Una promessa solenne: mi sento chiamato a non nascondere i problemi sotto il tappeto Emozionante il saluto del suo predecessore monsignor Domenico Graziani: «Bono Venutu!»Dopo l’arrivo dalla “sua” Puglia tappa a Crucoli per ricevere l’abbraccio della comunità locale
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«Intendo essere un vescovo vicino a Dio e vicino alla gente. Intendo avere tempo per le persone, essere il parroco dei miei sacerdoti, seguendo la strada indicata da Papa Francesco». Si è presentato così alla sua nuova diocesi monsignor Angelo Raffaele Panzetta, nuovo arcivescovo di Crotone-Santa Severina, accolto con un “Bono venutu!” dal suo predecessore monsignor Domenico Graziani. L’omelia della sua prima celebrazione da vescovo, pronunciata all’interno del Palamilone davanti a vecchi e nuovi parrocchiani, è stata una vera e propria dichiarazione d’intenti, interrotta molto spesso da applausi scroscianti. «Entro in questa chiesa in punta di piedi – ha affermato, con alle spalle il quadro piccolo della Madonna di Capocolonna – e assumo questa responsabilità con autorità ferma ma umile. Sono consapevole di dover insegnare, ma solo dopo aver imparato; di dover parlare ma solo dopo aver ascoltato; di dover organizzare, ma solo dopo aver guardato in viso le persone». Nessuna idea preconcetta, nessuna «ricetta preconfezionata; ispirerò il mio stile episcopale al Concilio vaticano II, allo stile di Chiesa ed episcopato testimoniato ed insegnato da Papa Francesco: oggi il popolo di Dio e la Storia richiedono che i vescovi siano vicini a Dio, e contestualmente capaci di essere vicini alla gente, soprattutto agli ultimi, e che con amore di padre stiano accanto ai loro presbiteri». «È il percorso che ho scelto e intendo seguire – ha chiarito -. Voglio farlo con decisione, perché Siamo strumenti attraverso i quali Dio si fa vicino alla gente per portare speranza e consolazione. Voglio essere un vescovo realmente disponibile, voglio stare in contatto con le persone, dedicando loro il tempo con generosità. Mi sento chiamato a non nascondere i problemi sotto il tappeto, a non temere il contatto con una realtà nella quale bisogna curare le ferite, e spendersi veramente, senza barare. Intendo avere uno sguardo di predilezione per gli ultimi e per ogni povertà, perché l’attenzione agli ultimi credo sia l’annuncio efficace del Regno di Dio».
E poi i passaggi più applauditi, dai fedeli e dal clero: «Intendo stare vicino ai miei sacerdoti; è una necessità sacramentale, che mi chiede di essere padre dei miei presbiteri. So bene quanto essi abbiano bisogno di un pastore che li ami e che li segua, li incoraggi; voglio essere quasi il loro parroco, al servizio soprattutto dei più giovani, di chi è in difficoltà, e di chi è in prova. Intendo investire in questo compito tutta la mia vita, le mie energie, e la mia consistente caparbietà». Il rapporto, però, dev’essere reciproco. E per questo Panzetta ha chiesto aiuto ai suoi parroci: «Aiutatemi ad essere un vescovo secondo il cuore di Cristo e della Chiesa».
Il suo primo contatto con la nuova diocesi, monsignor Panzetta lo aveva avuto poco dopo mezzogiorno, quando a Crucoli (il primo comune della diocesi) aveva incontrato i fedeli raccolti in chiesa per la messa. «Ho voluto fortemente iniziare da qui – ha detto dall’altare – perché la parrocchia è una porzione di chiesa importante, ed io desidero scommettere sulla parrocchia». Quindi, nel primo pomeriggio, l’arrivo a Crotone, con l’ingresso in Duomo accompagnato dal suono delle campane a festa e da pioggia e vento. La primissima benedizione ai fedeli ed alle autorità, un breve intervento seguito al saluto del Prefetto Tiziana Tombesi e del commissario prefettizio Tiziana Costantino, e quindi la preghiera nella cappella della Madonna di Capocolonna, dove ha ricevuto la croce pettorale e l’anello vescovile custoditi dal Capitolo. Infine la celebrazione al Palamilone, condivisa con monsignor Graziani mentre fuori infuriavano pioggia, vento e grandine, e dunque conclusa con una battuta: «In questi giorni ho pregato perché ci fosse una cascata di acqua viva per questa diocesi. Che dite, avrò esagerato?»
Sa parlare agli ultimi
La provincia crotonese ha da ieri una nuova autorevole voce. Arriverà lontano, ne siamo certi, la parola di monsignor Angelo Raffaele Panzetta nuovo arcivescovo di Crotone-Santa Severina. Chi sa parlare agli ultimi ha il dono di farsi sentire dai potenti. Panzetta viene da Taranto, sa gli affanni delle famiglie d’una città industriale del Sud dilaniata e nel pieno di una crisi che potrebbe schiantarla. Il giovane presule (53 anni, pugliese come don Tonino Bello) ha riconosciuto nello sguardo dei primi crotonesi che ha incontrato la muta angoscia di chi non vede il futuro dei propri figli. Per chi abbia nozione di cose di Chiesa basterà ricordare che nell’omelia le citazioni sono state quattro: il Concilio Vaticano II; la prima esortazione evangelica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”; il Pontefice stesso; monsignor Oscar Romero morto martire nel 1978. Anche se non abbiamo ancora visto lo stemma pastorale di Panzetta, il segno del suo apostolato ci è apparso chiaro. A tutti sono arrivate le sue parole. Se dovessimo citare le più frequenti, esse sono state “prossimità”, “vicini”, “accanto”, “contatto”, “rapporto”. Ricordando il discorso del Papa ai vescovi del Centro America (ma anche parlando ai suoi sacerdoti) ha insistito: «È importante che non abbiamo paura di accostarci e toccare le ferite della gente, che sono anche le nostre ferite». Panzetta si è detto portato a non nascondere i problemi sotto il tappeto, annunciando «uno sguardo di predilezione per gli ultimi, per le povertà, per le ferite da fasciare».
FONTE GAZZETTA DEL SUD