Ven. Nov 22nd, 2024

Tutti i numeri nel Rapporto di Avviso Pubblico presentato a Roma

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In Calabria, tenuto conto che 25 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, gli enti locali complessivamente coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati fino ad oggi 94; di essi, 81 effettivamente sciolti. Sono invece 19 i procedimenti ispettivi conclusisi con l’archiviazione (si contano 5 amministrazioni interessate sia da archiviazione che da scioglimento; un Comune ha subito due archiviazioni). Sono 22, infine, gli enti calabresi attualmente sottoposti a gestione commissariale, distribuiti tra le province di Reggio Calabria (10), Crotone (5), Catanzaro (3), Vibo Valentia (3) e Cosenza (1). E’ quanto emerge dal Rapporto di Avviso Pubblico “lo scioglimento dei comuni per mafia”, presentato oggi a Roma, sugli enti locali sciolti dal 1991 ad oggi. Sono 25 le amministrazioni locali sciolte più volte per infiltrazione e condizionamento della criminalità organizzata; di queste, 16 hanno subito due scioglimenti, mentre 9 ne ha subiti ben tre. Si tratta dei Comuni di: Briatico (2003, 2012, 2018); Gioia Tauro (1993, 2008, 2017); Lamezia Terme (1991, 2002, 2017, quest’ultimo successivamente annullato); Melito di Porto Salvo (1991, 1996, 2013); Nicotera (2005, 2010, 2016); Platì (2006, 2012, 2018); Roccaforte del Greco (1996, 2003, 2011); San Ferdinando (1992, 2009, 2014); Taurianova (1991, 2009, 2013). Prendendo in considerazione la dimensione demografica dei Comuni interessati dal provvedimento di scioglimento, il Report rileva come, da un punto di vista meramente quantitativo, gli scioglimenti abbiano finora colpito in maniera preponderante enti di dimensione medio-piccola (0-9.999 abitanti, 64) piuttosto che medio-grande (10.000-oltre 50.000 abitanti, 14). Se però si rapporta questo dato col numero di Comuni piccoli, medi e grandi presenti in Calabria, emerge chiaramente che ad essere sciolti proporzionalmente di più sono di gran lunga gli enti medio-grandi: oltre il 45 per cento di quelli aventi popolazione compresa tra 10mila e 20mila abitanti sono stati sciolti almeno una volta; stesso destino per due dei cinque Comuni con popolazione tra 20mila e 50mila abitanti, e per due dei sei con popolazione superiore ai 50mila abitanti.