Giovanni Impastato, fratello minore di quel famoso Peppino che ha osato sfidare la criminalità organizzata, ha presentato presso il “Centro Pastorale” di Locri l’opera “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” (Libreria Pienogiorno Editore). Un evento voluto e organizzato dal Comune di Locri; dall’Associazione Libera (Locri) con la Diocesi di Locri Gerace, Commissione per l’attuazione delle linee guida contro le mafie e dalla Caritas diocesana. Di grande spessore gli interventi, che hanno evidenziato quanto simili iniziative favoriscano, specie nel tessuto sociale giovanile, lo sviluppo di una coscienza etica consapevole e coerente con i principi della legalità. Proprio in virtù di quanto detto, l’Amministrazione Comunale di Locri ha donato a Giovanni Impastato una targa a riconoscimento dell’impegno con cui egli “continua a divulgare le idee di Peppino, che hanno dato un contributo decisivo contro la mafia,
a favore del cambiamento civile dell’intera Società”.
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Il romanzo, la cui presentazione si è articolata in un interessante dialogo tra l’autore e il giornalista Toni Mira, ripercorre la vita di Peppino dal punto di vista del fratello minore e si sofferma, in particolare, sul percorso rivoluzionario che Peppino intraprende coraggiosamente.
Donata a Impastato una copia di “Abbasso la ‘Ndra”
A Giovanni Impastato è stata donata una copia dell’opera “Abbasso la Ndra” realizzata dagli studenti dei Licei “G. Mazzini” di Locri e dall’artista Bruno Panuzzo.
L’ opera multimediale contro la ‘ndrangheta, che ha avuto una eco considerevole ed ha ottenuto
notevoli riconoscimenti a livello nazionale da parte delle Istituzioni e di Papa Francesco, è stata
consegnata ad Impastato dalla vice preside dell’Istituto Girolama Polifroni. L’evento si è concluso con
l’intervento dalla platea dello stesso Panuzzo: “Ringrazio gli organizzatori per il grande regalo che oggi
hanno conferito non solo alla Locride, ma al valore della Legalità propria di questo Territorio”. L’artista, poi, rivolgendosi direttamente a Giovanni Impastato ha concluso dicendo: “Per Lei e per la Sua Famiglia la
parola grazie è riduttiva, se paragonata a quanto di meraviglioso avete trasmesso alle diverse generazioni
nel tempo. Io sono stato uno di quei giovani che all’epoca dell’uscita del film, “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, ha “marinato” la scuola per assistere alla proiezione. Concludo citando una scena dell’opera filmica (quella in cui Peppino da bambino, pone in evidenza la propria cultura – recitando un poesia a tavola suscitando così una rabbia “silenziosa” e dilaniante nell’animo di quel mafioso, che avrebbe poi decretato la sua fine terrena). Tutto ciò evidenzia quanto la cultura possa rendere liberi e quanto l’istruzione consenta ai giovani di ribellarsi e prendere delle posizione, decisive, che possano combattere l’atrocità del deleterio sistema mafioso”.
Maria Antonietta Reale | redazione@telemia.it