Centrodestra pronto a ridiscutere gli assetti delle Commissioni. L’opposizione diserta la Conferenza dei capigruppo, il Consiglio regionale resta senza un calendario definito.
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Nella giornata di oggi, la Conferenza dei capigruppo convocata dal presidente Filippo Mancuso ha tracciato le prossime tappe dell’attività istituzionale del Consiglio regionale, nonostante il calendario resti ancora vuoto. All’ordine del giorno, un solo punto centrale: il rinnovo delle Commissioni, in linea con le disposizioni regolamentari del “tagliando” di metà legislatura. Un passaggio delicato, che influenza non solo i rapporti tra maggioranza e opposizione, ma anche gli equilibri interni alla stessa coalizione di governo, dove non mancano le tensioni, seppur ritenute fisiologiche.
La distribuzione attuale delle presidenze evidenzia alcune anomalie: la Lega detiene quattro presidenze per sei consiglieri regionali, Forza Italia una sola per sette consiglieri, Fratelli d’Italia due per quattro consiglieri, mentre Azione non ne ha nessuna con i suoi due rappresentanti. Fatta eccezione per Fratelli d’Italia, che si dichiara soddisfatta della situazione attuale, appare chiaro che alcuni equilibri non tornano. Per risolvere la questione, nel centrodestra sono in corso trattative interne, con l’obiettivo di ridistribuire meglio le cariche.
Un punto delicato riguarda la presidenza della Commissione “Vigilanza”, che per prassi consolidata dovrebbe essere affidata all’opposizione. Attualmente presieduta da Francesco Afflitto del Movimento 5 Stelle, la Vigilanza sarebbe finita nel mirino del centrodestra, che potrebbe rivendicarla per riequilibrare le cariche all’interno della coalizione senza intaccare le altre presidenze. Forza Italia, in particolare, avrebbe già manifestato interesse per questa postazione, con l’obiettivo di ricompensare Domenico Giannetta, mentre anche Azione, con Giuseppe Graziano, avrebbe avanzato una candidatura.
Questa mossa del centrodestra rischia di creare ulteriore tensione con l’opposizione, che ha già manifestato il suo dissenso disertando la Conferenza dei capigruppo. Esponenti di spicco come Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5S) e Antonio Lo Schiavo (Misto) hanno deciso di non partecipare, preferendo un ordine del giorno più articolato. Unica eccezione tra le fila dell’opposizione è Ferdinando Laghi di DeMa, che ha partecipato regolarmente, mantenendo un approccio più tecnico che politico.
La Conferenza dei capigruppo non ha ancora fissato una nuova data per riprendere i lavori, mentre si attende che le singole Commissioni si auto-convochino per procedere alla riorganizzazione interna.