Nei giorni 23 e 24 c. m. che hanno avuto uno straordinario rilievo su parte della stampa calabrese, unasemplice notifica della Procura della Corte dei conti che coinvolge circa 40 persone tra cui il sottoscritto quale ex sindaco del Comune di Caulonia e, per quanto riguarda la Locride, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano nonché le rispettive giunte municipali dell’epoca.
Da quanto ne so la notizia sarebbe stata diffusa da “fonti ufficiali”.
Prima di ogni altra considerazione intendo
rivendicare per intero le responsabilità (e l’onore) delle scelte da me fatte , in qualità di sindaco di Caulonia, nell’estate del 2011 durante la gravissima emergenza “Nord Africa” che ha toccato l’apice con lo scoppio della guerra in Libia. Il nostro atteggiamento venne apprezzato a tal punto che il governo del tempo (di orientamento politico opposto al mio) mi ha invitato , quale sindaco di Caulonia, a rappresentare l’Italia nella conferenza dei Comuni di Europa sul tema dell’accoglienza tenutesi a Napoli presso il Castel dell’ Ovo.
Ciò premesso, è opportuno precisare che il documento notificato a me e ad altri da parte della Procura dalla Corte dei conti, com’è noto, non è un addebito ma solo un invito a controdedurre ad un rapporto della Guardia di Finanza del 2014.
Ribadisco del 2014!
E tuttavia mi sembra di poter rilevare qualcosa di strano, singolare ed inquietante nell’invio di tale rapporto alla Corte dei conti e che sottopongo ai lettori per una loro autonoma valutazione.
Infatti, lo stesso identico rapporto è stato mandato alla procura di Catanzaro retta dal dottor Nicola Gratteri per cui già nel 2015 è stato notificato a me e ad altri, l’ iscrizione nel nel registro degli indagati di quella procura.
Tre anni dopo mi è stato notificato l’atto di conclusione di indagine.
Dal momento che viene unanimamente (o quasi) riconosciuta la severità, la competenza ed il rigore della Procura della Repubblica di Catanzaro devo dedurre che se anche solo una virgola fosse stata fuoriposto sarebbe stata rilevata e sanzionata. Evidentemente non è stato trovato assolutamente nulla(ma proprio nulla) di penalmente rilevante sino al punto di non sentire neanche la necessità di sentirmi sebbene, a suo tempo, ne abbia fatto regolare richiesta.
Sgomberato così il campo da qualsiasi ombra, e solo per informazione ai lettori preciso che la gestione del progetto di accoglienza è stato affidato, con regolare delibera, al GOEL(non indagato) in quanto ente gestore del progetto di accoglienza in corso del Comune di Caulonia. Tale affidamento è durato solo per il tempo necessario a bandire regolare gara di appalto per come abbiamo fatto con delibera del mese di ottobre del 2011. Il tutto nell’assoluto rispetto della legge e delle direttive del Ministero dell’Interno.
Allora dov’è la novità rispetto al 2014 ?
Nessuna. Se non la riprova del pessimo funzionamento della macchina della “Giustizia” in Calabria.
Anzi, e per dirla tutta, colgo in tale invio la manifestazione di una insana voglia di tenere sotto scacco, o meglio sotto indagine permanente, il cittadino anche quando persegue il bene comune e non si macchia del benché minimo reato. Una specie di caccia all’errore al fine di dussuadere le persone perbene dall’impegnarsi in qualsiasi progetto di riscatto civile.
Altra e diversa cosa sarebbe stato il contemporaneo invio del rapporto alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei conti per le rispettive competenze.
Così non è stato! E francamente stento a capire perché la procura della Repubblica di Catanzaro abbia dato il proprio nulla osta all’invio del rapporto alla Corte dei conti dopo ben sei anni dal deposito dello stesso.
Comunque, tale episodio, come tanti altri, dimostra quanto bisogno ci sia, soprattutto in Calabria, di un impegno per il rispetto dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali dei cittadini.
Cosa che il sottoscritto continuerà a fare nonostante l’età, ormai molto avanzata, ed i rischi che un tale impegno comporta. Sicuro di trovare in prima fila in questa battaglia di civiltà innanzitutto i tanti magistrati onesti interessati al rispetto della legalità e quindi la stampa libera di cui la Calabria avrebbe un grande bisogno. ILARIO AMMENDOLIA
Continua....