È morto a Cosenza uno dei più noti avvocati del foro bruzio, Ernesto d’Ippolito. D’Ippolito, 84 anni, se n’è andato circondato dai suoi cari e dai suoi allievi. Avvocato penalista da 60 anni (ottenne la laurea alla Sapienza nel 1955), era iscritto dal 1972 all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione. Non solo avvocato, ma anche politico ed esponente di primo piano della massoneria, d’Ippolito – che aveva difeso Licio Gelli negli anni dell’inchiesta di Agostino Cordova sulle logge deviate – si era ritagliato uno spazio nel mondo politico cosentino e calabrese. Segretario regionale del Pli Calabria, è stato consigliere comunale di Cosenza per 18 anni e Accademico della città dei bruzi. Fondatore di un club Rotary di Cosenza, era molto impegnato nella solidarietà.
Di recente, nel corso delle polemiche per la richiesta della commissione parlamentare antimafia di sequestrare gli elenchi dei massoni di Sicilia e Calabria, lui che era gran maestro onorario del Goi, aveva scritto una lettera accorata al presidente del Collegio dei maestri venerabili della Calabria del Grande Oriente d’Italia. Sosteneva che fosse il caso di fornirli, quegli elenchi. E chiudeva così: «Sono Ernesto d’Ippolito, da oltre 50anni Iniziato alla Massoneria Universale. Sono pronto a rinunziare alla garanzia costituzionale, che pure so mi compete, non ho obiezioni di nessun genere a che la mia condizione di Massone sia conosciuta da chiunque può avervi un qualche interesse. Gradirei che il tema venisse affrontato, nei termini appena espressi, e si desse corso ad una conclusione, finalmente ariosa e sinceramente operativa».
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