R. & P.
Continua....
Carissimi Sacerdoti e diaconi,
Religiosi e religiose,
Cari fedeli,
dopo gli incontri vicariali, durante i quali ho avuto modo di accogliere utili osservazioni, riflessioni ed indicazioni da parte di ciascuno di voi su quanto stiamo vivendo oggi, trasmetto il Decreto applicativo del Protocollo tra la Presidenza della CEI ed il governo italiano, che andrà in vigore dal 18 maggio 2020.
Il rigore delle disposizioni e le restrizioni impartire sono l’alto prezzo da pagare per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo. Chiedo a tutti senso di responsabilità, maturità e spirito di collaborazione nell’ottemperare con cura alla loro osservanza trattandosi di misure di contenimento e di gestione dell’emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2. Non facciamo mancare la nostra partecipazione e fattiva collaborazione nella gestione di una esigenza di tutela della pubblica salute.
Inizia con tali disposizioni una fase nuova, transitoria, che ci impone novità di comportamenti e scelte, che, se anche possono essere oggetto di discussioni da parte di taluno, dono da rispettare e far rispettare dai fedeli, in modo da realizzare, in concreto, prassi di comunione e di condivisione.
Tutti ci auguriamo che l’assenza del popolo dalle celebrazioni liturgiche in un tempo così importante dell’anno liturgico abbia contribuito ad accrescere nei fedeli il desiderio di incontrarsi come comunità e di accogliere Gesù nell’Eucaristia e nei Sacramenti.
Condivido con voi la gioia di poter ritornare a celebrare la santa Messa con il popolo. Gioia per noi pastori, ma anche per tutta la comunità cristiana. In questi due mesi di digiuno eucaristico e di assenza del popolo dalle celebrazioni la nostra fede si è alimentata con la preghiera personale in casa, grazie anche al supporto prezioso ed indispensabile dei mezzi della comunicazione sociale (stampa, TV, streaming, youtube, ecc.).
Nella nostra diocesi, ringraziando Dio, i casi di positività al sono stati limitati, a differenza di altre diocesi, soprattutto del Nord, che hanno registrato enormi perdite di vite umane di medici ed infermieri, di sacerdoti e volontari. Manifestiamo insieme la nostra vicinanza con la preghiera.
Il comune ringraziamento va soprattutto ai medici, infermieri, operatori socio-sanitari e ai numerosi volontari, che hanno svolto un eccezionale servizio nell’assistenza e cura degli ammalati Sars-CoV-2 e di altre gravi patologie.
E’ stato un tempo difficile, in cui il Signore ha continuato a parlarci e ad accompagnarci nella difficoltà e nella prova. Ho apprezzato l’impegno dei sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, nell’offrire vicinanza alla comunità e nel servizio della carità. Ho visto il dinamismo della Caritas diocesana e di tante Caritas parrocchiali e dei loro volontari: questa è la via giusta che porta ad affermare lo stile solidale della nostra Chiesa. A tutti dico semplicemente: grazie!
Ora riprendiamo il cammino con maggiore entusiasmo, dovendo naturalmente riprogrammarlo alla luce di quanto accaduto e delle disposizioni che vi sono state consegnate.
Dopo aver sentito il parere dei sacerdoti delle tre vicarie, vi comunico che faremo la celebrazione della Messa Crismale il 30 maggio alle ore 10.00 nella Basilica Concattedrale di Gerace. Ad essa invito a partecipare tutti i Sacerdoti e diaconi, con i soli ministri necessari al servizio liturgico, l’organista ed una rappresentanza di fedeli secondo le indicazioni che verranno date.
Desidero che in tutte le parrocchie e Santuari diocesani venga organizzata la Veglia di Pentecoste pregando per le Vocazioni sacerdotali e religiose, con un pensiero particolare al nostro Seminario S. Luigi.
Quanto alla Solennità del Corpus Domininon è consentita la tradizionale solenne processione col Santissimo sacramento. Chiedo di vivere una giornata eucaristica con l’adorazione continuata e la celebrazione della Santa Messa che può essere fatta – possibilmente – sul sagrato della Chiesa o in un luogo aperto vicino alla Chiesa. Sempre rispettando le norme stabilite dal Protocollo e nel decreto che vi viene consegnato.
