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“Emergenza Covid – 19 !!!

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“Il contagio può avvenire nelle file per entrare nei negozi? Se i parlamentari disertano le camere, perché hanno il titolo di onorevoli?”

Lettera aperta al presidente Mattarella, Conte, ed a tutte le forse politiche di maggioranza e opposizione

A scrivere è il coordinatore Regionale per la Calabria del Movimento “Destre Unite”

Luigi Catalano

Ill.mi sigg. presidenti sono stati emanati decreti uno a ridosso dell’altro che hanno generato negli Italiani tanta confusione ed hanno dato spazio a molteplici giustificazioni futili per uscire dall’abitazione. Chi ha sottovalutato il problema per negligenza e/o perché non ha interpretato bene il rischio è stato insensibile  verso gli altri ed anche per se stesso.

Tali restrizioni sono dovute al fatto che il virus si propaga nell’aria da uomo a uomo e le distanze ravvicinate nonché gli assembramenti sono causa di contagio, distanza di sicurezza dettata dal decreto è di circa 1/1,5  metri

Il decreto prevede che si devono mantenere aperte le attività di primaria necessità ed è qui il dilemma.

“l’Istituto americano per le malattie infettive. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, una rivista scientifica, il 17 marzo. Spruzzato in aerosol in condizioni di laboratorio, il coronavirus sopravvive fino a tre ore. Tra il momento in cui viene nebulizzato e lo scadere delle tre ore, la sua quantità si è ridotta molto (diventa la metà nel giro di un’ora).

“In un esperimento citato nello studio del National Institutes of Health virology laboratory di Hamilton (Montana, Usa), in via di pubblicazione sul New England Journal of Medicine, risulta che il coronavirus può restare nell’aria, nelle goccioline di saliva, fino a 3 ore. Sulle superfici invece, fra sette diverse analizzate, circa 24 ore sul cartone fino a 3 giorni su superfici di plastica o metallo”

Se le modalità di propagazione del virus sono quelle riportate  negli studi scientifici,per quanto si voglia fare attenzione sulle modalità di approvvigionamento degli alimenti e le altre attività di primaria necessità, mi viene il dubbio che attendere in fila indiana fuori dai supermercati e/o altri negozi, potrebbe avere i suoi effetti negativi a prescindere.

Mi spiego meglio: il virus vive nell’aria circa 3 ore quindi, mentre le persone sono in fila indiana man mano che la colonna avanza le altre persone che li precedono nel giro di pochi minuti occuperanno lo spazio lasciato libero dal possibile infetto che sta davanti.

Altro fattore che potrebbe incidere notevolmente sul dilagarsi del virus è il fatto che all’interno dei negozi gli articoli esposti nel banco vengono evidentemente “toccati” dagli altri (come è consuetudine nel momento in cui ci si accinge a scegliere ciò che potrebbe servire per le proprie necessità).

Dunque, fare la spesa, andare in farmacia e per gli altri servizi ritenuti di primaria necessità, anche in modalità limitata, a mio giudizio, non da esperto, ma per un ragionamento logico, potrebbero essere la causa di questo dilagare dell’epidemia!!!

A questo si aggiunge che spesse volte si comprano cibi che non si possono lavare (affettati, pane, dolci etc.) tutto ciò non potrebbe essere un rischio altissimo di contagio se il prodotto acquistato viene consumato prima del tempo limite di sopravvivenza del virus?

Come ho scritto più volte, sono fermamente convinto che bisogna stare a casa e, a quanto pare, gli italiani negli ultimi giorni stanno rispettando quanto imposto dalle diverse direttive.

 Secondo il mio modesto parere, affinché si possa sconfiggere il covid-19, lo Stato deve far arrivare nelle case degli italiani viveri e medicine.

Tutto ciò è realizzabile attivando, ad esempio, esercito, vigili del fuoco, protezione civile, associazioni di volontariato e se è necessario assumendo con chiamata diretta anche migliaia di disoccupati.

L’esercito in tempo di guerra serve la patria in armi a costo della vita, oggi la dovrebbe servire in un altro modo probabilmente molto più sicuro.

In questa guerra avete deciso di chiudere per diversi giorni la Camera ed il Senato per emergenza coronavirus; è semplicemente vergognoso che in questo momento tanti stanno lavorando a rischio della vita per uno stipendio che forse non da neanche diritto ad una pensione, chi ci rappresenta, invece, con tutti i privilegi del caso, abbandona il posto di lavoro!!!

Carissimi parlamentari, medici, infermieri, operatori socio sanitari ed operai lavorano, anche, per tenere in piedi il Vostro “sistema di potere” rischiano molto di più di quanto potreste rischiare Voi sulla poltrona  chiusi dentro il “palazzo”, eppure sono presenti sul campo di battaglia per onorare la patria.

I Generali stanno in prima linea insieme ai soldati perché il loro posto, soprattutto in tempo di guerra, è quello essendo loro i condottieri.

 Tutti coloro che giorno per giorno stanno rischiando la vita anche per Voi non hanno il titolo di onorevoli!!! Come mai questo titolo l’avete soltanto Voi?

Siete stati scelti per eseguire un mandato nella democrazia parlamentare e per questo Vi fregiate del titolo di onorevoli; ma tale compito va onorato con i fatti.

Quando tutto questo finirà, predisponete degli encomi e delle onorificenze per tutti quelli che hanno rischiato la vita in questa battaglia e per le famiglie di quelli che la vita l’hanno persa.

Non dimenticate, come è vostro uso e costume, la classe operaia e soprattutto gli agricoltori che,  insieme agli operatori della sanità, nonostante diverse siano le attività  tra loro, paradossalmente sono i veri protagonisti di questa odissea.

Il presidente Mattarella  deve urgentemente porre rimedio allo scempio istituzionale  di questo governo. Il momento drammatico che sta attraversando il Paese lo impone.

In circostanze come queste non ci può essere approssimazione, l’unica cosa che vediamo è la demagogia che viene fuori dai discorsi preparati nelle “anticamere”.

E che dire della Chiesa che ha predicato per secoli cristianità e adesso il prete non si avvicina neanche per dare l’estrema unzione; medici rischiano molto di più! “La storia ci racconta di sacerdoti che si misero alla testa di soldati e li guidarono in battaglia, di altri che rimasero uccisi per portare l’estrema unzione ai feriti, storie di eroismo, sacrificio, pietà e persino di conflitti interiori risolti nei modi più diversi.

Concludendo il covid- 19 è stato definito una guerra, ma io direi che è peggio della guerra in armi, poiché quando è finita quella guerra sono ricominciate le ricostruzioni.

All’epoca però non si doveva affrontare il giustizialismo, la burocrazia di oggi, c’era la nostra amata “Lira” e non c’erano  le speculazioni della borsa valori che vi sono oggi e che alla minima incertezza crollano scatenando il panico finanziario, nonché il rovina totale.

Reggio Calabria li 24/03/2020

In fede

Luigi Catalano

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