Mer. Lug 17th, 2024

Crisi internazionale e post pandemia hanno aggravato lo scenario La Regionelavora al Piano di settore per la transizione ecologica

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I consumi energetici sono ormai una delle voci principali, se non la più importante, dei bilanci delle
famiglie italiane. La Calabria non fa eccezione, con un’incidenza rilevante sulle economie di nuclei dai
redditi più bassi rispetto alla media nazionale. Una questione centrale anche alla luce del “Green
deal” che l’Unione europea intende portare avanti in vista di una transizione ecologica volta a puntare
sulle energie rinnovabili. E nel quale la Calabria potrebbe giocare un ruolo non secondario.
L’ultima “fotografia” è quella realizzata dall’Istat che ha preso a riferimento gli anni 2020 e 2021.
Annualità particolari per via delle alterazioni determinate dalla pandemia, che hanno comportato un
aumento dei consumi domestici per via delle numerose “chiusure” che hanno spesso costretto,
soprattutto nel 2020, le persone in casa. Oggi, però, il quadro sarebbe ancor più alterato (e grave) in
termini assoluti, visti i rincari (con brusche salite e lente discese) che hanno stravolto il mercato e
messo tutti alle strette, con aumenti che sono arrivati anche a far raddoppiare l’importo.
Dal report emerge che al Nord si spende di più per il metano, mentre al Sud si punta sull’energia
elettrica (49,5%); ma non sono pochi i nuclei che utilizzano legna e pellet. La media pro capite di
spesa annuale delle famiglie è stata nel 2020 di 1.542 euro al Nord (record alla Val d’Aosta con 1.762
euro) mentre nel Mezzogiorno si è attestata sui 1.220 euro; in Calabria si è speso poco di più: 1.310
euro. Qui il ricorso all’energia elettrica è stato del 45,3% sulla spesa energetica totale.
Ha ancora un peso non indifferente l’utilizzo delle biomasse (legna e pellet) per riscaldare le case e
produrre acqua calda. Nella nostra regione il fascino del camino cattura il 32,3% delle famiglie (il
pellet interessa circa al 12%), con l’utilizzo di 5,1 tonnellate all’anno per nucleo (la media nazionale è
di 3,7 tonnellate a famiglia). Parte del legname non viene acquistato ma viene autoprodotto su terreni
di proprietà o raccolto da zone boschive.

Uno scenario generale che oggi starà risentendo delle ultime novità, tra progetti di transizione
ecologica, di miglioramento del rendimento energetico degli edifici con cappotti termici, pannelli
fotovoltaici e pompe di calore. Se si pensa che nel 2021 il 57,8% delle famiglie aveva impianti con più
di 10 anni (il 32,5 oltre i 20), oggi è probabile che i numeri siano in fase di rapido cambiamento,
anche alla luce degli incentivi per realizzare interventi volti ad abbattere costi energetici diventati
esorbitanti dopo la fine dell’emergenza pandemica e l’inizio della crisi bellica tra Russia e Ucraina. In
questa fase la Regione Calabria è tra l’altro alle prese con l’aggiornamento del Piano regionale
integrato energia e clima, che punta a una pianificazione più rispondente a esigenze e norme sotto il
profilo energetico e ambientale. Non va trascurato che, proprio in tale prospettiva, la Calabria può
giocare un ruolo strategico per la sicurezza energetica nazionale, grazie alla possibilità di rilanciare il
progetto del rigassificatore a Gioia Tauro oltre che alla capacità del territorio sul fronte delle fonti
rinnovabili. Quest’ultimo ambito, infatti, riesce oggi a coprire l’86% della domanda di energia elettrica
regionale, anche se la produzione deve garantire anche l’esportazione al di fuori dei confini calabresi;
tale fabbisogno, assieme al 24% della richiesta interna, viene soddisfatto con quattro centrali
turbogas a ciclo combinato (Altomonte, Rizziconi, Scandale e Simeri Crichi), attivate con Gnl (gas
naturale liquefatto). Ecco anche il perché, secondo la Regionel della necessità, in attesa che la lunga
transizione ecologica dispieghi i suoi effetti, del rigassificatore che consenta una fornitura adeguata di
Gnl.

FONTE GAZZETTA DEL SUD

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