Nelle ore seguenti l’arrivederci della triade commissariale però, si è sviluppato un dibattito sull’interezza della legge (221/91) inerente lo scioglimento dei Comuni.L’accoglimento del ricorso avallato con forza dal primo cittadino Paolo Mascaro infatti, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, ha messo in luce alcuni “buchi” della normativa: dal fatto che nessuno risarcirà i Comuni a quello che nessuno pagherà per gli errori commessi.
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L’anno di partenza è il 1991, da allora in Italia fino al 31 dicembre dell’anno scorso si contano 313 Comuni mandati a casa. Di questi, 27 (pari all’8,63%) sono stati annullati con sentenza del Tar. La Calabria è la regione con il più alto numero di Comuni sciolti: 108 (34,50%), non 109 come erroneamente riportano alcuni siti internet accreditati che calcolano Quarto (in provincia di Napoli) facente parte della “punta dello stivale”. Segue la Campania con 105 (33,55%) e la Sicilia con 75 (23,96%).
In Calabria la provincia più colpita dalla 221/91 è Reggio Calabria con 60 Comuni sciolti (di cui 4 annullati). A seguire Vibo (21, con uno annullato), Catanzaro (14, con 3 annullamenti), Crotone (9, con 2 annullamenti) e Cosenza (4, con uno soltanto annullato).
Tra i Comuni calabresi più volte sciolti per mafia, sul gradino più alto del podio, con 3 scioglimenti a testa, si piazzano Gioia Tauro, Melito Porto Salvo, Platì, Roccaforte del Greco, San Ferdinando, Taurianova (tutti in provincia di Reggio), Briatico e Nicotera (Vibo). Altri 11 Comuni sono stati sciolti due volte: Lamezia Terme, Isola Capo Rizzuto, Bova Marina, Delianuova, Rizziconi, Rosarno, San Luca, Seminara, Siderno, Nardodipace e San Gregorio d’Ippona.
fonte<: gazzettadelsud.it