«Dalla solita battutina ammiccante consegnata a un giornale romano giorni fa avevamo rilevato (per primi) la notizia che il vice sindaco Tonino Perna avrebbe aperto dei ‘Covid Hotel’ senza però specificare modalità amministrative, criteri di scelta delle strutture e investimenti effettuati. Oggi rileviamo le stesse preoccupazioni sollevate da una persona responsabile come Stefano Morabito. Da quanto scrive Morabito, il comune avrebbe individuato strutture private per questo scopo senza chiarire modalità e medodi operativi, criteri dei bandi. Tutto gestito nella massima oscurità e ‘riservatezza’. Si parla di due milioni di euro stanziati dal comune per isolare soggetti positivi al Covid consegnati a strutture private turistiche e alberghiere. Nulla si sa del bando. Nulla viene detto ai cittadini sui criteri adottati, su come verranno distribuiti i loro soldi. Mentre Perna profondeva ‘Urbi et Orbi’ la convinzione che Falcomatà sarebbe uscito assolto dalla vicenda ‘Miramare’ vaticinando le prossime decisioni del collegio giudicante del Tribunale di Reggio Calabria, nell’ombra già si dipanava la sua vera funzione: una cospiscua attività amministrativa che muove fiumi di denaro pubblico e la cui entità veniva al momento rimane misteriosa . E meno male che avevamo detto all’opposizione di vigilare… La cosa non finirà qui». Lo ha dichiarato il giornalista e massmediologo Klaus Davi.
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