Vi annuncio che, per rispondere alla situazione economica generale d’impoverimento delle famiglie, di perdita del posto di lavoro, di chiusura delle attività in seguito alla pandemia, ho pensato alla costituzione di un Fondo di solidarietà, costituito attraverso fondi della CEI dall’8xmille, contributi privati dei fedeli, delle Caritas parrocchiali e di altri enti. Quanto prima avrete comunicazioni in merito. Vedo questa iniziativa come un’occasione per create una rete di solidarietà diocesana che manifesti la vicinanza della nostra chiesa a quanti si trovano a vivere le conseguenze di questa grave pandemia.
Ringrazio tutti i sacerdoti e i fedeli che hanno contribuito all’acquisto di un ecografo per il reparto di rianimazione del nostro ospedale di Locri, come anche il Capitolo cattedrale per la sua generosa offerta. Quanto prima ai fini della trasparenza sarà data notizia delle offerte pervenute.
Credo sia utile lasciarci interpellare da alcune domande: cosa ci ha voluto dire il Signore con questa tragica pandemia da Sars-CoV-2? Che cosa dovrà cambiare nel nostro modo di vivere e quindi anche di fare pastorale? Su quali punti occorrerà insistere maggiormente?
L’estate che ci aspetta sarà diversa dal solito. Saremo meno impegnati nell’organizzazione delle feste popolari. E questo ci consente di pensare al futuro che ci aspetta. Per quanto riguarda le attività pastorali nell’ambito della catechesi dei ragazzi, dei giovani e degli adulti e anche per le attività associative,so che tanti di voi si sono attivati nel far uso dei nuovi mezzi digitali. E’ il caso di cominciare a riflettere sull’apporto che tali strumenti di comunicazione possono offrire nell’organizzazione catechetica e pastorale. Affido all’intelligenza ed alla saggezza di ciascuno di voi lo studio di opportunità concrete per un loro migliore utilizzo.
Con l’augurio di ogni bene nell’esercizio della carità e nella fedeltà al Signore ed alla vocazione ricevuta.
A tutti giunga la benedizione del Signore.
Confidando nel vostro ricordo nella preghiera, vi saluto cordialmente.
DI SEGUITO IL DECRETO VESCOVILE:
Francesco Oliva
Per Grazia di Dio e della Sede Apostolica
Vescovo di Locri-Gerace
Al Popolo di Dio, che è in Locri-Gerace
Salute e benedizione nel Signore!
Visto il Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo, predisposto dalla Conferenza Episcopale Italiana, esaminato e approvato il 6 maggio 2020 dal Comitato Tecnico-scientifico e sottoscritto il 7 maggio 2020 dal Presidente della CEI, il card. Gualtiero Bassetti, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese,
per tutte le chiese parrocchiali e non parrocchiali nel territorio della Diocesi di Locri-Gerace, dispongo quanto segue:
I
Indicazioni generali
1. Dal 18 maggio prossimo sarà possibile riprendere nelle nostre chiese la celebrazione della Santa Messa con la partecipazione del popolo.
2. La prima domenica utile per celebrare la Messa con il popolo sarà il 24 maggio(a partire dalla messa vespertina della vigilia, il 23 maggio), solennità dell’Ascensione del Signore.
3. Come segno di festa per la ripresa delle celebrazioni con il popolo, alle ore 17 di sabato 23 si suonino le campane a festa per alcuni minuti in tutte le chiese della Diocesi.
4. Durante tutte le Messe di questa solennità si propone di recuperare il segno del suono di campane e campanelle al momento dell’intonazione del canto del Gloria, per richiamare la Veglia pasquale cui i fedeli non hanno potuto prendere parte.
5. La ripresa delle celebrazioni sia preparata con cura e con il coinvolgimento del Consiglio Pastorale Parrocchiale. La molteplicità di attenzioni pastorali (ripresa dopo tanto tempo dei riti assembleari, qualità della proposta liturgica, il nuovo servizio di accoglienza) e organizzativa (individuazione e formazione di volontari accoglienti, gentili e bendisposti) sia accolta come opportunità di crescita comunitaria.
