Mer. Ago 7th, 2024

Servono misure urgenti su sovraffollamento e riforme

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Sono oltre 1.532 i detenuti positivi

al Covid-19 negli istituti di pena italiani . Erano meno di 200

all’inizio di dicembre. A loro si aggiungono i quasi 1.500

operatori (agenti e funzionari), anch’essi contagiati dal

coronavirus. Lo sottolinea l’Associazione Antigone che rileva

come la variante Omicron ”ha portato ad un’impennata dei

contagi anche in carcere, dove la popolazione detenuta non ha

ancora ricevuto nella sua interezza la terza dose del vaccino”.

Antigone ricorda come alla partenza della campagna vaccinale i

detenuti furono inseriti, invece, tra le categorie prioritarie,

data la situazione di salute, di molti reclusi, non ottimale a

causa di patologie pregresse. Secondo il presidente

dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, ”la

preoccupazione, aumenta anche a fronte di un numero di persone

ristrette che, dopo il calo registrato allo scoppio della

pandemia, ha ripreso lentamente a salire fino a tornare

stabilmente sopra i 54.000 reclusi, a fronte di una capienza

ufficiale di 50.000 posti”.

Dall’inizio dell’anno, poi, vanno segnalati anche tre suicidi: a

Salerno, Vibo Valentia e Foggia. A Napoli è morto, dopo alcuni

giorni di ricovero in ospedale, un detenuto che aveva subito

percosse dal compagno di cella, mentre a Sanremo è morto un

detenuto, già affetto da tubercolosi, che il mese scorso aveva

incendiato il materasso, ustionadosi e intossicandosi

gravemente.

“Il quadro che ci offre questo inizio di 2022 – dichiara

Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – non è dei migliori.

Per questo è importante prevedere misure urgenti per ridurre il

sovraffollamento e accelerare sulla strada delle riforme. Molte

cose si possono fare anche senza passare dalla via legislativa,

ma attraverso una modifica del regolamento di esecuzione

dell’ordinamento penitenziario”.

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