Mar. Lug 16th, 2024

Calabria c’è una tale carenza di infrastrutture (strade, treni e trasporti in generale) che non è possibile esercitare il diritto di libera circolazione. In Calabria le scuole sono così difficili da raggiungere che non è possibile esercitare il diritto allo studio. In Calabria la sanità è così devastata che non si ha il diritto di curarsi, per cui manca la precondizione stessa all’esercizio di tutti i diritti. 

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Per questo fa ancora più rabbia il mega scempio del Ponte sullo Stretto che il governo Meloni vorrebbe realizzare. Da qualunque angolazione si esamina la questione, emerge che la costruzione del Ponte non genererebbe nessuna utilità per la collettività e per i calabresi.  La realizzazione dell’opera sarebbe solo uno sperpero di miliardi, pericolosa e devastante dal punto di vista ambientale, che andrebbe ad innescare comitati d’affari e meccanismi per distribuire consulenze e poltrone di stampo clientelare ed elettorale. Uno scippo miliardario dei Fondi di sviluppo e coesione, che dovevano servire per fare scuole, ospedali, ferrovie, strade e autostrade. 

Salvini va fermato e tutti gli atti normativi per la costruzione del Ponte devono fare i conti con l’articolo 9 della Costituzione (della cui riforma sono stata la relatrice) che oggi prescrive la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi e impone di non fare opere che cementificano inutilmente e distruggono il patrimonio naturalistico. Il progetto è del 2011, già bocciato all’epoca, e ora, pur modificato, continua a contenere tante criticità mai superate sul piano ingegneristico ambientale e trasportistico. Infatti la commissione ministeriale Via-Vas ha richiesto 240 integrazioni: stime di costo, analisi sui volumi di traffico, studi sugli impatti delle acque, studi sugli effetti di terremoti e maremoti, riferimenti ai materiali che verranno utilizzati e verifiche varie di ogni tipo. L’opera potrebbe costare il doppio delle cifre sparate da Salvini e nel caso venissero avviati i lavori non finirebbero mai, durerebbero decenni e provocherebbero sprechi e inquinamento. Ma non è finita, uno studio del Comune di Villa San Giovanni evidenzia che sul versante calabrese un pilone ricadrebbe in un’area dove è presente una faglia attiva e, ai sensi di una legge del 2015, non è prevista l’edificabilità. 

La Calabria e il Sud non si rilanciano così. Vanno risolte le emergenze storiche della viabilità interna piuttosto che assecondare gli obiettivi faraonici e propagandistici di Salvini. Vanno collegate Bari, Napoli e Reggio Calabria all’interno di una visione complessiva di un Mezzogiorno che deve crescere nell’ambito di uno sviluppo equilibrato, sostenibile e compatibile con la sua biodiversità. Mi impegno a contrastare in tutti i modi, insieme ai comitati civici locali, la realizzazione di questo affaristico, oscuro e inaudito capriccio del governo ai danni dei calabresi. Un’opera sbagliata sotto tutti i punti di vista che deturperebbe la bellezza dello Stretto, luogo unico e straordinario da salvaguardare e preservare utilizzando aliscafi e navi ecologici. Così come mi impegno a valorizzare tutte le bellezze artistiche e culturali di questa Regione dalle infinite risorse, che vorrei diventasse uno dei poli più attrattivi d’Europa.

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