6. Anche le comunità religiose femminili per la celebrazione della Messa nelle loro chiese sono tenute al rispetto rigoroso di tutte le disposizioni del presente decreto, con riguardo particolare alle «attenzioni da osservare durante la celebrazione» (cfr. paragrafo III del Protocollo). Per cui se ciò non sarà possibile si eviti ogni celebrazione della Santa Messa. Qualora l’Istituto religioso disponesse di una chiesa ampia, nel rispetto delle disposizioni relative al distanziamento ed alle prescrizioni igienico sanitarie, col permesso dell’Ordinario sarà possibile celebrare la S. Messa aperta al popolo.
7. Per la delicatezza della situazione sanitaria e pastorale e per l’impossibilità di utilizzare ambienti diversi dalla chiesa principale, non sono possibili in cappelle, chiese ausiliarie o oratori privati, celebrazioni della Messa riservate a gruppi, movimenti e associazioni. Tutti sono invitati a convergere nelle Messe comunitarie previste nelle parrocchie.
II
Disposizioni per le celebrazioni liturgiche con il popolo
1. L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato. L’ingresso in chiesa deve essere contingentato e regolato.
2. L’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche è consentita nel rispetto dell’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti, dello stanziamento fisico e delle altre attenzioni prescritte per le celebrazioni liturgiche. Le porte restino possibilmente aperte per il ricambio dell’aria e anche per evitare che vengano toccate maniglie e porte.
III
Riguardo all’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti
1. Si abbia cura che dopo ogni celebrazione con concorso di popolo si dia luogo all’igienizzazione degli ambienti, alla pulizia e all’areazione della chiesa.
2. Le chiese, perché vi si possa riprendere a celebrare, devono garantire l’osservanza delle meticolose prescrizioni di cui al Protocollo.
3. Per individuare il numero dei fedeli che potranno essere ammessi occorre tener presente che nel protocollo è stabilita la distanza tra una persona e l’altra di un metro frontale e laterale.
4. Il parroco o il rettore provveda a predisporre visibilmente i posti occupabili nelle varie parti della chiesa. A tale proposito, in nota si suggeriscono alcuni criteri di calcolo della capienza e di organizzazione dei posti per i fedeli, tenendo conto che sono tre gli elementi da considerare: i corridoi per il fluire delle persone; i posti sui banchi; i posti negli spazi liberi dai banchi, utilizzabili eventualmente aggiungendo sedie.
5. I posti occupabili andranno concretamente segnalati, posizionando dei segnaposto nell’aula e in presbiterio in base alle disposizioni sul distanziamento fisico tra le persone (banchi, panche e sedie a disposizione in chiesa).
6. Nei luoghi chiusi, ferme restando le misure di distanziamento richieste e gli eventuali sistemi di areazione disponibili, il numero massimo di persone non deve superare le 200 unità, e qualora la celebrazione avviene all’aperto se organizzate e gestite in coerenza con le misure raccomandate, debbano prevedere la partecipazione massima di 1000 persone.
7. Quanto ai posti si abbia cura di riservare un’area in vicinanza del presbiterio per permettere alle persone diversamente abili una serena partecipazione alla liturgia.
8. Le persone che abitano insieme rispettino ugualmente le norme di distanziamento fisico, fatta eccezione per i bambini, che possono stare accanto ad uno dei genitori. Possono essere riservati dei banchi per le famiglie con bambini in una zona della chiesa, assicurandosi però che sia rispettata la distanza tra una famiglia e l’altra. Si tenga in ogni caso conto nella disposizione dei posti della presenza di famiglie con figli per una loro collocazione in posti ravvicinati.
9. Laddove il numero dei fedeli attesi superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si considerino alcune ipotesi di soluzione:
a. la possibilità di seguire la celebrazione anche dal sagrato della chiesa, sempre nel rispetto del distanziamento fisico di un metro frontale e laterale;
b. la possibilità di seguire la celebrazione da altri ambienti attigui (adeguatamente spaziosi e nei quali prevedere comunque la capienza massima e il distanziamento fisico), mediante trasmissione audio e video dalla chiesa e distribuendo la Comunione anche alle persone lì radunate;
c. la possibilità di svolgere la celebrazione all’aperto o, se ci fosse, in un ambiente più grande della chiesa, assicurando la dignità liturgica e il rispetto della normativa sanitaria;
d. la possibilità di partecipare anche alle Messe feriali;
10. Le Messe feriali vengano esclusivamente celebrate nella chiesa parrocchiale e non nelle cappelle secondarie o oratori, tranne che questi siano più spaziosi della stessa chiesa parrocchie.
