La positività al Covid-19, dopo dieci giorni poi il tampone negativo e quindi il via libera dall’Asp per uscire, ma la settimana successiva la vicenda inaspettata: un nuovo tampone dà esito positivo. E’ questa l’esperienza vissuta da una cittadina di Reggio Calabria, che adesso chiede chiarezza per quanto successo. “Giorno 1 agosto, avendo sintomatologia evidente, faccio un tampone al GOM e l’esito come ci si aspettava risulta POSITIVO. Anche mio marito essendo convivente fa il tampone a casa giorno 2 risultando POSITIVO – spiega la lettrice di StrettoWeb – . Non sto qui a soffermarmi sul percorso avuto nel frattempo perché, anche se vaccinata con due dosi Pfizer fatti a febbraio e a marzo, la sintomatologia è stata piuttosto pesante e non leggera per come si presume per i vaccinati”.
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“Detto questo, ripetiamo il tampone a casa eseguito dall’ASP giorno 11 agosto risultando io NEGATIVA e mio marito POSITIVO”, spiega. La negatività dell’esito permette alla donna, in quanto paziente vaccinata, di restare ulteriori sette giorni in quarantena per poi avere il via libera di uscire. Da qui però la grande situazione di incertezza, che fa cadere nel dubbio la signora Marica: “io sinceramente non sentendomi bene e neanche convinta chiedo di ripetere nuovamente il tampone quando giorno 18 sarebbero venuti per mio marito. Giorno 18 ripetiamo i tamponi a casa e io risulto nuovamente POSITIVA, mio marito negativo. Ora sinceramente non capisco più niente. Sono positiva o negativa? Dietro disposizione dell’ASP, che mi aveva autorizzata, ieri sono uscita a fare la spesa e lunedì dovrei tornare al lavoro. Mi chiedo cosa posso fare adesso? Devo rifare la quarantena oppure sono libera di uscire con le dovute cautele del caso? Sono ancora contagiosa?”.
Insomma, gli interrogativi sono tanti, perché dopo aver terminato il periodo di quarantena ed essere uscita per fare la spesa, un ulteriore tampone ha dato risultato positivo. “Mi sembra che si stia giocando con la vita delle persone – prosegue la lettrice – . A questo punto mi chiedo anche quanti positivi circolano in città ignari di poterlo essere e sicuramente questo aggrava la situazione sanitaria della nostra città che mi pare stia degenerando. Sono certa del fatto che i sanitari siano oberati di lavoro in questo momento di ennesima emergenza, ma ciò non toglie che ci vuole accortezza nel processare i tamponi perché certo è che errare con un positivo che viene considerato un negativo, ma in realtà non lo è, porterà al collasso delle nostre strutture sanitarie che già versano in criticità. Sperando che la mia sia un’esperienza negativa isolata, ringrazio la redazione per l’opportunità avuta”.
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