del reparto Crimini Violenti del Raggruppamento Operativo Speciale, sotto la guida della Procura di Vibo, hanno portato alla luce i dettagli intricati di questo crimine.
Il cadavere di Giuseppe Salvatore Tutino, all’epoca sessantenne, è stato rinvenuto all’interno di un’auto incendiata e sepolta tra le campagne di Calimera, una frazione di San Calogero. Le indagini sono scattate il 17 dicembre 2021 dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla figlia di Tutino. La vittima era stata attirata fuori casa e successivamente uccisa con due colpi di fucile caricato a pallettoni, secondo le modalità tipiche delle esecuzioni mafiose.
L’intervento risoluto dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo, del NOR di Tropea e del reparto Crimini Violenti del ROS, coadiuvati dalla Sezione Intervento Operativo del RIS di Messina, ha portato alla luce dettagli cruciali per l’identificazione dei responsabili. Gli inquirenti hanno individuato i presunti autori dell’omicidio tra individui legati ad ambienti criminali nel Rosarnese.
Gli arrestati, uno dei quali era già detenuto per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti, mentre l’altro era libero nonostante fosse noto alle forze dell’ordine per reati legati alle armi, avrebbero pianificato di occultare il cadavere dell’uomo incendiando l’auto dopo averla sepolta. L’allarme è stato dato da un agricoltore che ha trovato una Fiat Panda bruciata, intestata alla vittima, nei pressi del torrente “Mesima”.
Questi sviluppi investigativi rappresentano un passo avanti cruciale nel risolvere questo brutale omicidio e portare giustizia per Giuseppe Salvatore Tutino e la sua famiglia.
