Dom. Ago 18th, 2024

Il brevetto è un ostacolo a produrre più vaccini

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Immaginare di rimanere protetti

dal proprio sistema sanitario e al sicuro dentro le proprie

frontiere, “non è più concepibile: i virus valicano confini e la

tutela della salute di tutti dipende dal modo in cui si

organizzeranno le risposte globalmente. Nessun Paese si salverà

da solo”. Lo dice in un’intervista a ‘La Repubblica’ Isabella

Panunzi, responsabile delle vaccinazioni per Medici senza

Frontiere. Per lei, il Covax, meccanismo di approvvigionamento

globale per acquistare e distribuire equamente i vaccini,

procede lentamente a causa di tre problemi: “Accesso ai vaccini.

Burocrazia e capacità di assorbimento dei vaccini da parte dei

Paesi riceventi”.

I vaccini disponibili per il sistema Covax “sono pochi

rispetto ai bisogni. L’offerta e l’accesso sono limitati,

soprattutto nel Sud del mondo. Situazione aggravata dal fatto

che i Paesi ricchi hanno fatto la corsa ad accaparrarsi le dosi

sin dall’inizio”. Serve soprattutto che “le compagnie

produttrici si prendano la responsabilità sui loro prodotti (la

cosidetta liability). Hanno completamente lasciato andare

qualsiasi responsabilità sugli eventuali effetti secondari dei

vaccini”. Questo è “il problema più grosso con cui ci scontriamo

ogni giorno nei Paesi a basso reddito”. E’ “un precedente

pericolosissimo. Finora lo hanno fatto solo J&J e Sinovac”.

Questa mancata presa di responsabilità comporta che serva

“un’assicurazione medica che copra eventuali effetti

collaterali”. In Italia “se ne occupa lo Stato”.

Molti Paesi “non erano preparati a usare i vaccini

direttamente. E c’è anche stata disinformazione per cui la

popolazione non si è fatta vaccinare. Ci sono stati casi di

vaccini scaduti nei Paesi in via di sviluppo o anche mandati in

altri Stati”. Il brevetto infine “è un ostacolo a produrre più

vaccini. La liberalizzazione renderebbe i prezzi più competitivi

e toglierebbe un monopolio pericoloso”.

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