11. Sia esposto un avviso (vedi fac-simile già consegnato), che rechi il numero massimo di persone che possono essere presenti durante una celebrazione nell’aula e nel presbiterio, unitamente ad altre indicazioni richieste dal protocollo.
12. Si consiglia di valorizzare le celebrazioni all’aperto in orari anche serali, tenendo sempre conto delle prescrizioni relative al distanziamento fisico e all’uso di mascherine protettive.
13. Laddove nello stesso paese ci sono più parrocchie, l’orario delle Messe sia distanziato di almeno mezzora tra una messa e l’altra.
14. Servizio dei collaboratori/volontari parrocchiali per l’accoglienza:
a. Ci sia in ogni parrocchia un gruppetto stabile di volontari, per regolare l’ingresso e l’uscita dalla chiesa.
b. il gruppo di collaboratori/volontari parrocchiali siano persone adulte, che con responsabilità e senso di maturità sappiano far rispettare quanto richiesto dal Protocollo circa numeri, distanze, protezioni individuali di cui essere muniti per poter accedere, nonché di una tessera di riconoscimento, che vi verrà donata dalla diocesi.
c. Siano presenti alle celebrazioni festive e a tutte le altre celebrazioni, ove si preveda consistente concorso di popolo.
d. Là dove è possibile si disponga l’ingresso e l’uscita dei fedeli con percorsi diversi.
e. È necessario vigilare, avvertendo i fedeli, di non sostare davanti alla chiesa, sia all’inizio che al termine della Messa, evitando gli assembramenti.
IV
Disposizioni in materia liturgico-sacramentale
1. Tutte le manifestazioni religiose esterne in occasione delle feste popolari sono sospese sino a nuove disposizioni.
2. Si celebrino col dovuto decoro i momenti liturgici delle feste patronali, ma senza manifestazioni esterne nel rispetto del vigente D.P.C.M. 26 aprile 2020.
3. Si consigliano le celebrazioni all’aperto, sempre nel rispetto del distanziamento fisico e delle altre prescrizioni.
4. Le offerte in denaro, segno importante della partecipazione dei fedeli ai bisogni dei poveri ed alle necessità della chiesa, siano raccolte in appositi cestini posti all’ingresso della chiesa e presentate al momento dell’offertorio nelle forme ritenute più opportune e nel rispetto del distanziamento. Il celebrante dia adeguate comunicazioni in merito.
5. Durante la celebrazione l’ostia grande va tenuta sulla patena da sola, mentre le ostie per i fedeli siano in una pisside a parte tenuta chiusa fino al momento della distribuzione della comunione.
6. Se ci sono più concelebranti, le ostie per questi siano preparate in un’altra patena già spezzate e siano sempre tenute coperte con la palla, così come il calice. La comunione dei concelebranti si faccia per intinzione.
7. Si ometta lo scambio del segno di pace.
8. La distribuzione della Comunione avvenga in questo modo: dopo aver indossato la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca, il celebrante e gli eventuali ministri straordinari cureranno l’igiene delle loro mani e indosseranno guanti monouso; gli stessi – mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – avranno cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.
9. La fila per ricevere la Comunione sia formata mantenendo la distanza sanitaria e con percorsi prestabiliti a senso unico. Vi sia qualcuno incaricato di favorire il rispetto della distanza e l’ordinato fluire delle persone. Prima della Comunione si ricordino a voce le modalità con cui le persone sono tenute a muoversi nella chiesa per riceverla.
10. Non è consentito distribuire la Comunione in bocca.
11. I presbiteri avranno cura di igienizzare i vasi sacri al termine di ogni celebrazione.
12. Nella celebrazione del Sacramento del Battesimo per il segno di croce sulla fronte e le unzioni con l’olio dei catecumeni ed il crisma, il ministro indossi mascherina e guanti monouso. Si sconsiglia di celebrare Battesimi per più bambini durante le Messe di orario, per ovvie ragioni sanitarie e organizzative. Il Battesimo può essere amministrato anche fuori dalla Messa nella sola chiesa parrocchiale con il numero di fedeli consentito.
13. Le celebrazioni delle Prime comunioni e delle Cresime sono sospese e rimandate a data da destinarsi. La saggezza e carità pastorale stimolerà la fantasia di ognuno in modo che si tenga viva la relazione con i ragazzi in corso di preparazione.
14. L’Adorazione Eucaristica è consentita nel rispetto di tutte le norme indicate dal presente decreto (numero di presenze in chiesa, distanziamento fisico, utilizzo di mascherine, pulizia degli ambienti).
15. Per le attività estive con i ragazzi (GR.EST, campi-scuola…) la Segreteria Generale CEI ha incontrato sia da parte del Viminale come del Comitato Scientifico una ferma posizione, alla luce della convinzione che a luglio non vi saranno ancora le necessarie condizioni di sicurezza (Brevi note della Segreteria Generale CEI, 13-19 aprile 2020). Nel predisporre le attività estive per i ragazzi (campi scuola, centri estivi/Gr.est…) sarà opportuno prendere contatto con il responsabile della pastorale giovanile che darà indicazioni in merito.
16. Per la celebrazione della penitenza vale quanto stabilito nel D.P.C.M. Si eviti di usare i confessionali tradizionali. Si celebri il sacramento in luoghi ampi e areati in modo da rispettare le misure di distanziamento e la riservatezza del Sacramento stesso. Confessore e fedele indossino sempre la mascherina.
17. La Celebrazione del Sacramento del Matrimonio è possibile, rispettando le prescrizioni date ed il limitato numero di fedeli ammesso a partecipare. Si ricorda a riguardo che rimangono in vigore le disposizioni diocesane relative al divieto di celebrazione di domenica, approvato dal vescovo pro-tempore, mons. G. M. Bregantini, salvo possibilità di deroga nel singolo caso per gravi ragioni legate all’emergenza sanitaria. E’ possibile, col permesso dell’Ordinario, la celebrazione all’aperto nell’immediata vicinanza della Chiesa o del Santuario.
18. Per le Esequie valgono tutte le disposizioni relative al distanziamento fisico e all’uso di idonei dispositivi di protezione personale. Si prenda in considerazione la possibilità di celebrarle all’aperto – ove possibile – nei pressi della chiesa o al cimitero. Si sollecitino i familiari dei defunti ad avvertire del decesso il parroco della parrocchia, perché si possa concordare con lui la celebrazione delle Esequie e con la collaborazione delle Agenzie funebri si possa definire quanto stabilito dal D.P.C.M.. In particolare si avvisino i parenti del numero massimo di fedeli ammessi in chiesa e della possibilità di celebrare all’aperto, come anche del divieto del saluto finale sia dentro che fuori l’edificio di culto.
19. Là dove è possibile le celebrazionivengano trasmesse in modalità streaming per facilitare coloro che non possono partecipare fisicamente alla Santa Messa.
20. Ricordo che per motivi di età e di salute non corre l’obbligo del precetto festivo.
21. Alla luce della situazione attuale – analogamente a quanto prescritto per le celebrazioni liturgiche – è possibile tenere incontri formativi in piccoli gruppi in locali ampi, uso di mascherine, distanziamento fisico. Raccomando pazienza e saggezza pastorale.
V
Disposizioni conclusive
1. Sulle modalità di ripresa delle celebrazioni con il popolo, si informino le Autorità locali (in particolare il Sindaco) e con queste si prendano accordi qualora le circostanze lo richiedessero (gestione degli ingressi, uso di spazi pubblici, quali pubblica via, piazza comunale, ecc.).
2. Particolare attenzione sia data all’osservanza dei parametri indicati nel protocollo, dando segno di responsabilità e collaborazione nella tutela della salute di tutti attraverso la prevenzione di eventuali contagi, ma anche per non incorrere in sanzioni.
3. Per quanto non espressamente previsto nel presente decreto, si fa riferimento alle prescrizioni stabilite nel Protocollo richiamato in premessa.
4. Le indicazioni contenute nel presente Decreto restano in vigore fino a nuove disposizioni, su indicazione della Conferenza Episcopale Italiana e del Governo italiano.
Comprendendo le possibili obiezioni ad alcune di queste indicazioni pratiche, invito ugualmente al rispetto scrupoloso di ciascuna di esse, per la responsabilità che esse comportano nella presente circostanza. Tale rispetto divenga occasione anche di comunione ecclesiale.
Dato in Locri, dalla Sede Vescovile, addì 16 maggio 2020
Mons. Francesco Oliva
Vescovo di Locri – Gerace